Allo studio il Super Green Pass, in cosa consiste e se entrerà in vigore

Redazione Attualità
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#super Brunetta green pass

«L’economia va bene e la vaccinazione va bene. Perché rischiare nuovi lockdown a causa dei no vax?»

Queste le parole di Renato Brunetta proferite nel corso di un intervista al Corriere della Sera. Il ministro della Pubblica Amministrazione ribadisce la necessità di proseguire lungo la strada intrapresa con l’introduzione, e la progressiva estensione, del Green Pass. <<Imponendo il green pass a tutto il mondo del lavoro abbiamo fatto la più grande strategia di politica economica. Non si tratta di cambiare strategia, ma di rafforzarla per non dover richiudere>>.

Incalzato sulla possibilità che un ulteriore rafforzamento del certificato verde possa tradursi in un sostanziale obbligo vaccinale risponde: <<La decisione non mi sembra questa, con uno zoccolo duro di irriducibili del 10% l’obbligo non risolve nulla. Che fai, gli applichi il trattamento sanitario obbligatorio? La strada è un Super Green Pass responsabile e condiviso, per non far pagare a tutti l’egoismo di alcuni>>. <<Se ci saranno cambi di colore perché devono pagare tutti gli italiani vaccinati, per colpa dello zoccolo duro dei no vax, estrema minoranza, sempre più invisa? Se gli indicatori ospedalieri dovessero peggiorare, penso sia il caso di rafforzare il green pass escludendo i non vaccinati da alcune attività sociali>>.

 

Il Ministro Brunetta, fonte:HuffingtonPost Italia

Le nuove attività off limits e il mondo del lavoro

Per i no vax, teorizza Brunetta, le attività off limits potrebbero divenire quelle del terziario urbano, della cultura, dello sport e del tempo libero. Settori che inevitabilmente verrebbero pregiudicati in caso di lockdown parziali. <<Perché ristoranti, stadi, piste da sci, teatri, cinema, discoteche dovrebbero pagare? Ciò comporterebbe dire costi di impresa, ristori, deficit, crisi, nuovo crollo dei consumi in un momento in cui, ribadisco, l’economia si sta riprendendo>>.

Nessuna novità invece per quel che riguarda il mondo del lavoro. <<Io per ora il mondo del lavoro lo lascerei col Green Pass standard. Con alcune eccezioni. Per esempio estendendo la terza dose alle categorie già obbligate, sanitari ed RSA. Dovremmo puntare molto sulle terze dosi. Se trasformiamo i richiami in una nuova, grande campagna vaccinale, possiamo anche far crescere la propensione alle prime dosi>>.

L’appello della politica e delle regioni

Le parole di Brunetta hanno trovato l’appoggio di altri esponenti del mondo politico. Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è sulla stessa linea del compagno di partito: <<Un Green Pass a doppia velocità: a lavoro si entra con il Green pass di qualunque tipo, per andare alla prima de La Fenice, dove andrò stasera, servirà il Green Pass per i vaccinati>>. In pressing sul Governo anche le Regioni che hanno visto una crescita constante nel numero dei contagiati e che vedono nel Friuli Venezia Giulia l’exploit di questa quarta ondata. Il Premier Draghi, dal canto suo, non vuole fare allarmismo ma comprende l’urgenza di intervenire in tempi rapidi per evitare che la situazione finisca per sfuggirgli di mano.

Nuove modifiche al Green Pass

Il tema verrà discusso la prossima settimana durante una riunione della cabina di regia. Questa approverà sicuramente un decreto che conterrà l’obbligo di richiamo per personale sanitario e dipendenti di RSA. Sicure anche le introduzioni di modifiche al Green Pass volte, però, a prevenire restrizioni generalizzate e premiare chi ha completato il ciclo vaccinale. Certa la riduzione della durata della certificazione verde da 12 mesi a 9 mesi. Misura necessaria poiché, come confermato dal ministro Speranza, le recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato che la protezione dei vaccini cala dopo 6 mesi dalla somministrazione della seconda dose. Dunque l’abbreviazione della durata del green pass, con conseguente necessità della somministrata della terza dose, avrà il compito di scongiurare una ripresa dei contagi.

Dubbi e ipotesi

Resta l’incognita tamponi. Una delle ipotesi in campo, e che verrà sottoposta alla cabina di regia col supporto del Comitato Tecnico Scientifico, è quella di eliminare il tampone come metodo per ottenere il green pass per l’accesso a luoghi e servizi pubblici. Questi continuerebbero a rimanere validi solo per accedere al posto di lavoro. Ciò significa che per andare cinema, teatro, stadio, etc… potrebbe essere necessario il vaccino. In discussione anche la durata che i tamponi potranno avere: è stato proposto, come incentivo alla vaccinazione, l’abbassamento della durata del Green Pass ottenuto con tampone sierologico o molecolare da 48 a 24 ore.

 

Filippo Giletto