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Un’esplosione a Ravanusa fa crollare quattro palazzine. Si indaga sulla causa ed eventuali responsabili

Redazione Attualità
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Sono passate da poco le 23, quando un sabato sera come un altro si trasforma in una notte di inferno a Ravanusa, piccolo centro abito nella provincia di Agrigento. Una forte esplosione fa crollare una palazzina di quattro piani e poi altri tre edifici attigui. Scoppia un incendio che inizia a coinvolgere tutta la zona. Accorrono i Vigili del fuoco. La prima ipotesi è che l’origine della deflagrazione sia dovuta a una fuga di gas metano.

Inizia la ricerca delle persone che si trovavano nell’edificio e si cerca di capire quanto siano i dispersi. Colpita un’intera famiglia. In piani diversi dell’edificio, abitavano sette componenti di uno stesso nucleo familiare: un’anziana, Rosa Carmina, e i tre fratelli con le rispettive mogli. Al momento del disastro, si trovavano in uno degli appartamenti anche il nipote della donna, Giuseppe, figlio di Angelo Carmina, e la moglie al nono mese di gravidanza.

Immagini delle macerie e delle fiamme in Via Trilussa (fonte: today.it)

L’esplosione colpisce un’intera famiglia. In sette abitavano nella stessa palazzina

All’arrivo dei soccorsi viene staccata l’elettricità in tutto l’isolato. I vigili scavano a mani nude per ore, attenti a captare, tra le macerie, un gemito, un rantolo, una voce. Poco dopo, viene trovato il corpo di Pietro Carmina, amatissimo professore di filosofia, ormai in pensione, che viveva insieme alla moglie Carmela Scibetta, assistente sociale, trovata morta poche ore fa. Rosa Carmina viene estratta viva con la cognata Giuseppa Montana. Il bilancio della tragedia si aggrava dopo che, al termine di un’intera notte di ricerche, vengono trovate morte altre due cognate di Rosa, Enza Zagarro e Calogera Gioachina Minacori.

Si continua a scavare senza mezzi meccanici, perché i soccorritori hanno captato una voce. Dopo alcune ore, il sindaco del paese, Carmelo D’Angelo, informa che tra le persone disperse non vi sono bambini, come si sospettava fino a poco prima.

Stamattina, arriva un’altra notizia terribile: estratti altri 4 corpi dalle macerie. Tra loro, ci sarebbero anche quello dell’infermiera Selene Pagliarello, trentenne incinta al nono mese, e di suo marito Giuseppe Carmina. La ragazza voleva mostrare ai nonni, un’ultima volta, il pancione ai nonni paterni del piccolo, all’interno del quale vi era un piccolo che avrebbe partorito a giorni. I due corpi erano al terzo piano del palazzo. Trovato anche il corpo del suocero, Angelo Carmina, dopo il ritrovamento della moglie Enza.

 

I primi racconti dei testimoni

“È stato come se un aereo si fosse schiantato sopra la nostra casa”.

Questo il racconto di un testimone dell’accaduto, che si trovava in un’abitazione contigua alla palazzina in cui è avvenuto lo scoppio. Prima un boato, poi fiamme e, in pochi minuti, tutto l’isolato viene travolto. La gente corre in strada e cerca di capire.

L’area coinvolta dall’esplosione è di circa diecimila metri quadrati, questa la comunicazione dopo le prime verifiche: oltre 40 edifici interessati dalla deflagrazione.

Intanto, la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo di indagine per disastro e omicidio colposo a carico di ignoti. Nei prossimi giorni gli inquirenti acquisiranno la documentazione relativa alla rete di distribuzione del gas.

Luca Cari, responsabile della Comunicazione dei Vigili del fuoco spiega che ancora si ritiene come maggiormente plausibile “l’ipotesi di una perdita da una conduttura della zona, anche sotterranea, della rete di distribuzione del gas”, dovuta a una causa ancora da indagare (potrebbe esser stato anche il maltempo) possa aver causato il danneggiamento di una conduttura.

(fonte: tg24.sky.it)

 

Odore di gas già nei giorni precedenti all’esplosione? Si indaga su ogni possibilità

Proprio sulla rottura di una conduttura del gas si è generata una grossa polemica. La rete di distribuzione del gas venne installata nel 1984. Dunque, la prima domanda che anche gli stessi inquirenti si sono posti è stata quella delle condizioni di questa: “Era a norma?”. Dopodiché si è iniziato a verificare se la manutenzione ordinaria e straordinaria è stata sempre fatta, come e da chi, e a quando risalgono gli ultimi interventi.

Però, ciò che ha provocato maggiore agitazione, tra gli stessi abitanti di Ravanusa, è stata la voce secondo cui qualcuno avrebbe detto di aver sentito odore di gas già nelle settimane precedenti. Quindi gli inquirenti hanno iniziato ad indagare sulla possibile negligenza da parte di qualcuno.

Il procuratore Luigi Patronaggio ha comunicato che nei prossimi giorni acquisirà tutta la documentazione relativa alla rete di distribuzione del gas e al sequestro dell’area interessata dall’esplosione – al momento 10mila metri quadrati, ma che, secondo quest’ultimo, potrebbe diventare più ampia. Molto probabilmente verranno iscritti nel registro degli indagati i nomi di tecnici e amministratori che, a vario titolo, potrebbero avere responsabilità in merito alle condizioni delle condutture del gas.

Il comandante provinciale dei Carabinieri di Agrigento, il colonnello Vittorio Stingo, assicura che verranno svolte indagini ancora più approfondite, dopo la fine delle ricerche dei dispersi, prima preoccupazione per tutti i soccorritori, alcuni giunti da altre parti della Sicilia e dell’Italia nelle ultime ore, per aiutare ad essere più veloci.

(fonte: tg24.sky.it)

Già alcuni dati certi sono venuti alla luce: c’è stato un accumulo di gas metano nel sottosuolo, che si è protratto per tutta la giornata di sabato almeno. La procura ha già nominato un consulente tecnico e nelle prossime ore verrà fatto un nuovo sopralluogo con i vigili del fuoco, proprio per cercare di circoscrivere le cause della fuga di gas. Non è chiaro, invece, quale sia stato l’innesco che ha provocato l’esplosione, potrebbe esser stato l’ascensore o qualsiasi elettrodomestico nell’edificio crollato per primo, o anche solo l’accensione di una sigaretta. Difficile ancora capire.

È stato uno dei sopravvissuti alla strage, Calogero Bonanno, che si trovava in un appartamento vicino ad una delle palazzine crollate a riportare le voci sull’odore persistente di gas nei giorni scorsi, dopo aver sentito parlare i vicini:

«Se è vero che c’è stata una negligenza, sarebbe imperdonabile».

Intanto, il bilancio delle vittime è salito a sette e si cercano gli ultimi due dispersi.

 

 

Rita Bonaccurso