“Ritorno all’Eden”, una graphic novel sull’importanza della memoria

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Paco Roca ritorna col suo ultimo capolavoro: una storia semplicemente straordinaria- Voto UVM: 5/5

 

Ritorno all’Eden è l’ultima opera a fumetti dell’autore spagnolo Paco Roca, pubblicata da Tunué, tradotta in Italia da Diego Fiocco e disponibile in libreria e fumetteria dal 7 ottobre. Una storia intima e personale, premiata nel 2020 come migliore opera nazionale dalla critica spagnola, “Regreso al Edén” ci catapulta nella vita di Antonia, mamma dell’artista, le cui vicende, vignetta dopo vignetta, osserviamo assumere la forma di un’esistenza.

Trama

Ripercorriamo la giovinezza di Antonia a partire dall’ultimo giorno che trascorse con sua madre e sua sorella, immortalato in una foto di famiglia scattata nel 1946 in spiaggia, a Valencia. Quell’istante cristallizzato nella foto, Antonia lo conserverà per oltre settant’anni nel suo intimo e tra le mura domestiche come un ricordo felice della sua vita, un amuleto per inquadrare la sua storia da una prospettiva diversa.

Ritorno all’Eden, disegno foto di famiglia. Fonte: https://www.elmundo.es/

Scrive Roca nel prequel all’opera per il Corriere della sera:

“Mi parlava spesso con affetto di una fotografia, l’unica che aveva con sua  madre. Io ricordavo perfettamente quella foto perché è sempre stata in camera sua, sotto il vetro del suo comodino, molto vicino a lei. [..] Quella foto era piena di misteri. Il desiderio di saperne di più è la molla dietro la creazione di Ritorno all’Eden.”

La misteriosa assenza del padre di Antonia, in una foto da lei tanto amata e a lungo custodita, interroga l’autore che, disegno dopo disegno, ci guida nella comprensione degli eventi assurdi e drammatici che la storia stava intessendo attorno a lei, anche senza il suo permesso.

Gli anni di infanzia di Antonia sono infatti quelli del dopoguerra spagnolo, della dittatura franchista, del mercato nero. Come la maggior parte delle donne del suo tempo, la protagonista viveva in un ambiente familiare e sociale caratterizzato dalla violenza, dall’ignoranza e drammaticamente autoritario. Ma quella foto le rende dolce il ricordare, estromette dalla sua memoria quel tempo segnato dalla miseria come anche la brutalità del padre, entrambi lasciati fuori dall’inquadratura.

La scelta del titolo

Il titolo, Ritorno all’eden, ci parla di un ritorno ad una dimensione idilliaca, ad un paradiso perso per sempre ma in cui sperare. Un paradiso che Antonia si ricrea giocando con i propri ricordi, aggrappandosi ad una foto che lascia fuori tutto quello che Eden non è. Lo stesso paradiso che Carmen, sua madre, le raccontava in terrazzo tra i panni da stendere e raccogliere, insieme ad altre storie intrise di cultura popolare e fantasia.

Quando Carmen muore, Antonia è ancora giovanissima, ma prenderà il suo posto nelle faccende domestiche, nella gestione della casa e nell’utilizzo dell’immaginazione per evadere da una realtà opprimente.

Ritorno all’Eden, vignette. Fonte: fumettologica.it

La storia che Paco Roca ci racconta appare a prima vista “semplice”, una storia drammatica come tante altre. Ma ciò che rende magistrale ed emotivamente destabilizzante l’opera è proprio questa sua complessa semplicità. In poco più di 170 pagine, assistiamo al delinearsi della vita della protagonista e ci sentiamo trascinati dall’intreccio della sua storia familiare con quella della Spagna.

Roca parafrasando Picasso scrive:

“L’arte, diceva Picasso, serve all’artista per comprendere il mondo, le persone. E la memoria degli altri ci aiuta a conoscere il mondo e noi stessi.”

Conclusioni

Fin qui ci accompagna l’autore, sulla soglia di una maggiore comprensione del mondo che ci circonda, passando per un lavoro artistico che si nutre della riflessione dei figli sulla memoria dei padri.

Possiamo tranquillamente definire Regreso al Edén un’opera splendidamente riuscita, per struttura narrativa, potenza evocativa dei disegni e della colorazione dai toni calmi e malinconici. Anche l’impaginazione orizzontale, con la copertina cartonata scelta da Tunué, prepara il tatto all’esperienza del riportare alla memoria, perché ricorda quei vecchi album fotografici di famiglia, riscoperti pieni di polvere nelle case dei nostri nonni.

 

                                                                                                                                                      Martina Violante