La nuova variante Omicron: preoccupazione e interrogativi

Redazione Attualità
REDAZIONE ATTUALITÀ
Attualità
#variante attualità contagi coronavirus covid

Compare all’orizzonte la preoccupazione per la nuova variante del Covid detta “Omicron“. Si pensa a nuove strategie e a possibili provvedimenti da adottare per i No Vax. Dal Giappone, intanto, arrivano notizie che riaccendono la speranza: pare si sia verificato un “errore” nelle mutazioni del virus e ciò potrebbe essere la strada verso la sua scomparsa.

(fonte: adnkronos.com)

La nuova variante più contagiosa, ma meno virulenta

32 mutazioni le mutazioni nell’ultima variante del virus. Molto più contagiosa della Delta, ma, a quanto pare, al momento, meno virulenta.

Il dottor Massimo Ciccozzi – tra i più esperti epidemiologi italiani e direttore dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma – riguardo l’origine della variante, ha avanzato l’ipotesi che sia verificata una “intra-host evolution“, cioè l’evoluzione del virus attraverso tutte le sue mutazioni, dentro l’organismo di una sola persona con il sistema immunitario debilitato. Insieme al dato che indica una primo isolamento in Sud Africa, non abbiamo ancora informazioni definitive.

È stato isolato in Sudafrica il primo caso nel mondo, ma ancora bisogna indagare. Angelique Coetzee, la presidentessa dellAssociazione dei medici del Sudafricaha dichiarato che la variante pare causare sintomi molto lievi e, finora, nessun ricovero.

Quindi, dopo le prime ore do panico, è stata sventata la possibilità di una chiusura delle frontiere dell’Europa per chi sarebbe rientrato dal Sudafrica.

Contagiosità della variante (fonte: ilgiorno.it)

 

Le reazioni dal mondo

I due casi dovuti alla variante Omicron riscontrati in Brasile, sono i primi in America Latina. Si tratta di un uomo ed una donna brasiliani, arrivati a Sao Paulo dal Sudafrica, dove svolgono attività di missionari, rientrati prima che venisse diffusa la notizia dell’esistenza della variante.

Gli Stati Uniti sono propensi all’introduzione di regole sanitarie più severe per gli ingressi, allo scopo di prevenire la diffusione della variante. È stata redatta una bozza di un’ordinanza da parte dei “Centers for Disease Control and Prevention”.

Sono tre le proposte avanzate. La prima, per la quale tutti i cittadini americani dovrebbero presentare l’esito negativo di un test, effettuato il giorno prima di una partenza, indipendentemente dalla vaccinazione e dal Paese di provenienza. Poi, la proposta di obbligo di sette giorni di quarantena, esteso a tutti coloro che arrivano negli Usa, inclusi i cittadini americani, anche in caso di test effettuati e  negativo. In ultimo, l’alternativa, secondo cui i viaggiatori si dovrebbero sottoporre a un test entro tre o cinque giorni dall’arrivo negli Stati Uniti. Multe e sanzioni per chi non rispetterà le regole che verranno introdotte.

In Germania, invece, 15 casi sospetti in Baviera, mentre in Sassonia è stato confermato un positivo, così come quattro in Baden-Wuerttemberg, dove, a risultare contagiate sono quattro persone vaccinate. La Germania ha chiuso l’ingresso dal Sudafrica e da altri sette Paesi del continente africano, consentendo il rientro soltanto ai tedeschi, che dovranno, però, fare una quarantena di 14 giorni. Di rischi di peggiori sintomi legati alla variante, non vi è certezza, ma la Germania sta vivendo un picco della quarta ondata e teme per il suo sistema sanitario, già sotto forte stress. In alcune regioni è scattata l’allerta e, dunque, si corre ai ripari.

Dall’altra parte del mondo, in Giappone, è stato deciso di bloccare tutte le prenotazioni di voli in entrata per un mese, per tentare di prevenire la diffusione della variante. Ma dal Ministero dei Trasporti arriva la precisazione che il provvedimento non riguarda le prenotazioni già effettuate.

