Il discorso del premier Conte per la fiducia: “Qui senza arroganza, ma a testa alta.”

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Il discorso del premier Conte (fonte: corriere.it)

Dopo la rottura causata da Italia Viva e il suo leader Matteo Renzi, il presidente del Consiglio Conte ha scelto la strada più rischiosa, ma che potrebbe anche portarlo alla riconferma del suo incarico. Oggi, lunedì 18, ha tenuto il suo discorso in Parlamento, proprio per la verifica della maggioranza. Domani, invece, cercherà di conquistare, al Senato, una fiducia che si avvicini il più possibile ai 161 voti necessari.

Sono stati diversi i punti dibattuti dal premier, iniziando dai presupposti su cui è stato formato il governo basato sull’alleanza M5S-Pd, “un governo nato per un disegno riformatore ampio e coraggioso”. Nel marzo 2020, con lo scoppio della pandemia, questo stesso governo sarà messo davanti ad una sfida senza precedenti negli ultimi anni.

 

Il presidente ha sottolineato tutto il suo impegno “fisico e psichico” nel riuscire ad operare un piano che potesse salvaguardare il bene della comunità nazionale.

Riconosce l’importanza della maggioranza in questi mesi di sgomento anche nei passaggi più critici, rivendicando di aver impostato l’azione del governo col solo fine di far fronte alla sfida a cui tutti noi siamo stati sottoposti, stanziando oltre 100 miliardi di euro per dare assistenza ai cittadini e alle categorie professionali.

(fonte: repubblica.it)

Ha parlato dell’importanza dell’Italia per il Recovery Fund, che, citando le parole di Conte stesso, potremmo definirlo: “un fondo per la ripresa con titoli comuni europei per finanziare la ripresa di tutti i Paesi più colpiti, tra cui l’Italia”.

“Abbiamo posto le basi per un deciso rilancio della crescita” ha detto, con per poi fare un elenco di tutti gli interventi realizzati dall’insediamento ad oggi, anche a prescindere da quelli emergenziali. Ha proceduto fino ad esprimere il forte imbarazzo e dissenso per una crisi definita senza fondamento:

“Confesso di avvertire un certo disagio per questa crisi che si consuma mentre molti cittadini ancora soffrono per la perdita di qualcuno e per la quale non ravviso alcun plausibile fondamento”.

(fonte: fanpage.it)

Una crisi che ha giudicato ormai comunque incancellabile, dalla quale non si può più tornare indietro, citando anche la storica frase di Giulio Cesare “il dado è tratto”. Non nasconde tutta la sua perplessità e il giudizio negativo, verso questa situazione che ritiene dannosa per il Paese, gettandolo nello scompiglio.

«Ora si volta pagina, il Paese si merita un governo coeso che lavori a un’incisiva ripresa della nostra economia»

Ha, poi, spiegato come il suo sia stato uno dei governi che hanno cercato di coinvolgere sempre tutto il Parlamento, nonostante non siano mancati disappunti dall’opposizione.

Non rinuncia a definire gli attacchi mediatici a lui rivolti, come aspri e inadeguati.

Nonostante la pacatezza dei suoi toni e la decisione di non scagliarsi apertamente contro Renzi, di cui il nome non pronuncerà per tutto il discorso, evitando un atto d’accusa diretto, rimane chiara la chiusura rivolta a quest’ultimo:

“Non si può pensare di recuperare quella fiducia che serve per lavorare nell’interesse del paese”.

In ultimo, ha parlato apertamente della necessità di dar vita a una nuova maggioranza europeista e contro i sovranisti. Ha espresso il bisogno di “persone in grado, ma soprattutto con la voglia, di mantenere alta la dignità della politica.”

“Aiutateci”, questa la richiesta del premier, rivolgendosi alle forze parlamentari, volenterose di salvare il Paese e la politica italiana. Ha chiesto il contributo politico di “formazioni che si collegano alle migliori tradizioni democratiche, liberali, popolari, socialisti“.

Si è rivolto alle Istituzioni, affinché sappiano ripagare la fiducia dei cittadini italiani, che hanno sopportato e continuano a sopportare i sacrifici richiesti.

Eleonora Genovese