Libia: Liberati i pescatori di Mazara Del Vallo. La storia e i motivi del rapimento

Redazione Attualità
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Dopo 108 giorni è avvenuta la liberazione dei pescatori sequestrati in Libia. Il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Esteri hanno portato a termine la loro scarcerazione.

Liberi i pescatori italiani sequestrati in Libia – Fonte:avvenire.it

Sono in 18 i membri dei due pescherecci italiani (8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi) trattenuti nella roccaforte del generale Khalifa Haftar dal primo settembre, con l’accusa di aver invaso le acque libiche, trovandosi a circa 80 miglia dalla costa di Bengasi. Sebbene ancora non siano noti i dettagli della contrattazione, è stato necessario l’intervento personale di Giuseppe Conte e di Luigi Di Maio per far avvenire la trattativa del rilascio.

Questione di invasione

A lanciare l’allarme sono state altre due imbarcazioni che si trovavano nelle vicinanze. Gli equipaggi di “Medinea” e “Antartide” partiti da Mazara del Vallo sono stati bloccati dalle motovedette dell’Est libico, poichè rivendicavano l’invasione in una porzione di mare usata come propria zona economica esclusiva per lo sfruttamento delle ricchezze, come possessori unilaterali di quella fetta dal 2005.

La denuncia dei pescatori siciliani –Fonte:vita.it

La questione che pone i diritti di navigazione e lo sfruttamento delle acque marine rimane un tema molto discusso dai paesi costieri del Mediterraneo.  La sovranità esercitata da ogni singola Nazione, di pari grado ed intensità a quella affermata sulla terraferma, è legittimata entro il mare territoriale, porzione adiacente alle coste che si estende per un massimo di 12 miglia nautiche, che corrispondono a circa 22 chilometri. Ciascun Stato però deve garantire il libero passaggio delle navi straniere, a meno che mettano a repentaglio la pace e l’ordine.

Delitti commessi in acque internazionali –Fonte:difesaonline.it

La zona tra le 12 e le 24 miglia nautiche, è detta contigua, in cui il Paese ha potere di controllo sulle imbarcazioni estranee affinchè possa tutelare il proprio territorio da eventuali reati che queste possono commettere. Nonostante ciò, come riferisce il Giornale di Sicilia la Libia rivendica da anni frazioni di mare ben più ampie da quelle legittimate di oltre 62 chilometri.

Ipotesi del fermo

Tra le più accreditate risulta essere quella di realizzare trattative politiche con l’Italia, trasformando i pescatori come merce di baratto. Sarebbe stata avanzata da parte di Bengasi la richiesta di uno “scambio di prigionieri”, che prevedeva l’estradizione di quattro libici condannati in Italia come scafisti per un’attraversata avvenuta nel 2015 in cui persero la vita 49 migranti. Tesi disfatta dal ministro per i Rapporti col Parlamento Federico D’Incà, affermando che le istanze di tale organizzazione non erano “nè confermate né in alcun modo formalizzate”.

Libia, i pescatori di Mazara del Vallo in ostaggio –Fonte:globalist.it

Il giornalista Francesco Mezzapelle, di Prima Pagina Mazara, spiegava che tra le ipotesi possibili vi poteva essere una connessione per il mancato accordo commerciale del 2019. Tale collaborazione doveva avvenire tra la federazione italiana Federpesca e un’agenzia di investimento del generale libico. L’obiettivo era quello di permettere ad alcuni pescherecci italiani di pescare nella loro zona comando unilaterale attraverso il pagamento di una quota mensile. Il malcontento generato dall’assenza di un concordato avrebbe potuto inasprire gli animi libici che per “ripicca” potrebbero aver indetto l’arresto. Ciò può essere motivato dal fatto che l’Italia riconosce come governo legittimo quello di Serraj, avversario di Haftar.

Le condizioni dei pescatori

Questi erano rinchiusi in un edificio presidiato e fortificato da un muro di cemento che circonda l’area. Per raggiungerlo era necessario superare un posto di blocco presidiato da uomini in uniforme verosimilmente appartenenti a reparti speciali della marina. Non potendo uscire dal palazzo, i prigionieri trascorrevano le giornate tra le brandine e la televisione unico svago concesso. Dopo il lungo silenzio dal 16 settembre il contatto con le famiglie è avvenuto tramite una breve telefonata del 10 novembre.

Sebbene siano state garantite “buone” condizioni di salute a livello fisico, non è da escludere che una situazione così tesa abbia potuto provocare dei danni all’apparato psicologico dei soggetti.

La trattativa

Durante i 108 giorni le famiglie dei pescatori hanno continuato a chiedere a gran voce l’intervento del Governo. Sono state perciò organizzate manifestazioni a Mazara del Vallo e sit-in a Roma in piazza Montecitorio, davanti alla sede del Parlamento.

L’urlo dei parenti dei pescatori di Mazara Del Vallo –Fonte:tp24.it

La vicenda è così giunta fino a Bruxelles, prendendo i connotati di un vero caso diplomatico. L’appello promosso dall’Unione Europea richiedeva da parte delle autorità libiche il rilascio immediato, poiché i soggetti erano trattenuti da settembre senza che fosse avviata alcuna procedura legale. Ciò sembra aver accelerato l’impegno del Governo che il 17 dicembre ha visto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio partire alla volta di Bengasi per realizzare la trattativa finale per la loro liberazione. Il Premier ha informato il Capo di Stato, che ha espresso grande apprezzamento per l’impegno versato a favore del conseguimento dell’esito positivo. Di Maio ha pubblicato così in un post su Facebook

“Grazie all’Aise (la nostra intelligence esterna) e a tutto il corpo diplomatico che hanno lavorato per riportarli a casa. Un abbraccio a tutta la comunità di Mazara del Vallo. Il Governo continua a sostenere con fermezza il processo di stabilizzazione della Libia. È ciò che io e il presidente Giuseppe Conte abbiamo ribadito oggi stesso ad Haftar, durante il nostro colloquio a Bengasi. Viva l’Italia”

Immensa è la gioia delle famiglie, del vescovo e del sindaco di Mazara Del Vallo di accogliere finalmente dopo tre mesi i loro cari come uomini liberi, considerandolo come “il regalo di Natale più bello”.

Liberi i pescatori italiani sequestrati in Libia da oltre 100 giorni –Fonte:avvenire.it

Giovanna Sgarlata