Evasione fiscale da 15 milioni di euro. Maxi sequestro a un imprenditore messinese

Redazione Attualità
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C’è chi sceglie di intraprendere la via all’insegna della massima “pagare le tasse è immorale” di sgarbiana memoria,  e c’è chi invece percorre, non senza sacrificio, la via opposta e più onesta.

Che il messinese A. G. avesse già da tempo prediletto la prima, è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Messina la quale, dopo complesse verifiche fiscali, è riuscita a scovare un’evasione di circa 15 milioni di euro tra IVA, sanzioni e imposte sui redditi.

 

Maxi sequestro operato dalla Guardia di Finanza di Messina per oltre 2 milioni di euro di fatture false. Fonte: Gazzetta del Sud.

 

L’indagine

Fatture per operazioni inesistenti per oltre 2 milioni di euro è l’accusa rivolta all’imprenditore 52enne, occupato nel settore delle pulizie. La frode sarebbe stata commessa da tre società, tutte collocate in territorio messinese, che fanno capo allo stesso gruppo di sua proprietà.

Grazie a un intricato incrocio di flussi finanziari, sarebbe stato possibile trasferire ingenti somme di denaro dal conto corrente della società debitrice del fisco ai conti delle altre realtà societarie, sottraendosi così al doveroso pagamento delle imposte.

Secondo i finanzieri, le analisi della documentazione amministrativa e contabile della società di pulizie hanno fatto luce su “complesso schema ideato per evitare il pagamento dell’IVA dovuta e costituirsi un credito inesistente“. Immediata la confisca di circa 205mila euro su proposta della procura e secondo la disposizione del giudice del Tribunale di Messina.

I precedenti

A. G., in realtà, non è nuovo alle indagini finanziarie. Già tempo addietro è stato coinvolto, insieme al fratello, nella cosiddetta inchiesta “Tekno“. Ad operare insieme ai due, un 62enne, originario di Matera, V. L..

Alcuni mesi fa, l’imprenditore era stato nuovamente oggetto di un importante sequestro per una cifra pari a 6,5 milioni di euro.

L’indagine riguardava un nucleo di circa 13 società, dislocate sia a livello locale sia nazionale, e includente diversi settori: edilizia, alberghiero, ristorazione, trasporti, pulizie. Anche qui, tutte riferibili a un’unica società con al vertice l’imprenditore messinese.

Non finisce qui. All’epoca infatti, l’imprenditore inoltre titolare di un appalto ospedaliero nel Nord Italia, per il servizio di pulizia e sanificazione. Dopo poco tempo, però, tale appalto viene ceduto per l’esigua somma di 20mila euro a una società fittizia, sempre a lui riconducibile. Questa operazione non era nient’altro, infatti, che un passaggio di soldi, poi spariti, da una società sotto il suo nome, a un’altra, peraltro con nome quasi uguale, di V. L..

 

 

Alessia Vaccarella