Cyber spionaggio globale: un’inchiesta svela come i governi di tutto il mondo sorvegliano giornalisti, politici e dissidenti

Redazione Attualità
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Fonte: Huffington Post

Un’inchiesta giornalistica internazionale condotta da 17 grandi giornali – fra cui Washington Post (Stati Uniti), Guardian (Gran Bretagna) e Le Monde (Francia) – ha rivelato migliaia di spionaggi illegali di cellulari ai danni di giornalisti, attivisti, dirigenti d’azienda e oppositori politici in tutto il mondo.

Le rilevazioni sarebbero state effettuate mediante il software Pegasus di NSO, un’azienda israeliana in grado di vendere legittimamente a istituzioni internazionali riconosciute e governi (anche autoritari) sistemi per spiare le attività sugli smartphone di terroristi e altri criminali, tuttavia finendo col minare la privacy di soggetti che non rientravano nemmeno in indagini di polizia. Tra i Paesi che hanno fatto ricorso al software figurano l’Ungheria, Azerbaijan, Bahrain, India, Kazakistan, Messico, Marocco, Ruanda, Emirati Arabi. La società israeliana respinge le accuse.

L’inchiesta e i dati raccolti

L’inchiesta – soprannominata ‘’Pegasus Project’’ – è stata condotta grazie ad una collaborazione tra Amnesty International, un’organizzazione per la tutela dei diritti umani e Forbidden Stories, un’iniziativa giornalistica senza scopo di lucro con sede a Parigi.

Nei mesi scorsi le due organizzazioni sono infatti entrate in possesso di una lista di 50 mila numeri di telefono, individuati in paesi “noti per impegnarsi nella sorveglianza dei cittadini e noti anche per essere stati clienti dell’azienda israeliana NSO Group”, scrive il Washington Post.

I dati finora raccolti dagli esperti di sicurezza informatica del ‘’Security Lab’’ di Amnesty International hanno consentito di risalire a 67 smartphone sui quali fu tentata l’installazione dei sistemi di sorveglianza (spyware) di NSO. Si ritiene che gli attacchi siano andati a buon fine in 23 casi, mentre in altri 14 sono state trovate prove sul tentato inserimento di spyware. Per quel che riguarda i restanti 30 smartphone, invece, i test del laboratorio non hanno consentito di ottenere risultati affidabili, in parte perché, rispetto alla lista risalente al 2016, i dispositivi sono stati sostituiti nel corso degli anni.

Che cos’è il software Pegasus

Pegasus è un software militare le cui prime versioni furono sviluppate già diverse decine di anni fa da alcuni ex componenti dei sistemi di intelligence israeliani, attirando presto l’attenzione dei servizi segreti di vari paesi, interessati allo spionaggio di criminali e terroristi che tale sistema di spyware avrebbe consentito. Si tratta infatti di un malware in grado di infettare IPhone e smartphone Android, aggirando facilmente le difese e lasciando pochissime tracce degli attacchi.

Fonte: Il Post

Pegasus permette a chi lo usa di insinuarsi estraendo foto, registrazioni, e-mail, messaggi, dati relativi alla localizzazione, telefonate, password, post pubblicati sui social. Come se non bastasse, a rendere ulteriormente pericoloso e potenzialmente dannoso il programma è anche la possibilità di attivare telecamera e microfono degli smartphone, consentendo così anche rilevazioni ambientali.

Tale invasività spiegherebbe dunque il motivo per cui le attività di NSO e le capacità di Pegasus erano già state, negli anni scorsi, al centro di diverse altre inchieste giornalistiche, svelando come tali sistemi siano stati spesso utilizzati per scopi ben diversi dallo spionaggio contro il terrorismo e la criminalità.

La lista degli spiati

L’inchiesta ha permesso finora di risalire tramite i numeri di telefono presenti nella lista a un migliaio di persone in 50 paesi diversi: ad essere vittime di spionaggio 65 dirigenti di azienda, 85 attivisti per i diritti umani, 189 giornalisti e oltre 600 politici e funzionari governativi. Tra i giornalisti, nomi riconducibili ad alcune delle più grandi testate al mondo come New York Times, Wall Street Journal, Bloomberg News, Financial Times, Al Jazeera, CNN e Associated Press.

Nella lista figurerebbero tra l’altro anche i numeri di primi ministri e capi di stato, oltre che quelli di alcuni membri della famiglia reale saudita. Questi ultimi, in particolare, comparirebbero nell’elenco insieme ad altri 37 soggetti legati a titolo diverso all’omicidio del giornalista saudita del Washington Post Jamal Khashoggi, il quale condusse inchieste e scrisse editoriali molto duri nei confronti della stessa famiglia reale.

Al momento non si hanno molte informazioni circa la provenienza della lista (per tutelarne le fonti), né sono chiare le ragioni specifiche per cui tali soggetti siano stati spiati.

L’Ungheria nega le presunte attività di spionaggio

Stringendo lo sguardo all’Europa, dalle indagini emerge che il governo ungherese di Viktor Orbán potrebbe aver utilizzato la tecnologia di NSO nell’ambito della sua ‘’guerra ai media’’, prendendo di mira diversi giornalisti investigativi nel proprio Paese.

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán. Fonte: il Fatto Quotidiano

Ma la replica al Washington Post da parte dello staff del presidente è secca:

“In Ungheria gli organi statali autorizzati all’uso di strumenti sotto copertura sono monitorati regolarmente dalle istituzioni governative e non governative. Avete fatto la stessa domanda ai governi degli Stati Uniti, del Regno Unito, della Germania o della Francia?”.

L’intervento di Ursula von der Leyen

Durante una conferenza stampa a Praga, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen interviene con un commento sulla vicenda di spionaggio e l’uso improprio che sarebbe stato fatto del software Pegasus da alcuni Paesi, inclusa l’Ungheria:

“Deve essere verificato, ma se è così è completamente inaccettabile. Sarebbe contro qualsiasi regola: la libertà della stampa è uno dei valori fondamentali dell’Ue. Sarebbe assolutamente inaccettabile se fosse così”, ha detto.

Ursula von der Leyen. Fonte: La Repubblica

L’azienda israeliana respinge le accuse

La compagnia NSO «smentisce in pieno le accuse mosse nei suoi confronti» – si legge nel WP – giudicando come esagerati e privi di fondamento i risultati dell’inchiesta, e sottolineando che una volta consegnati i software ai clienti che ne fanno richiesta NSO ha un limitato controllo su scopi e modalità di utilizzo.

La società ha negato ogni coinvolgimento in attività contro Khashoggi e ha aggiunto che “continuerà a indagare” sulla base di tutte “le segnalazioni credibili di abuso” di Pegasus e “adotterà le azioni appropriate sulla base dei risultati di tali indagini“. Tali azioni comprendono anche “la chiusura del sistema di clienti” che abbiano agito in modo scorretto: NSO ha dimostrato di avere la capacità e la volontà di farlo, lo ha fatto più volte in passato e non esiterà a farlo ancora se una situazione lo richiede, la posizione dell’azienda riportata dal WP.

Gaia Cautela