La Camera dice sì all’iscrizione contemporanea a diverse università. Ecco tutti i dettagli e le considerazioni

Redazione Attualità
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Il sì unanime della Camera dei Deputati, giunto mercoledì, apre la via alla possibilità che il divieto sul conseguimento di più lauree in contemporanea cada davvero: si tratterebbe del punto di arrivo di una norma di origini addirittura pre-Repubblicane. Ad ogni modo, nonostante i 387 deputati favorevoli (e nessun contrario), sarà il Senato ad avere l’ultima parola sulla questione. Anche il minimo emendamento, difatti, potrebbe comportare il ritorno della proposta tra le mani della Camera e dare il via ad un nuovo iter di approvazione.

Si tratta però di una proposta accolta positivamente dalla gran parte degli ambienti parlamentari, soprattutto perché conforme finalmente all’orientamento seguito a livello europeo ed internazionale. La ratio della proposta sta nel tentativo di creare figure professionali capaci di adattarsi, tramite percorsi interdisciplinari, alle esigenze in continua evoluzione del mercato del lavoro.

Iscriversi a più corsi di laurea contemporaneamente sarà presto possibile anche in Italia: un grande risultato che consente al nostro Paese di fare un salto verso il futuro della formazione universitaria, in linea con il resto del mondo. Un risultato a portata di mano grazie alla determinazione e al lavoro che stiamo portando avanti con il Parlamento che da tempo ha messo al centro questi temi.

Ha commentato il Ministro dell’Università Maria Cristina Messa.

(fonte: open.online)

La norma oggetto della proposta di abrogazione

Il divieto di conseguire più lauree nello stesso arco di tempo affonda le proprie radici in un Testo Unico delle Leggi sull’Istruzione Superiore approvato con Regio Decreto 31 agosto 1933, n. 1592, di epoca fascista. La legge, all’articolo 142, prevede infatti:

  1. Nelle Università e negl’Istituti superiori si può ottenere l’iscrizione solo in qualità di studenti.
  2. Salvo il disposto dell’art. 39, lettera c), è vietata l’iscrizione contemporanea a diverse Università e a diversi Istituti d’istruzione superiore, a diverse Facoltà o Scuole della stessa Università o dello stesso Istituto e a diversi corsi di laurea o di diploma della stessa Facoltà o Scuola.

Ed è proprio l’articolo 142 che la proposta di legge n.43 del 2018 (la medesima approvata alcuni giorni fa alla Camera), intitolata “Soppressione del divieto di iscrizione contemporanea a diverse università, a diverse facoltà o scuole della stessa università e a diversi corsi di laurea o diploma della stessa facoltà o scuola”, intende abrogare all’articolo 1.

Dopo l’approvazione

Una volta entrata in vigore, il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (adesso Ministero dell’Università e Ricerca) dovrebbe adottare entro sessanta giorni tutte le misure necessarie a dare esecuzione alle disposizioni, salvo la clausola di non comportare maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Si ritiene che anche questa proposta s’inserisca in linea con quanto previsto dal PNRR.

Ma quali sarebbero le conseguenze dell’abrogazione del divieto? Sarà anzitutto consentita l’iscrizione contemporanea a due diversi corsi di laurea triennale, laurea magistrale o di master, anche presso più università, scuole o istituti superiori a ordinamento speciale. Lo stesso vale per dottorati di ricerca e corsi di specializzazione, eccezion fatta per i corsi di specializzazione medica.

A tal proposito, il deputato del MoVimento 5 Stelle Manuel Tuzi si è detto «particolarmente soddisfatto dell’ottimo risultato, ottenuto grazie al M5S, per gli specializzandi in medicina che, durante la formazione, potranno nel frattempo seguire un master o conseguire un dottorato di ricerca».

Rimane in ogni caso il divieto di iscriversi allo stesso corso di laurea (o master) in atenei differenti.

Quanto ai benefici per il sostegno allo studio, lo studente che si iscrive contemporaneamente a due corsi beneficia degli strumenti e dei servizi a sostegno del diritto allo studio per una sola iscrizione, a scelta dello stesso studente, fermo restando che l’esonero, totale o parziale, dal versamento del contributo onnicomprensivo annuale si applica, in presenza dei requisiti previsti, ad entrambe le iscrizioni (art. 3). (Il Sole 24 Ore)

(fonte: quifinanza.it)

Considerazioni e parole degli esponenti politici

Alessandro Fusacchia, membro della Commissione Cultura della Camera e relatore della proposta di legge, ha affermato sulla propria pagina Facebook:

Sono molto contento che il testo che avevo proposto prima alla Commissione Cultura e poi all’Aula, mettendo insieme tante proposte diverse sia andato finalmente in porto. Tuttavia, non è ancora legge, dal momento che il testo andrà adesso al Senato, ma il fatto che sia stata approvato all’unanimità lascia ben sperare rispetto alla possibilità che entri in vigore in tempo utile per dispiegare tutti i suoi effetti già dal il prossimo anno accademico. La legge aiuterà i giovani a immaginare e costruire più liberamente i propri percorsi di vita e professionale.

Non bisogna però trascurare inquietudini e ragionevoli dubbi: la preoccupazione delle più giovani generazioni è che una svolta del genere, piuttosto che facilitare l’inserimento del giovane nel mondo del lavoro, inasprisca ancor di più la selvaggia concorrenza e le già irrealistiche pretese dei datori di lavoro. Un altro legittimo parere è poi quello di chi ritiene che un tale cambiamento contribuisca ad alimentare la narrativa dello studente modello, un tipo di racconto che ha negli ultimi anni contribuito ad alimentare le aspettative sociali sugli universitari, determinando inoltre – in certi casi – tragici eventi di cronaca nera.

Non resta, a questo punto, che aspettare il parere del Senato – che non sembra poi così distante dalla conferma positiva, visto il generale accordo delle forze politiche sulla positività della richiesta.

Valeria Bonaccorso