Un anno dal discorso che cambiò le vite degli italiani: dalle origini della pandemia fino ai vaccini

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A un anno dalla pandemia numerosi sono gli eventi che hanno sconvolto la nostra vita, dalle abitudini quotidiane fino alle restrizioni imposte a livello nazionale, dagli slogan ottimisti affissi sui balconi alla soluzione concreta dei vaccini. Cosa è cambiato? 

Le origini.

Wuhan è una metropoli cinese di 11 milioni di abitanti, capoluogo della provincia di Hubei. Conosciuta in America come la “Chicago della Cina” è divenuta nota come epicentro della diffusione della pandemia che ha travolto il mondo un anno fa. Già nel dicembre 2019 il virus avrebbe fatto registrare diversi casi simili alla polmonite, ma con risvolti ancora più gravi. Nonostante i primi decessi a inizio gennaio, il Partito Comunista di Xi Jinping rimane cauto– e omette, secondo i più – informazioni necessarie che non solo avrebbero ritardato l’intervento e la prevenzione del virus, ma ha permesso a quest’ultimo di valicare i confini nazionali fino alla dichiarazione dell’ “emergenza sanitaria globale” dell’Oms, arrivata solo il 30 gennaio 2020. Nella stesso giorno, i primi due casi accertati anche in Italia: si tratta di due turisti cinesi ricoverati in isolamento allo Spallanzani di Roma.

L’Italia e la fase 1

Papa Francesco nella deserta Piazza San Pietro, diventa uno dei simboli più emblematici della pandemia. Fonte: ANSA.

I primi focolai nel Lodigiano e in Veneto mettono in crisi il nostro paese, che infatti è tra i primi ad essere investito dalla crisi più difficile dal secondo dopoguerra. Come un anno fa, il 9 marzo 2020, l’Italia diventava zona rossa. Viaggi, attività, banchi di scuola, riunioni familiari, amici, passeggiate al parco, abbracci e baci, diventano solo uno sfumato ricordo per essere sacrificati in nome di un appello più alto alla responsabilità e alla salute. Le strade, prima piene di vita, vengono consegnate al silenzio di città tappezzate di striscioni che invitano all’ottimismo e alla resistenza; l’assalto ai supermercati e gli scaffali vuoti diventano scenari abituali, così come i volti coperti dalla mascherina e la corsa all’acquisto di gel disinfettanti. Le polemiche sulle restrizioni si ammutoliscono difronte al triste corteo funebre di camion dell’esercito lungo le vie di Bergamo, a dieci giorni di distanza dal primo dpcm dell’allora premier Giuseppe Conte, le cui immagini strazianti suscitano il sostegno di tutto il mondo.
Il lockdown procede, con proroghe di volta in volta annunciate dalle dirette del Premier, fino a Pasqua e Pasquetta (che però fanno registrare comunque circa 14.000 sanzioni da Nord a Sud). Le riaperture di molte attività, con divieti di distanziamento, mascherine obbligatorie e multe per assembramento, saranno stabilite solo a inizio maggio, inizio della fase 2.

Le fasi 2 e 3

Decade l’ordinanza riguardo l’obbligo dell’ autocertificazione, rimanendo comunque limitato lo spostamento tra regioni; invece, chiese, bar e negozi solo dal 18 maggio hanno potuto nuovamente aprire le porte. Data la ripresa incoraggiante, sopraggiunge la decisione in giugno di una fase 3 che ha permesso a centri estivi, sale giochi, centri di benessere, attività culturali di riprendere a pieno regime. Durante l’estate sono in particolar modo le discoteche a far discutere: orde di giovani ammassati l’uno all’altro in locali molto ristretti senza nessuna precauzione pongono fine al divertimento, specialmente per le località turistiche che erano state al centro della polemica.

La stretta sulle discoteche arriva ad agosto in seguito a numerose infrazioni. Fonte: Repubblica.

Nel corso di settembre stabilita anche l’apertura delle scuole, con calendari differenziati, che tuttavia subiranno ulteriori restrizioni nella gestione degli orari di ingresso e di uscita per gli alunni a ottobre, quando i contagi preoccupano al punto da far ritornare in dad il 75% dei ragazzi nelle scuole superiori. Non solo, le nuove restrizioni vedono la chiusura di centri commerciali nel weekend e del rinnovo del coprifuoco, in vigore dalle 22 alle 5 del mattino.

Fasce a colori

Dal 6 novembre viene istituto il sistema a colori relativo al rischio contagio tuttora in vigore. Italia rossa durante dicembre, in particolar modo durante le vacanze natalizie: divieto di spostarsi dalle regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio, l’obbligo di rimanere nel proprio comune il 25, 26 e 1 gennaio e, inoltre, coprifuoco dalle 22 alle 7 per Capodanno. L’ultimo dpcm di Conte proroga lo stato di emergenza con divieto di spostamento tra regioni (anche gialle) e lo stop all’asporto per i bar dalle 18, mantenuto anche dal nuovo premier Draghi. Quest’ultimo però non sembra intenzionato a dare il via libera a riaperture in virtù di una situazione pandemica preoccupante tanto ora come un anno fa, soprattutto dopo la scoperta di nuove varianti che incombono sulla vita di milioni di persone e che hanno costretto all’istituzione di nuove zone rosse o di colore più intenso (come quella arancione scuro). Infatti, il Cts in una comunicazione recente al governo ribadisce la necessità di chiusure nei weekend come a Natale, misure più stringenti per le zone gialle e zone rosse locali in grado di contenere il contagio.

Il vaccino

Dpcm, restrizioni, coprifuoco, multe, ci hanno tolto molte della libertà a cui eravamo abituati e che oggi hanno assunto un significato assai rilevante. Giunti -non senza fatica – a un anno dalla pandemia allora, cosa ci rimane? Forse anche la speranza ha lasciato il posto alla rassegnazione? Certamente per molti, ma non per tutti. La luce in fondo al tunnel esiste ed è costituito da un piano vaccinale sistematico ed efficiente, e rassicura Draghi non essere lontano. Ieri, nel giorno in cui si è toccato il tetto di 100.000 morti dall’inizio della pandemia, il Presidente del Consiglio ha confermato un piano che prevederà un “doppio binario” per cui saranno coinvolte in primis «le persone più fragili e le categorie a rischio», per cui verranno utilizzati maggiormente i vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna, mentre Astrazeneca ha avuto il via libera per le persone over 65, ma in buona salute. Entro questa settimana dovrebbe essere approvato dall’Unione Europea anche il vaccino Johnson & Johnson, mentre rimane sullo sfondo il russo Sputnik.

L’obbiettivo dell’Unione Europea è arrivare entro giugno a 60 milioni di somministrazioni. Fonte: Yahoo Finanza.

L’obbiettivo comune è quello di arrivare a 60 milioni di somministrazioni entro la fine di giugno. Si tratta di 15 milioni di persone con la doppia dose, quindi pienamente vaccinati. 30 mila invece coloro i quali saranno coperti parzialmente da una sola dose.

Il vaccino è un alleato straordinario in una guerra contro “il nemico invisibile” che ha distrutto legami, ma ne ha anche creati di nuovi con l’aiuto indispensabile della tecnologia. Ha portato con sé dolore, ma ci ha offerto l’opportunità di dar nuova ad pratiche prima insignificanti. Ha stravolto il mondo ma ci ha reso coscienti degli strumenti per farlo muovere ancora, stavolta, si spera, in un modo migliore.

Alessia Vaccarella