Dopo il ‘no’ del Vaticano alla benedizioni delle coppie gay, credenti e parroci protestano

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Una resistenza che sa di scisma è quella che si è sollevata, in seno alla Chiesa cattolica, contro il niet alla benedizione delle coppie omosessuali di qualche settimana fa, secondo quanto stabilito dalla Congregazione per la dottrina della fede:

“La benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita. […] La Chiesa non benedice né può benedire il peccato”.

Le proteste in Europa centro-settentrionale

L’atteggiamento del Vaticano nei confronti degli omosessuali ha suscitato non poche perplessità negli ambienti cattolici d’Europa settentrionale.

Il Vescovo di Anversa – Fonte: www.gayburg.com

Il vescovo di Anversa Johan Bonny si è sentito in dovere di scusarsi per quanto affermato dalle gerarchie ecclesiastiche romane. Ha espresso rabbia e indignazione per l’uso della parola “peccato” in riferimento all’amore omosessuale. “Il peccato si verifica solo quando le persone agiscono consapevolmente in modo malvagio”, ha affermato il vescovo belga.

In Germania, a protestare sono state diverse associazioni di donne cattoliche, che hanno scritto una lettera per richiedere la revoca del divieto di benedire le coppie gay firmata dall’Associazione tedesca delle donne cattoliche (kfd), dalla Federazione delle donne cattoliche tedesche (KDFB), dalla Federazione delle donne cattoliche svizzere, dal Movimento delle donne cattoliche austriache e dal Movimento delle donne cattoliche dell’Alto Adige. Per questi movimenti, se la Chiesa vuole farsi portatrice di un messaggio di salvezza nel mondo, non può non opporsi all’omofobia, non può non combattere per la giustizia di genere.

Il malcontento ha coinvolto anche l’Austria. L’arcivescovo di Vienna, il cardinale Cristoph Schonborn, si è dimostrato deluso per le affermazioni del Vaticano, affermazioni discriminatorie ed escludenti che feriscono tutti i credenti. “Il messaggio che ha attraversato i media di tutto il mondo è stato solo un ‘No’. Un ‘No’ alla benedizione; e questo è qualcosa che ferisce intimamente molte persone, come se percepissero e dicessero: ‘Madre, non hai nessuna benedizione per me? Anch’io sono tuo figlio’”. Sempre in Austria, molte parrocchie, tra le quali quella di Hard, si sono fatte promotrici di una protesta pacifica e silenziosa: hanno sventolato una bandiera arcobaleno in solidarietà con la comunità Lgbt.

Bandiera rainbow in una chiesa austriaca – Fonte: www.gaypost.it

Le proteste in Italia

Proteste si sono levate anche in Italia.

“Noi riteniamo che il diktat vaticano vada respinto”, ha dichiarato la Comunità cristiana di base di San Paolo che ha sede a Roma. Secondo i rappresentanti di questo organismo ecclesiale, le dichiarazioni del Vaticano sono inaccettabili, sono dichiarazioni di violenza ed esclusione in contraddizione con quella sinodalità tanto decantata da Papa Francesco. Per la Comunità di San Paolo, laddove ci sono amore e rispetto reciproco, lì c’è Dio: l’amore omosessuale è segno dell’amore di Dio.

A prendere le distanze dal Vaticano anche il parroco di Bonassola Giulio Mignani che, già quattro anni fa, si era espresso a favore delle coppie omosessuali suscitando l’indignazione di Fratelli d’Italia che ne aveva addirittura chiesto la scomunica. Questa volta il sacerdote non solo ha rivolto severe critiche alla Chiesa, ma si è anche rifiutato di benedire le palme e i ramoscelli di ulivo, in occasione della Domenica delle palme: “Se non posso benedire le coppie formate da persone dello stesso sesso, allora non benedico neppure palme e ramoscelli d’olivo”.

Don Giulio Mignani – Fonte: www.losreplicantes.com

Non solo immobilismo e arretratezza. La Chiesa, talvolta, sa essere dissenso e ribellione. E che Dio benedica questo dissenso, soprattutto in un paese come l’Italia, in cui ancora troppi politici giustificano discriminazioni e disparità in nome di principi cattolici, in cui ancora troppo spesso omosessuali sono vittime di violenza ma la legge Zan non è stata approvata, in cui, dunque, proteste di questo tipo hanno un importante valore politico.

Chiara Vita