De Luca e il colpo di scena delle dimissioni strappate

Redazione Attualità
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Un’immagine della diretta (fonte: strettoweb.com)

Musica solenne e un vassoio d’argento con sopra una bottiglia di spumante e sei bicchieri. Su ciascuno di essi un’etichetta su cui comparivano alcuni nomi assai familiari all’“ancora-sindaco” – a sorpresa – di Messina. Così, Cateno De Luca ha iniziato una diretta Facebook, ieri sera alle 20.30, seguita poi da una seconda alle 23.00, a venti giorni dall’annuncio delle sue dimissioni. Il sindaco conosciuto da tutti per i suoi modi poco canonici, a pochi minuti dalla mezzanotte ha sfoderato un altro dei suoi colpi di scena strappando le dimissioni poco prima che diventassero effettive.

Il Presidente di regione Nello Musumeci, l’assessore Ruggero Razza, alcuni deputati regionali e nazionali, una non precisata “parte della città”, sono stati tutti protagonisti inconsapevoli della scenografica diretta del primo cittadino messinese, il quale ha fatto stare tutti col fiato sospeso per venti giorni. La volontà di rimanere saldamente alla guida di Palazzo Zanza rimane una prerogativa a cui De Luca non vuole rinunciare. Ecco il perché della diretta in cui ha espresso considerazioni su molti personaggi politici siciliani.

Inizia col citare la rete di alleanze che – ha scoperto in questi venti giorni – avrebbero brindato alle sue dimissioni. Primo tra tutti Musumeci, il quale, per sistemare la questione dell’Asp, avrebbe avuto già tenuto pronto un commissario “da mandare – ha detto De Luca – a Messina per sfasciare tutto quello che ho fatto, posticipando le elezioni al 2022”. La situazione relativa all’Asp e la pandemia sono punti caldi su cui è ritornato a parlare ancora una volta il primo cittadino che si è lanciato in un lungo sfogo:

“Ad ottobre nella città di Messina si scopre esserci solo 12 posti letto di Terapia intensiva al Policlinico. Le risorse a disposizione di La Paglia dove erano finite? Se non sono arrivati dovrà rispondere l’assessore alla Sanità. E’ un mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati. Non c’erano neanche un terzo dei posti letto necessari per legge, e cosa fa Razza? Afferma che non si devono coltivare facili allarmismi. – ha detto – La situazione è andata sempre più peggiorando, quando l’11 di novembre venivano considerate le terapie intensive a Barcellona Pozzo di Gotto e Taormina, rivelatosi fasulli. E intanto la pandemia da coronavirus cavalcava più che altrove. Intanto dalla Regione nominano un Commissario ad acta Maria Grazia Furnari, ma dal 24 di dicembre tutto è stato insabbiato perché La Paglia ha minacciato di parlare e di far crollare il sistema. Qui siamo di fronte all’impero Musumeci e dei suoi sodali politici che crollerà partendo dalla periferia.”.

Parole più che pungenti, anche per l’assessore Ruggero Razza che, secondo lui, sperava nelle sue dimissioni per ritardare la revoca di La Paglia.

Una strategia, dunque, per far saltare “coperture e comparaggi”, per capire quanti tramavano alle sue spalle per prendersi – a sua detta – la città, delegittimando tutto ciò che finora ha fatto nei confronti dei cittadini, cittadini che, ha ricordato, essere stati fondamentali per la sua elezione a sindaco, nonostante l’apparente avversione da parte del mondo politico siciliano.

Infatti, nel suo monologo, De Luca, ha anche ricordato le fasi principali della sua carriera politica, a partire dal ruolo di deputato regionale e l’impegno sempre messo, poi ripagato dal consenso della città, da cui è stato scelto come sindaco, nonostante non avesse alcun appoggio, né da alcun consigliere comunale – a causa del mancato sbarramento del 5% delle sue liste, che gli avrebbero garantito l’accesso a Palazzo Zanca – né dalla stampa e dalle “lobby che impedivano di operare”. “Ciononostante – ha dichiarato – la mia preoccupazione non è stata quella di perdere popolarità o di subire la reazione delle lobby, ma è stata sempre quella di reagire, di andare avanti perché la città non meritava le conseguenze della mia vittoria di Pirro. Pur essendosi verificato, per la prima volta in Italia, di essere eletto sindaco senza alcun consigliere comunale, al cospetto del possibile baratro sociale, ho cercato con tutti i mezzi di governare questa comunità e di farlo con provvedimenti che la città aspettava da dieci anni.”. Così lo sfogo è terminato con l’annuncio della delega al vicesindaco Carlotta Previti e Dafne Musolino, tenute segrete finora, dopodiché ha concluso brindando con tutti i bicchieri che aveva riempito e strappando il foglio delle dimissioni.

 

Alessia Vaccarella