Nasce il Governo Draghi: ecco l’elenco dei ministri del nuovo esecutivo, tra conferme e new entry

Redazione Attualità
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Si è svolta alle 12 la cerimonia del giuramento del governo Draghi. Il Presidente del Consiglio incaricato è salito al Colle alle 19 di ieri sera per sciogliere la riserva con cui aveva accettato il mandato dal Presidente della Repubblica, diramando contemporaneamente la lista dei ministri del nuovo esecutivo.

Dopo una settimana fitta di consultazioni con le delegazioni delle forze politiche, l’ex presidente della BCE ha incassato il sostegno da tutti i componenti dello scacchiere parlamentare ad eccezione del partito di Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia sarà l’escluso eccellente e guiderà l’opposizione. Il governo Draghi sarà dunque l’esecutivo con il maggiore sostegno nella storia repubblicana dal dopoguerra ad oggi.

Mattarella a colloquio con Draghi, fonte: Il Fatto Quotidiano

La lista completa

La squadra di governo sarà composta da ventitré ministri di cui quindici politici e otto tecnici. I quindici dicasteri guidati da esponenti politici sono stati scelti tra tutte le forze dell’ampia maggioranza che sosterrà l’esecutivo.

  • Quattro dal Movimento 5 Stelle: Federico D’Incà (Rapporti con il Parlamento), Fabiana Dadone (Politiche Giovanili), Luigi Di Maio (Affari Esteri), Stefano Patuanelli (Politiche Agricole, Alimentari e Forestali);
  • Tre dal Partito Democratico: Lorenzo Guerini (Difesa), Andrea Orlando (Lavoro e Politiche Sociali), Dario Franceschini (Cultura);
  • Tre dalla Lega: Erika Stefani (Disabilità), Massimo Garavaglia (Turismo), Giancarlo Giorgetti (Sviluppo Economico);
  • Tre da Forza Italia: Renato Brunetta (Pubblica Amministrazione), Maria Stella Gelmini (Affari Regionali e Autonomie), Mara Carfagna (Sud e Coesione Territoriale);
  • Uno da Italia Viva: Elena Bonetti (Pari Opportunità e Famiglia);
  • Uno da Liberi e Uguali: Roberto Speranza (Salute).

Otto invece i tecnici scelti da Draghi, a cui si aggiunge Roberto Garofali per il ruolo di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio:

  • Vittorio Colao (Transizione Digitale e Innovazione);
  • Luciana Lamorgese (Interno);
  • Marta Cartabia (Giustizia);
  • Daniele Franco (Economia);
  • Roberto Cingolani (Transizione Ecologica);
  • Enrico Giovannini (Infrastrutture e Trasporti);
  • Patrizio Bianchi (Istruzione);
  • Cristina Messa (Università e Ricerca);
  • Roberto Garofali (Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio).
La squadra al completo, fonte: Il Fatto Quotidiano

Le riconferme dal Governo Conte-bis

Mario Draghi ha confermato nella sua squadra di governo 9 ministri del governo Conte-bis. Le riconferme sono arrivate nei nomi ma alcuni dei ministri hanno cambiato dicasteri. Stefano Patuanelli lascia lo Sviluppo economico e si trasferisce all’Agricoltura; Dario Franceschini passa al ministero della Cultura; Fabiana Dadone dalla Pubblica amministrazione guiderà il ministero delle Politiche giovanili. Confermati sia nel ruolo di ministri che nel medesimo dicastero: Luciana Lamorgese al ministero dell’Interno; Luigi Di Maio al ministero degli Esteri; Federico D’Incà al ministero per i rapporti con il Parlamento; Elena Bonetti al ministero per le Pari opportunità; Roberto Speranza al ministero della Salute;  Lorenzo Guerini al ministero della Difesa.

 

I tecnici di Draghi

Nella lista consegnata al Presidente della Repubblica spicca la presenza di ben otto figure tecniche. Non è sfuggita l’assegnazione a questi ultimi dei dicasteri che maggiormente avranno a che fare con il Recovery Fund. Tra questi anche il tanto discusso Ministero della Transizione Ecologica, la cui previsione è stata fondamentale per ricevere il benestare del Movimento 5 Stelle. Quest’ultimo è stato assegnato al fisico milanese Roberto Cingolani, il quale è stato direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova da lui fondato nel 2005.  Nome nuovo all’interno dell’esecutivo ma non nelle pagine dei giornali è invece quello di Vittorio Colao. A lui sarà affidato il Ministero della Transizione Digitale e dell’Innovazione. Manager molto apprezzato, nel 2020 era stato messo a capo della task force che avrebbe dovuto gestire la “fase 2”. Subentra al posto di Bonafede alla guida della Giustizia, Marta Cartabia, già presidente della Corte Costituzionale dall’11 dicembre 2019 al 13 settembre 2020. All’economia Mario Draghi si è affidato a Daniele Franco, figura molto vicina all’ex presidente della BCE e che già in passato ha lavorato in Bankitalia, dove si è occupato della finanza pubblica, e alla Ragioneria Generale dello Stato. Unica riconfermata tra i tecnici è quella di Luciana Lamorgese, già Ministro dell’Interno nel Governo Conte-bis. Rileva il dicastero dell’Istruzione Patrizio Bianchi: in passato rettore dell’Università di Ferrara e capo della task force per la riapertura delle scuole a settembre.  All’Università invece vi sarà Cristina Messa, già rettore dell’Università Milano Bicocca e presidente della fondazione Tecnomed. Infine alle Infrastrutture Enrico Giovannini, precedentemente presidente Istat e ministro del Lavoro nel governo Letta.

Le reazioni ai nomi

Diverse le reazioni sia dalle forze politiche che dalla stampa specializzata. Se da alcuni è stato criticata la provenienza così variegata dei ministri, da tutto lo scacchiere politico, altri hanno reputato tale scelta come necessaria per assicurare il più largo sostegno al nuovo esecutivo. Inoltre è stato fatto notare che sebbene le figure politiche siano la maggioranza queste siano state poste in dicasteri “marginali” rispetto a quelli che saranno direttamente interessati dal piano di investimenti del Recovery Fund. Particolarmente apprezzata la scelta di scindere in due ministeri differenti la Cultura e il Turismo, essendo stato quest’ultimo particolarmente colpito dalla pandemia da Covid-19.

Infine, da un punto di vista anagrafico, su ventitré ministri solo otto sono donne, di cui cinque senza portafogli. Se il precedente governo era a trazione meridionale, qui invece vi sono ben diciotto ministri provenienti dal nord, tra cui ben nove lombardi, e solamente quattro meridionali.

Le prossime mosse

Dopo avere prestato giuramento stamane, il governo sarà atteso al voto sulla fiducia al Senato e alla Camera dei Deputati. Questo si svolgerà la prossima settimana tra mercoledì e giovedì. Nel frattempo Draghi potrà mettere a punto il programma su cui chiederà la fiducia in Parlamento. Il suo discorso sarà il primo vero manifesto del pensiero Draghi nella nuova veste di guida del governo italiano. Già alcuni aspetti sono venuti però allo scoperto: prioritari nell’agenda saranno l’attenzione all’ambiente, la velocizzazione della campagna vaccinale e la valorizzazione della scuola.

Filippo Giletto