Si chiude la ricerca del nuovo Commissario per la Sanità calabrese

Redazione Attualità
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Guido Longo (fonte: repubblica.it)

C’è voluto molto tempo e cinque tentativi andati a vuoto, perché si arrivasse alla designazione di un nuovo Commissario alla Sanità in Calabria. È stato scelto Guido Longo, uomo delle Forze dell’Ordine in pensione dal 2018. Molti, forse troppi giorni di tensioni, tra nomine respinte e passi indietro. Il governo ha accelerato per mettere la parola fine ad una situazione aggravata dall’emergenza sanitaria attuale. Così ha proceduto con la nomina, arrivata in concomitanza del passaggio della Calabria da zona rossa a regione arancione.

Un deficit enorme  e 26 compiti da portare a termine

Tutelare la salute di quasi 2 milioni di cittadini nonostante i numeri impressionanti dovuti ai feroci tagli degli ultimi dieci anni e l’aumento incontenibile dei costi da sostenere. Questa è la situazione che si pone davanti al neo Commissario e che ha spaventato i precedenti candidati.

Nel 2009 si era raggiunta la soglia dei 239 milioni di debito. L’anno successivo si diede inizio a un piano di rientro del deficit e solo dopo, progressivamente si raggiunsero i 30,6 milioni nel 2013. Quello che sembrava un traguardo più vicino, all’improvviso è tornato ad essere di nuovo lontanissimo: fatti di nuovo i conti, si è scoperto che molte voci iscritte a bilancio erano inesatte così come i calcoli eseguiti. Ad esempio, solo il Policlinico di Catanzaro ha un disavanzo di 154 milioni. Il debito, nel 2019, perciò, è risultato nettamente superiore, ammontando a 116 milioni di euro.

Numerosi i tagli dalle conseguenze disastrose, tra cui quelli ai posti letto negli ospedali, diminuiti del 40%, passati, quindi, da 3 ogni mille abitanti nel 2013 a 1,95 nel 2018. Cinque ospedali chiusi nella provincia di Reggio Calabria, sei in quella di Cosenza, uno a Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. A questo corrisponderebbe un taglio del personale pari a 3.800 dipendenti. 300 milioni spesi dalla Regione per far curare i suoi cittadini in strutture di altre regioni, lo scorso anno.

I commissari incaricati di rimettere ordine al dissesto dell’azienda sanitaria di Reggio Calabria – sciolta per infiltrazioni mafiose nel 2019 – scrissero, in una loro relazione, di una manifesta e reiterata incapacità di gestione e dell’assenza di approvazione dei bilanci dal 2013.

I compiti del nuovo Commissario, dunque, sono in tutto 26. Vanno dalla riorganizzazione della rete ospedaliera alla razionalizzazione della spesa sanitaria, dalla definizione dei tetti per i contratti con i privati, alla completa implementazione dei flussi informativi in termini di completezza e qualità.

La Calabria diventa regione arancione (fonte: strettoweb.it)

Un uomo di giustizia pronto per un nuovo compito

“Un uomo delle istituzioni, che ha già operato in Calabria, sempre a difesa della legalità», ha scritto il presidente del Consiglio Conte su Longo. «Ho accettato come atto d’amore verso la Calabria, la regione in cui mi sono formato professionalmente. Il mio è anche un dovere istituzionale verso il Governo, che mi ha scelto e che ringrazio.” ha risposto Longo.

Nessuna esitazione da parte sua né della sua famiglia nel lasciarlo accettare. La moglie, poliziotta, a differenza della consorte di Eugenio Gaudio, ex rettore della Sapienza, finita nella polemica per aver detto di non volersi trasferire a Catanzaro, è pronta a sostenere Longo.

Catanese, molti incarichi e una carriera iniziata e chiusa proprio in Calabria, dalla prima nomina nella mobile di Reggio al ruolo di prefetto a Vibo Valentia. Famoso nella lotta alla criminalità organizzata, è detto Ghostbusters (acchiappafantasmi) per i tanti latitanti arrestati. Figura chiave della mobile di Palermo per la cattura dell’assassino di Libero Grassi, Salvatore Madonia. Capo della Dia di Napoli quando fu incastrato Angelo Nuvoletta, il mandante dell’omicidio di Giancarlo Siani. Ha avuto il compito di guidare il gruppo Yanez che arrestò il boss Francesco Schiavone, detto Sandokan, appena venne fuori dal suo bunker. Come questore di Palermo vietò, per motivi di ordine pubblico, i funerali del boss Bernardo Provenzano.

“Io non ho paura, non l’ho mai avuta nella mia vita di uomo delle Istituzioni e sono sempre andato là dove lo Stato mi ha chiesto di andare. Sarà così anche questa volta” ha detto commentando i tentativi falliti prima per la designazione di un Commissario, la fermezza ha contraddistinto le sue prime dichiarazioni.

Consapevole della grande interferenza della ‘ndrangheta nelle questioni calabresi è altrettanto convinto dell’onestà di moltissimi altri calabresi, per cui vuole lavorare sodo e riprendere da dove aveva lasciato. La Calabria è un posto che conosce bene e il suo ultimo incarico lo ha svolto proprio a Vibo Valentia. Uno dei suoi ultimi obiettivi è stato, proprio, far in modo che venisse costruito un nuovo ospedale in questa città, per cui convocò anche un tavolo tecnico. Dalla sanità ripartirà per un nuovo capitolo della sua vita da uomo di Stato:

“Nel 2018 andai in pensione. Ma ora sono tornato”.

 

Rita Bonaccurso