Dramma in Israele: valanga umana durante una celebrazione religiosa, almeno 44 morti e centinaia di feriti. Problemi nell’organizzazione.

Redazione Attualità
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Nella notte tra giovedì e venerdì centinaia di persone sono rimaste coinvolte in un tragico incidente avvenuto in Israele durante le celebrazioni del Lag B’Omer, una festività religiosa ebraica. Almeno 44 i morti e circa 150 i feriti di una “valanga umana” che si è creata durante il pellegrinaggio al Monte Meron, presso la tomba del Rabbi Shimon bar Yoḥai, a cui hanno partecipato – si stima – più di 100,000 persone nella violazione delle norme anti-covid imposte dal governo israeliano.

Nonostante più del 56% della popolazione israeliana abbia ricevuto il vaccino, il rischio di contagio nel Paese rimane ancora possibile – soprattutto con riguardo alle ultime varianti per cui si consiglia la «massima allerta».

Quanto alle dinamiche, inizialmente si pensava ad un crollo di una tribuna allestita nel luogo in cui si teneva un concerto in onore della celebrazione, ma successivamente l’ipotesi è stata smentita. Le probabilità suggeriscono che sia stata la scivolosità della pavimentazione (causata da acqua ed altri liquidi rovesciati per terra) ad innescare l’incidente. Nonostante ciò, le forze dell’ordine stanno ancora indagando sulla ricostruzione dei fatti.

Il Lag B’Omer

La festività è stata istituita il 33° giorno dell’Omar (un’usanza con cui si contano i giorni che decorrono tra la Pasqua ebraica e la Pentecoste) in occasione dell’anniversario della morte del Rabbi Shimon bar Yoḥai (conosciuto come autore dello Zohar, il libro profetico ebraico). Durante questo giorno si ricordano i 24,000 allievi del Rabbi Akiva morti – secondo una versione – a causa di una misteriosa malattia oppure – secondo un’altra versione – durante la grande ribellione contro l’occupazione romana.

Trattasi solitamente di un momento di grande gioia e celebrazione, in quanto vengono sollevate le proibizioni dell’Omer e la popolazione ne approfitta per organizzare feste, matrimoni e falò in pubblica piazza. Come già accennato, migliaia di pellegrini si recano inoltre sul Monte Meron presso la tomba del Rabbi.

I problemi riguardanti l’organizzazione

Dal suo lettino d’ospedale, una delle vittime dell’incidente ha commentato l’avvenimento:

Le persone non respiravano, ricordo di aver sentito tantissima gente gridare: “Non riesco a respirare“.

Alcuni testimoni raccontano di essersi sentiti in un campo di battaglia, mentre alla televisione ricorrono immagini di decine di corpi ricoperti dai teli delle ambulanze.

(fonte: nytimes.com)

Un trauma incredibile per la comunità ebraica che solo nelle ultime settimane era riuscita a vedere uno spiraglio di libertà dall’emergenza pandemica. Tuttavia, un incidente del genere non è nuovo al Paese: già nel 1911 molte persone avevano perso la vita in circostanze simili. Adesso, però, si cercano i responsabili. La polizia è già al lavoro per la ricostruzione della vicenda – spiega Eli Levy, portavoce della polizia -, ma è ancora troppo presto per attribuire delle colpe o parlare di negligenza.

In realtà, già prima del disastro in molti avevano avvertito una forte preoccupazione. Di giovedì due persone sono state arrestate per aver ostacolato la polizia nel mantenere l’ordine ed il rispetto delle restrizioni, ma si tratta di sforzi inutili: la vastità della folla ha impedito qualsiasi intervento delle forze armate.

Ancor prima dell’inizio della celebrazione, il Ministro della Salute israeliano aveva espresso la propria perplessità circa l’evento che avrebbe accolto più di 500,000 pellegrini, definendolo una disgrazia che avrebbe potuto condurre ad uno scoppio del contagio da COVID-19, ma la realtà dei fatti è stata ancor più veloce ed atroce.

Aspre critiche erano già state rivolte nei confronti dell’organizzazione, che aveva istituito solo una stretta uscita da cui far affluire la folla. La disgrazia, sfortunatamente, era già stata annunciata da molte testimonianze.

Le parole degli esponenti politici

Sulla vicenda si sono già espressi moltissimi esponenti politici da tutto il mondo.

Sul fronte internazionale anche il Consigliere per la Sicurezza Nazionale statunitense, Jake Sullivan, ha espresso le proprie condoglianze per la comunità israeliana, così come l’Ambasciatore UE in Israele Emanuele Giaufret.
(fonte: twitter.com)

Profondamente afflitto dalla terribile notizia dei feriti e dei morti alla celebrazione del Lag Ba’Omer sul Monte Meron. Le mie più sincere condoglianze vanno alle famiglie delle vittime ed auguro una pronta guarigione a tutti coloro che sono rimasti feriti.

 

Valeria Bonaccorso