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Vaccini e trasmissibilità dell’infezione: cosa ci dicono i numeri?

Scienza & Salute
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Fin dai primi giorni della somministrazione del vaccino ad oggi una domanda aleggia tra la popolazione: sarà in grado di combattere la trasmissione del virusCiò che preme alla gente comune è sicuramente quello di tornare alla normalità, ma ciò non è possibile senza una riduzione dei contagi.
I detrattori interpretano l’incertezza della comunità scientifica come l’inconfutabile prova della poca efficacia del vaccino, ma le cose non stanno proprio così.

Indice

  1. L’obiettivo principale
  2. Il silenzio
  3. Infezione o malattia?
  4. Le percentuali

L’obiettivo principale

Lo scopo di un vaccino, sia in generale che nel caso specifico, è senza dubbio ridurre le complicanze secondarie e le morti causate dalle patologie. Nello specifico, il numero delle perdite dovute alla Covid-19 è giunto quasi a 2,5 milioni, e si parla solo di quelle certificate. 

Ridurre il peso sui sistemi sanitari nazionali è fondamentale per muovere i primi passi verso l’uscita dall’emergenza ed evitare di ritornare alla stessa situazione dell’anno scorso. Tutti i vaccini in commercio sembrano efficaci nel contrastare la malattia, ma l’infezione?

Il silenzio

Perché, si chiedono in molti, nessuno riesce a dare una risposta univoca a questa domanda? Essendo un virus nuovo non si può dire con certezza come si comporterà di fronte agli anticorpi sviluppati grazie al vaccino.

I dati e gli studi non sono ancora sufficienti ma dovrebbero esserlo tra qualche mese, fino ad allora sbilanciarsi sembra azzardato, ma notizie rassicuranti arrivano dal Medioriente. In Israele, infatti, dove una grossa fetta di popolazione è stata vaccinata, si è vista una riduzione del contagio di quasi il 50%.

Nei grafici relativi allo studio si può notare, in seguito all’inizio della somministrazione delle seconde dosi, una riduzione dei casi positività nella popolazione over 60, quindi una riduzione della trasmissibilità dell’infezione. Si nota anche una riduzione dei casi di malattia moderata o severa e del numero di pazienti ospedalizzati

Infezione o malattia?

Il punto fondamentale è che non ci può essere malattia senza infezione, ma l’infezione può benissimo decorrere asintomatica, senza dar segno di sé.

Come già anticipato, i trial clinici dimostrano un’efficacia del vaccino nel proteggere dalla malattia, ma lo stesso non si può ancora dire per la trasmissione interpersonaleQuesto avviene anche con il vaccino per l’influenza stagionale, non previene l’infezione ma salva migliaia di vite ogni anno.

Nessuno ha pensato di fare uno studio sulla trasmissibilità durante i trial? Considerando i tempi contingentati e la pandemia galoppante, ci si è concentrati principalmente sulla riduzione della mortalità. Se il blocco dell’infezione fosse stato l’endpoint primario, i pazienti asintomatici sarebbero stati sottoposti a test settimanali, aumentando notevolmente i tempi del trial. Senza dubbio è stato più semplice e veloce concentrarsi solo sulle infezioni manifeste.

Le percentuali

Da quello che abbiamo visto è poco probabile che i vaccini siano efficaci al 100% nel prevenire la trasmissibilità del virus. Tuttavia, in Israele, dove una larga parte della popolazione è stata vaccinata, si è vista una significativa riduzione delle infezioni.

Guardando al passato, appare chiaro che nonostante i vaccini non possano bloccare la trasmissione degli agenti patogeni, possono comunque rallentare o fermare del tutto le epidemie.

Prima si riuscirà a vaccinare su scala mondiale, prima si riuscirà a tornare ai ritmi di vita pre Covid, con un occhio di riguardo verso future pandemie.

 

Maria Elisa Nasso