Terrorismo: arrestati in Francia sette ex brigatisti. Altri tre ricercati

Redazione Attualità
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Questa mattina (28 aprile) sono state arrestate in Francia sette persone, ex membri delle Brigate Rosse, di cui l’Italia aveva già chiesto l’estradizione. Altri tre soggetti sono in fuga e ricercati. I dieci sono accusati di atti di terrorismo risalenti agli anni ’70 e ’80.

La decisione di procedere all’operazione è stata presa direttamente dal presidente francese Emmanuel Macron ad attuazione della “dottrina Mitterrand” che permette di concedere asilo agli ex brigatisti, tranne ai responsabili di reati di sangue.

Gli ex brigatisti arrestati sono in attesa di essere presentati al giudice per la comunicazione della richiesta di estradizione da parte dell’Italia.

Le brigate rosse

Ombre rosse” è il nome del dossier riguardante gli ex terroristi italiani arrestati questa mattina in Francia. I sette erano membri delle brigate rosse, l’organizzazione terrorista attiva in Italia a cavallo tra gli anni Settanta ed Ottanta, di ispirazione «marxista-leninista» e guevarista, che agiva con la finalità di destabilizzare le istituzioni. Fondate nel 1970, pochi mesi dopo la strage di piazza Fontana, ed originariamente dedite ad azioni dimostrative all’interno di alcune fabbriche.

Non passò poco tempo prima che le loro azioni iniziassero a macchiarsi di maggior violenza ed illegalità: nel 1974 vi fu il rapimento del giudice genovese M. Sossi; nel 1975 venne “gambizzato” l’esponente di Democrazia Cristiana M. De Carolis; nel 1976 furono uccisi a Genova il procuratore generale della Repubblica F. Coco e la sua scorta; nel 1977 vennero colpiti vari giornalisti, tra cui, fatalmente, C. Casalegno.

Le B.R. contrastarono in particolare il progetto di compromesso storico, che alla metà degli anni Settanta aveva aperto un intenso dialogo tra DC e Partito Comunista Italiano e che si concretizzò , il 16 marzo 1978, al clamoroso sequestro del presidente della DC Aldo Moro. La prigionia, durata 55 giorni, si concluse con l’assassinio di Moro, cui seguì dopo circa un anno la crisi della solidarietà nazionale.

(fonte: IlFattoQuotidiano)

La successiva scissione in micro-gruppi non impedì il proseguimento dell’attività criminosa. Nel 1989 si assistette agli ultimi processi ed ultime condanne dei residui brigatisti.

Nel 1999 con l’assassinio del prof. M. D’Antona entravano in scena le nuove B.R. Con l’arresto di Lioce  nel 2003 (esponente di spicco delle N.B.R.), in un convoglio del treno regionale Roma-Firenze, è stato poi possibile individuare e smantellare gran parte dell’organizzazione.

La dottrina Mittered

Macron ha deciso di “trasmettere alla Procura i 10 nomi sulla base di domande italiane che riguardavano in origine 200 persone”. Nella nota dell’Eliseo si afferma che la decisione di Macron “si colloca strettamente nella logica della dottrina Mitterrand di accordare l’asilo agli ex brigatisti, eccetto ai responsabili di reati di sangue”.

(fonte: DIRE)

La dottrina prende il nome del presidente socialista francese François Mitterrand ed era diretta a non concedere l’estradizione a persone imputate o condannate, in particolare italiani, ricercati per «atti di natura violenta ma d’ispirazione politica», contro qualunque Stato, purché non diretti contro lo Stato francese. Gli autori di tali atti devono però avere rinunciato a ogni forma di violenza politica, concedendo di fatto un diritto d’asilo a ricercati stranieri che in quel periodo si rifugiarono in Francia.

Questa prassi, basata su dichiarazioni orali di Mitterrand, nel caso di rifugiati italiani, era giustificata con una presunta “non conformità” della legislazione italiana agli standard europei, soprattutto per quanto concerneva le leggi speciali, l’uso della carcerazione preventiva e il rapporto con i collaboratori di giustizia.

Fino a questo momento, infatti, la Francia era stata un rifugio sicuro per molti italiani che negli anni di piombo avevano fatto parte di formazioni terroristiche. Tra coloro i quali hanno goduto della “dottrina Mitterand” basti pensare a Cesare Battisti.

L’Eliseo sottolinea anche come gli arresti di oggi siano “il frutto di un importante lavoro preparatorio bilaterale, durato diversi mesi che ha portato a prendere in considerazione i reati più gravi”. Sempre nella nota si legge: “La Francia, anch’essa colpita dal terrorismo, comprende il bisogno assoluto di giustizia delle vittime”. E la consegna alla giustizia degli ex brigatisti è anche “parte dell’urgente necessità di costruire un’Europa della giustizia, in cui la fiducia reciproca deve essere al centro”.

Irene Terrel, storica avvocata degli ex terroristi italiani in Francia, ha denunciato stamattina un “tradimento senza nome da parte della Francia“; ha proseguito “Sono indignata e non ho parole per descrivere questa operazione che assomiglia a una piccola retata”.

Le operazioni di arresto

L’operazione antiterrorismo in Francia è stata condotta dall’Antiterrorismo della polizia nazionale francese (Sdat) in collaborazione con il Servizio di cooperazione internazionale della Criminalpol, con l’Antiterrorismo della Polizia italiana e con l’esperto per la sicurezza della polizia italiana nella capitale francese.

Combo da sinistra in alto: Giorgio Pietrostefani,Marina Petrella e Enzo Calvitti
da sinistra in basso:Roberta Cappelli e Sergio Tornaghi (fonte: Ansa.it)

Dei 7 fermati, quattro hanno una condanna all’ergastolo: Roberta Capelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi – tutti e tre ex appartenenti alle Brigate Rosse – e Narciso Manenti, dei Nuclei Armati contro il Potere territoriali. Per Giovanni Alimonti ed Enzo Calvitti, anche loro delle BR, la pena da scontare è rispettivamente 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e 18 anni, 7 mesi e 25 giorni. Mentre, Giorgio Pietrostefani, fondatore della formazione extraparlamentare Lotta Continua è stato condannato a 22 anni come mandante dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi.

I sette entro 48 ore saranno sentiti dalla procura generale della Corte d’appello di Parigi, prima che un giudice stabilisca le misure cautelari (la conferma dell’arresto o il rilascio condizionale) che rimarranno in vigore fino a che non sarà completato l’esame della richiesta di estradizione.

Nel frattempo, ci sono altre tre persone per cui era stata richiesta l’estradizione e che non sono ancora state arrestate: sono Luigi Bergamin (ex membro di Proletari armati per il comunismo), Maurizio Di Marzio (ex brigatista) e Raffaele Ventura (ex esponente delle Formazioni comuniste combattenti).

“Il governo esprime soddisfazione per la decisione della Francia di avviare le procedure giudiziarie, richieste da parte italiana, nei confronti dei responsabili di gravissimi crimini di terrorismo, che hanno lasciato una ferita ancora aperta” afferma il presidente del Consiglio Mario Draghi.  “La memoria di quegli atti barbarici è viva nella coscienza degli italiani. A nome mio e del governo, rinnovo la partecipazione al dolore dei familiari nel ricordo commosso del sacrificio delle vittime” conclude Draghi.

Manuel De Vita