Sì al voto dei 18enni per il Senato: Mattarella promulga la legge di revisione costituzionale

Redazione Attualità
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Il presidente Sergio Mattarella ha promulgato ieri, 19 ottobre, la legge di riforma costituzionale che estende il diritto di voto per il Senato ai diciottenni. La legge entrerà ufficialmente in vigore dalle prossime elezioni politiche, andando così a rafforzare il principio di bicameralismo perfetto vigente in Italia, che equipara Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Saranno quasi quattro milioni i giovani, tra i 18 e i 24 anni, interessati dalla riforma.

Il Presidente Sergio Mattarella (Fonte it.sputniknews.com)

La modifica dell’articolo 58 della Costituzione

Secondo, l’ormai obsoleto, testo dell’articolo 58 della Costituzione, facevano parte dell’elettorato attivo della Camera dei Deputati coloro che avessero compiuto i 18 anni di età. Per far parte dell’elettorato attivo del Senato della Repubblica, era necessario aver compiuto i 25 anni di età. Il Senato ha approvato, a luglio 2021, la riforma di legge costituzionale che va a ridurre l’età minima necessaria per la votazione dei senatori. 178 i senatori a favore, 15 contrari e 30 astenuti. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, ha così commentato questo risultato:

“Si favorisce così la partecipazione delle nuove generazioni alla vita politica e ci si allinea agli altri Paesi europei”.

La legge si compone di un unico articolo che prevede la modifica del primo comma dell’articolo 58, sopprimendo le parole “dagli elettori che hanno superato il 25esimo anno di età” in favore di “i senatori sono eletti a suffragio universale e diretto”. L’articolo 58 si avvicina così al già esistente articolo 56, che riguarda invece l’elettorato attivo per l’elezione dei deputati della Camera. Anche in questo caso, il primo comma prevede che “La Camera è eletta a suffragio universale e diretto”. Una modifica che ha come obiettivi: svecchiare il Senato, avvicinare i giovani al mondo della politica e riconoscere egual peso politico e decisionale alle due Camere.

La proposta di riforma: le quattro sedute dal 2019 al 2021

L’iniziativa parlamentare è dell’Onorevole Vincenza Bruno Bossio e risale al 17 gennaio 2019. I relatori sono Stefano Ceccanti (PD) e Valentina Corneli (M5S). La discussione del testo è avvenuta, come previsto dalla Costituzione, in quattro sedute: la prima a luglio del 2019, la seconda a settembre del 2020, la terza a giugno del 2021 e, infine, la quarta a luglio del 2021. Il PD aveva presentato un emendamento con il quale veniva richiesta anche la riduzione dell’età necessaria per far parte dell’elettorato passivo. Questo emendamento avrebbe permesso, a coloro che hanno raggiunto il 25esimo anno di età, di candidarsi per l’elezione al Senato. L’emendamento è stato però ritirato e l’età minima rimane ferma a 40 anni.

Il Senato riunito (fonte ilsole24ore.com)

L’iter per la revisione di legge costituzionale

Una delle qualità della nostra Costituzione è la rigidità. Questa è volta a far valere il principio di superiorità della Carta rispetto alle leggi ordinarie. In virtù della superiorità riconosciuta al documento, ogni qual volta si vuole modificare un articolo o una legge costituzionale, il procedimento di revisione risulta più complicato rispetto di previsto per la legge ordinaria. L’articolo 138 della Costituzione afferma che:

“Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti”.

La legge ha ottenuto l’approvazione da entrambe le Camere a luglio. Non è stata, però, raggiunta la maggioranza dei due terzi dei componenti, necessaria per evitare i tre mesi di attesa. Il 13 ottobre è scaduto il termine entro il quale poter presentare richiesta di referendum popolare e la legge è stata approvata definitivamente. Così commenta, su Facebook, D’Incà:

“L’estensione del voto ai 18enni anche per eleggere i rappresentanti del Senato è ormai una realtà. Un provvedimento che i nostri giovani meritano”.

 

Beatrice Galati