Addio Raffaela Carrà: la storica conduttrice aveva 78 anni

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La nota cantante e conduttrice televisiva Raffaella Carrà è morta lunedì a Roma. Aveva da poco compiuto 78 anni e a dare la triste notizia è stato il regista e coreografo Sergio Japino, a lungo compagno della Carrà.

“Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre”.

(fonte: Corriere)

Da molti definita “la regina della televisione italiana”, nella sua carriera ha pubblicato decine di album e venduto più di 60 milioni di dischi, diventando celebre per canzoni come “Tanti auguri” o “A far l’amore comincia tu”.

Per la sua immagine trasgressiva e la capacità di essere apprezzata dalle persone di tutte le età e in diversi paesi, nel novembre del 2020 il Guardian aveva definito Carrà «la popstar italiana che aveva insegnato le gioie del sesso all’Europa».

Chi è Raffaella Carrà

Artista poliedrica e conosciuta non solo in Italia ma anche in Spagna e America Latina, è stata una vera e propria icona culturale senza pari, riconoscibilissima per il caschetto biondo e il look indimenticabile.

All’anagrafe Raffaella Maria Roberta Pelloni, bolognese e classe 1943. Dopo il debutto in televisione all’inizio degli anni ’60 raggiunge la notorietà al grande pubblico grazie a Canzonissima nel 1970. La Carrà s’impose come la prima showgirl del piccolo schermo in bianco e nero.

Figura iconica e legata alla storia della Rai, nella tv pubblica ottenne successo con numerosi programmi quali “Pronto, Raffaella” (1984), con la conduzione di “Domenica in” (1986) e a cavallo col nuovo millennio anche “Carramba! Che sorpresa” (1995-97 e 2002), e “Carramba! Che fortuna” (1998-2000 e 2008).

Nel 1987 è passata per un breve periodo a Canale 5, per poi tornare nel 1991. Nella prima metà degli anni 90 ha una parentesi di quattro anni a Madrid, dove conduce il programma “Hola Raffaella” per la televisione spagnola, inseguito al quale rientra definitivamente in Italia nel 1995.

Nel 2001 ha condotto il Festival di Sanremo. In tempi più recenti torna sul piccolo schermo su Raidue come coach del talentshow “The Voice of Italy“, ruolo che abbandona contemporaneamente alla conduzione nel 2015 del talent show “Forte forte forte”. Del 2019 è il suo ultimo programma “A raccontare comincia tu” su Raitre.

L’influenza di Raffaella

Figura di riferimento fin dagli anni 60’, ha avuto un’influenza impareggiabile nella musica e nella cultura popolare italiana, tanto da essere stata definita la  “prima icona pop”, dalla giornalista Anna Maria Scalise.

“Oggi siamo circondati da canzoni sessualmente esplicite e sollecitare del sesso sembra scontato, ma lei è stata una pioniera che ha aiutato la gente a vivere vita più ricche di soddisfazioni, usando ritmi a cui nessuna persona può resistere”, ha scritto Angelica Frey sul Guardian, “insegnava alle donna che prendere l’iniziativa in una camera da letto non era scandaloso, che andava bene perdere la testa per un omosessuale e che non tutte le relazioni sono esattamente sane”.

All’inizio della sua carriera Vaticano e dirigenti Rai non gradivano la Carrà all’interno del palinsesto e i giornali non esitavano a etichettarla come fenomeno passeggero. Invece il suo successo non si fermò mai.

Canzoni come “Tuca Tuca”, “A far l’amore comincia tu” e “Tanti Auguri” furono tra le prime a promuovere il ruolo attivo tra le donne, in un contesto sociale in cui la donna era vista semplicemente come chi doveva stare a casa a fare le faccende domestiche ed essere “passiva” dei comportamenti dell’uomo.

In un’altra delle sue provocazioni a “Ma che sera”, indossò un abito molto provocante da suora e cantò su una mela durante un montaggio dei brani dei Beatles mentre attorno a lei dei ballerini danzavano nudi, indossando solo calze e bombetta. L’intera sequenza è un capolavoro allucinato di effetti speciali. Si decise di mandare in onda ugualmente il balletto, dedicato ai Beatles, ma la sequenza di Raffaella in versione suora-sexy venne ripresa ad una distanza considerevole.

Carrà era considerata anche un’icona gay a livello internazionale, tanto che nel 2017 le fu assegnato il premio World Pride a Madrid. “Uscivo solo con i gay. Quando in sala faceva buio, loro non cercavano di tastarti”, dichiarò proprio nel 2017 al Corriere, rievocando gli anni giovanili. Parlare di omosessualità in maniera così schietta sembra un taboo perfino oggi, figuriamoci in un paese cattolico e bacchettone come l’Italia di allora.

La straziante lettera del marito

«Raffaella Carrà si è spenta alle ore 16.20 di oggi, dopo una malattia che da qualche tempo aveva attaccato quel suo corpo così minuto eppure così pieno di straripante energia“, si legge nel comunicato del suo storico compagno Sergio Japino diffuso dalle agenzie».

La malattia di Raffaella Carrà non è stata resa nota ufficialmente ma si parla di un tumore al polmone.

Da mesi era scomparsa dalla vita pubblica. Questo perché la malattia che ha colpito Raffaella Carrà è stata devastante, come raccontato dallo stesso Japino: «Una forza inarrestabile la sua, che l’ha imposta ai vertici dello star system mondiale, una volontà ferrea che fino all’ultimo non l’ha mai abbandonata, facendo si che nulla trapelasse della sua profonda sofferenza. L’ennesimo gesto d’amore verso il suo pubblico e verso coloro che ne hanno condiviso l’affetto, affinché il suo personale calvario non avesse a turbare il luminoso ricordo di lei».

(fonte: Wikipedia)

«Donna fuori dal comune eppure dotata di spiazzante semplicità, non aveva avuto figli ma di figli – diceva sempre lei – ne aveva a migliaia, come i 150 mila fatti adottare a distanza grazie ad “Amore”, il programma che più di tutti le era rimasto nel cuore».

Un tenero pensiero, scritto dalla persona che probabilmente la conosceva meglio. Raffaella e Sergio, infatti, si erano incontrati nel 1981 sul set del programma Millemilioni.

Le esequie saranno definite a breve. Che fosse arrivata la fine Raffaella Carrà lo aveva capito: prima che la malattia se la portasse via aveva dato disposizioni sul suo funerale. «Raffaella ha chiesto una semplice bara di legno grezzo e un’urna per contenere le sue ceneri».

«Nell’ora più triste, sempre unica e inimitabile, come la sua travolgente risata. Ed è così che noi tutti vogliamo ricordarla. Ciao Raffaella».

Manuel De Vita