Dal Giappone la teoria di una possibile autodistruzione del Covid

Il Giappone ha subito la più forte ondata di Covid a fine estate, con un picco di circa 23mila casi al giorno raggiunto ad agosto. Poi, un’interruzione improvvisa: negli ultimi giorni, a Tokyo segnalati soltanto 5 nuovi casi di coronavirus.

Il professor Ituro Inoue, un esperto di genetica, ha avanzato un’ipotesi forse sconvolgente: la variante Delta avrebbe subito troppe mutazioni nella proteina chiamata nsp14, quella che corregge gli “errori” del virus nella sua replicazione.

Il professor Inoue afferma che il virus avrebbe lottato per riparare gli errori, ma alla fine avrebbe causato la propria “autodistruzione”.

Quando un virus si replica, i suoi geni subiscono “errori di copiatura” casuali nel tempo. Ciò porta a cambiamenti strutturali. Le mutazioni possono rinforzare un virus o fargli causare gravi malattie, ma, in altri casi, le mutazioni diventano un punto di arresto. Dunque, secondo questa teoria, in Giappone si starebbe verificando proprio quest’ultima situazione.

Gli esperti continuano ad attribuire il rallentamento al tasso di vaccinazione nel Paese, del 76,2%, e all’ampio uso di mascherine. Il professor Inoue, invece, sostiene che la sua teoria sia vera, altrimenti i contagi a causa della variante Delta, la variante precedente e largamente diffusa, sarebbero ancora in aumento.

Se ciò fosse la verità, sarebbe proprio la svolta che tutti stavamo aspettando, l’inizio della fine. Però, ancora l’attenzione è e deve continuare ad essere altissima, per non rischiare troppo proprio ora, dopo tanti mesi di sacrifici.

 

L’efficacia dei vaccini di fronte alla nuova minaccia

A causa della nuova variante, ci si interroga anche sull’efficacia dei vaccini, se questi siano in grado di proteggerci anche di fronte a questa nuova minaccia.

L’amministratore delegato di Moderna, Bancel, ipotizza un “calo sostanziale” dell’efficacia degli attuali vaccini. Perciò pensa che nei prossimi mesi si dovrà mettere a punto nuovi vaccini efficaci anche contro la variante Omicron:

“Penso che in nessun modo l’efficacia possa essere la stessa che abbiamo avuto con la variante Delta” ha detto.

Le sue parole hanno avuto una fortissima ripercussione in borsa.

Lamministratore delegato di BioNTech, Ugur Sahin, sostiene che i vaccini che già abbiamo probabilmente proteggeranno da conseguenze gravi anche le persone che dovessero contrarre la variante Omicron, anche se, appunto il contagio avvenisse. Per questo, ha ricordato di spingere perché vengano effettuate le terze dosi.

Da Israele, arrivano delle prime conferme sull’efficacia dei vaccini, proprio perché nel Paese si è già partiti da tempo con la terza dose di Pfizer. Il ministro della Sanità israeliano Nitzan Horowitz ha dichiarato: “La situazione è sotto controllo e non c’è motivo di panico”

Anche l’infettivologo italiano Matteo Bassetti ha cercato di placare il panico diffuso dalle notizie, infuriandosi per gli inutili allarmismi e, peraltro, per l’apprensione della notizia della nuova variante dai media prima che dalla comunità scientifica:

Bassetti contro gli allarmismi (fonte: la7.it)

“Il virus ha avuto più di 50 mutazioni, di varianti ne continueremo a vedere, fanno parte della mutazione del virus. Non possiamo assistere a questa speculazione del fine settimana, io da medico non ci sto! Questa non è scienza”.

Intanto, la Germania si prepara a discutere, giovedì in Parlamento, di obbligo vaccinale generalizzato e si prepara un lockdown per i non vaccinati. La situazione delle terapie intensive è altamente drammatica, perciò il Paese ha bisogno di muoversi e anche in fretta. Pronti anche a inviare pazienti all’estero. Disponibilità data già dall’Italia, precisamente dalla Lombardia, Francia e Svizzera.

Tutto questo sottolinea che ancora bisogna stare attenti, nell’attesa che tutte le misure prese dai governi nazionali di tutto il mondo, possano aprire il cammino definito verso la fine.

 

 

Rita Bonaccurso