Le donne non giocano a pallone: clamoroso episodio di misoginia alla Partita del Cuore

Redazione Attualità
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Sei donna, non puoi stare qui”, queste le parole pronunciate da Gianluca Pecchini, responsabile della Nazionale Cantanti, rivolte ad Aurora Leone, membro dei The Jackal, durante la cena prima del match della “Partita del Cuore”.

(fonte: Napoli ZAN)

Un episodio che ha dell’incredibile raccontato insieme a Ciro Priello, altro membro invitato, su Instagram: dopo essersi alzata a causa dell’intimazione, un altro organizzatore l’ha raggiunta al nuovo tavolo provando a giustificare il collega, per poi ribadire comunque che in quanto donna non avrebbe giocato la partita. Aurora, però, era stata convocata tra i giocatori della partita, ma adesso assieme a Priello ha deciso che non parteciperanno.

Hanno raccontato che diversi membri della Nazionale Cantanti si sono scusati per l’accaduto, aggiungendo di non desiderare che il trattamento ricevuto metta in ombra gli scopi di beneficienza della partita.

“Tu resti in tribuna”

Non hanno fatto in tempo a finire i festeggiamenti nazionali per la vittoria dei Maneskin all’Eurovision, festeggiamenti che hanno unito l’italia in quanto tale, senza discriminazioni, che un avvenimento di pura misoginia, quasi assurdo, ha coinvolto la povera Aurora Leone “in quanto donna”.

Aurora è un membro del gruppo comico nato su YouTube The Jackal, è la più piccola del gruppo, arrivata quasi per caso, ma in quanto tale è la più coccolata. Dal 2005 i The Jackal ne hanno fatto di strada sotto la guida di Ciro Priello, il vincitore del recente programma Lol, trattando, sempre con un velo di comicità, svariati temi sensibili, tra cui anche la violenza sulle donne.

L’episodio è accaduto alla vigilia della Partita del Cuore, la prima targata Mediaset, che andrà in scena stasera all’Allianz Stadium di Torino tra Nazionale Cantanti e la squadra dei Campioni per la Ricerca.

(fonte: Andkronos)

«Vi spieghiamo cosa è successo stasera alla Partita del cuore», inizia così il video denuncia di Aurora su Instagram insieme al collega Ciro: durante la cena ufficiale della vigilia della partita, il direttore generale della nazionale cantanti Gianluca Pecchini si è avvicinato al loro tavolo invitandoli ad alzarsi e ad andarsene dal tavolo della squadra, perché “non aperto alle donne”; “vai al tavolo delle donne”, avrebbe aggiunto poi.

Continua: «Guardate che non sono accompagnatrice di Ciro, io sono stata convocata come lui».

Ma Pecchini, ha insistito: “Non farmi spiegare perché non puoi stare seduta qui, tu non puoi e basta”. Il motivo sarebbe stato proprio l’essere donna, e non per il fatto che i due facessero parte della squadra avversaria, cioè i Campioni per la Ricerca: “Ciro può stare, tu no, non puoi stare seduta qui, sono le nostre regole. Non mi fare spiegare perché”.

«Ma questa è una partita di beneficenza, non la Champions League», hanno aggiunto i due comici.

Non è finita. Il racconto prosegue con Pecchini che dice: «Vabbé ma tu mica giochi».

Dopo averle ulteriormente chiesto le taglie del completino, l’ultima uscita infelice di Pecchini “Eh, il completino te lo metti in tribuna. Da quando in qua le donne giocano?”.

«A quel punto ci siamo arrabbiati e ci hanno cacciati dall’albergo».

Entrambi dovevano fare parte della squadra dei Campioni per la Ricerca, capitanati da Andrea Agnelli, pronta a sfidare la Nazionale Cantanti, per una buona causa: dare sostegno all’Istituto di Candiolo – Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro.

Aurora e Ciro però hanno deciso che non saranno presenti in quanto “non ce la sentiamo”; conclude però “ciò nonostante dobbiamo sostenere questo progetto, donate perché questo è lo scopo della partita“.

Le donne e il calcio

Il campionato italiano di calcio femminile è stato istituito nel 1986, per dar voce a tutte quelle donne volenterose di inseguire il “sogno del pallone” che viene tanto osannato in “Speravo de morì prima”, la serie su Francesco Totti, leggenda del calcio.

Nel 2012 Speciale Calciomercato su Sportitalia adottava come sigla “Le donne e il calcio di Rayden”, un brano rap ove si andavano ad indicare quelli che dovrebbero essere i principali interessi degli uomini, appunto donne e calcio. Da questo si poteva denotare, oltretutto, come le due cose fossero nette e separate, una cosa è il calcio, ben altra le donne.

Quante volte una ragazzina si è sentita dire “non puoi giocare, sei femmina”, in quanto il calcio è sempre stato etichettato come sport duro, sport da maschi virili, quando poi erano gli stessi maschietti virili che con taglietti assumevano atteggiamenti che, loro stessi definiscono, da “femminuccia”.

Forse, dunque dovremmo iniziare ad intendere la frase “le donne e il calcio” come un qualcosa che non si esclude reciprocamente a priori, anzi può convivere. Perché la verità è semplice: non è il genere a stabilire per cosa siamo o non siamo portati, è giusto che tutti abbiano le stesse possibilità, le stesse ambizioni “dentro e fuori dal campo”.

In molti sui social hanno manifestato il proprio sostegno ad Aurora. Come Fedez, che su Instagram ha scritto: «Sconcertante che un evento benefico si trasformi nella saga del maschilismo. @ciropriello organizziamoci noi una partitella di basket benefica, quando volete».

(fonte: Fanpage)

Anche la Nazionale cantanti esprime disappunto: «Alessandra Amoroso, Madame, Jessica Notaro, Gianna Nannini, Loredana Berté, Rita Levi di Montalcini, sono solo alcuni dei nomi delle tantissime donne che dal 1985 (anno in cui abbiamo giocato a San Siro, per la prima volta, contro una compagine femminile) hanno partecipato e sostenuto i nostri progetti. Il nostro staff è quasi interamente composto da donne, come quest’anno sono donne le conduttrici e la terna arbitrale della “Partita del Cuore”.                                                    La Nazionale Italiana Cantanti non ha mai fatto discriminazioni di sesso, fama, genere musicale, colore della pelle, tipo di successo e follower. C’è solo una cosa nella quale la Nazionale Italiana Cantanti non è mai scesa a compromessi: noi non possiamo accettare ARROGANZA, MINACCE, MALEDUCAZIONE E VIOLENZA VERBALE DAI NOSTRI OSPITI».

In mattinata anche il cantante Eros Ramazzotti è intervenuto dopo lo scoppio della polemica e in un post pubblicato sul suo account Instagram ha scritto: «Noi non siamo sessisti e tantomeno razzisti o omofobi, anzi, ognuno fa qualcosa per chi ha bisogno sinceramente per un comportamento incauto di due persone dello staff, non possiamo passare per quello che non siamo. W sempre la solidarietà. W le donne che sono parte fondamentale della nostra vita».

Non si è tirata indietro nemmeno la figlia di Eros, Aurora Ramazzotti, che ha espresso solidarietà e appoggio all’attrice: «C’è da dissociarsi ad alta voce e che non si dica più che il nostro è un Paese inclusivo; cose come questa succedono sempre. La strada da fare è lunga. Il maschilismo esiste. Solidarietà ad Aurora Leone».

Manuel De Vita