Violenze in carcere, il video del pestaggio dei detenuti. 52 agenti sottoposti a provvedimenti cautelari

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E così nel carcere di Santa Maria Capua Vetere si viene picchiati anche per aver chiesto del gel igienizzante: il quotidiano Domani ha divulgato alcuni video delle videocamere di sicurezza risalenti al 6 aprile 2020, giorno in cui si è consumato il massacro nei confronti dei detenuti. La neo-Ministra della Giustizia Marta Cartabia ha immediatamente chiesto maggiori approfondimenti sulla questione, definendola come un «oltraggio alla dignità della persona ed alla divisa».

Un rapporto dell’ottobre 2020 dell’Associazione Antigone, osservatorio che si occupa del rispetto dei diritti e delle garanzie nel sistema penale, ha messo in luce le terribili condizioni a cui sono sottoposti i detenuti dell’istituto: acqua non potabile e torbida, sovraffollamento, condizioni igieniche molto scarse. Secondo il report, ammontano a 204 i casi di autolesionismo identificati nell’anno precedente. Si sottolineava già allora un’indagine della Procura della Repubblica in atto per ipotesi di torture in danno dei detenuti in virtù degli eventi consumatisi nel mese di aprile.

Ricostruzione dei fatti: la protesta dei detenuti e la rappresaglia della polizia

Il report dell’associazione descriveva anche la delicata situazione dell’istituto causata dalla pandemia di COVID-19 e come i detenuti avessero diritto ad una mascherina ogni 15 giorni. Anche le visite di amici e parenti erano state sospese per la medesima ragione. Da qui la protesta dei detenuti della sezione “Nilo” (l’istituto è infatti diviso in sezioni a cui sono attribuiti nomi di fiumi diversi) per ottenere una maggiore tutela sanitaria: più mascherine e più gel igienizzante, specialmente dopo un caso di positività all’interno della struttura. Siamo al 6 aprile e la rivolta termina esattamente com’è iniziata, nel medesimo giorno.

(fonte: avvenire.it)

Ma nel frattempo gli agenti penitenziari si scambiano alcuni messaggi che verranno, poi, prontamente intercettati: «Li abbattiamo come vitelli. Domate il bestiame». Si tratta dell’organizzazione di una rappresaglia travestita da perquisizione, una spedizione punitiva messa in atto da più di 300 agenti, mandati da Antonio Fullone (provveditore delle carceri della Campania) nel carcere di Santa Maria Capua Vetere ove tutti i detenuti della sezione Nilo sono stati sottoposti a pestaggi, costretti a denudarsi, presi a calci e pugni ed abusati coi manganelli. Un ex detenuto disabile ha raccontato di essere stato uno dei primi costretti ad uscire dalla cella per essere malmenati.

Mi hanno distrutto, mentalmente mi hanno ucciso. Volevano farci perdere la dignità ma l’abbiamo mantenuta. Sono loro i malavitosi perché vogliono comandare in carcere. Noi dobbiamo pagare, è giusto, ma non dobbiamo pagare con la nostra vita. Intendo denunciare per ottenere il risarcimento dei danni morali.

Le indagini ed i successivi sviluppi

La Procura di Santa Maria Capua Vetere  ha definito l’avvenimento come un’orribile mattanza, ritenendo false anche le successive accuse degli agenti di polizia di resistenza a pubblico ufficiale mosse contro i detenuti.

Nonostante ciò, gli agenti di polizia coinvolti hanno sempre negato la narrativa, affermando che nessun abuso si sarebbe perpetrato nei confronti dei detenuti nella giornata del 6 aprile 2020. Eppure, in conversazioni intercettate, alcuni di loro scrivevano che «non si è salvato nessuno, abbiamo vinto». Adesso il video in esclusiva pubblicato da Domani e le immagini dei pestaggi non lasciano alcun’ombra di dubbio circa lo svolgersi degli eventi, nonostante le indagini siano ancora in corso e gli imputati siano drasticamente aumentati.

Lunedì sono stati eseguiti 52 provvedimenti cautelari nei confronti della polizia penitenziaria con accuse di vario titolo: torture pluriaggravate, maltrattamenti pluriaggravati, lesioni personali pluriaggravate, falso in atto pubblico aggravato, calunnia, favoreggiamento personale, frode processuale e depistaggio. I carabinieri di Caserta hanno, inoltre, disposto i domiciliari per Gaetano Manganelli, ex comandante del carcere e per Pasquale Colucci, comandante del nucleo traduzioni e piantonamenti. Interdetto dall’incarico il mandante della spedizione Antonio Fullone.

Il Dipartimento di amministrazione penitenziaria (Dap) ha disposto un’ispezione straordinaria dell’istituto, mentre la ministra Cartabia ha richiesto un incontro con tutti gli 11 provveditori regionali del Dap stesso.

Gli interventi degli esponenti politici

Nonostante la forte posizione di condanna del Ministro della Giustizia e del Gip di Santa Maria Capua Vetere, diversi deputati di Fratelli d’Italia e del Movimento 5 Stelle hanno espresso la propria solidarietà agli agenti imputati, sottoposti a loro avviso ad un’ingiusta gogna mediatica.

(fonte: fanpage.it)

Anche il leader della Lega Matteo Salvini ha espresso vicinanza agli agenti, affermando che il suo partito si schiererà sempre dalla parte delle Forze dell’Ordine.

Giovedì sarò a Santa Maria Capua Vetere per portare la solidarietà, mia e di milioni di italiani, a donne e uomini della Polizia Penitenziaria che lavorano in condizioni difficili e troppo spesso inaccettabili.

Negli ultimi giorni, le Forze dell’Ordine sono state al centro di accesi dibattiti circa il problema dell’abuso di potere ed una notizia del genere non ne rafforza la posizione, trattandosi di avvenimenti verificatisi neanche un anno dopo la sentenza di condanna Cucchi.

Valeria Bonaccorso