Calabria. Un altro triste episodio nella scena politica

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Arrestato il presidente del Consiglio regionale

(fonte: ilfattoquotidiano.it)

Si chiama Domenico Tallini, 68 anni, il presidente del Consiglio regionale della Calabria, che ora si trova ai domiciliari con l’accusa di aver dato supporto alla cosca “Grande Aracri“, nel suo progetto di reimpiego di proventi illeciti, attraverso la costruzione di una società avente lo scopo di distribuire prodotti medicinali mediante farmacie e parafarmacie.

In cambio, l’esponente di Forza Italia avrebbe ricevuto appoggio elettorale da parte della cosca, per elezioni regionale del 2014.

Da Tallini contributo concreto ad associazione

L’indagine che portato all’arresto di Tallini riguarda i suoi presunti rapporti con la cosca calabrese. I fatti risalgono al 2014, quando, secondo il Pubblico Ministero, il presidente avrebbe agevolato la cosca per l’avvio di alcune attività, finite al centro dell’inchiesta “Farma Business”. In cambio, avrebbe ricevuto sostegno dal gruppo criminale per le elezioni regionali di quel novembre.

“Il presidente del consiglio regionale della Calabria è attualmente accusato di scambio elettorale politico-mafioso. L’articolo 416 ter. c.p. , recita che: Chiunque accetta la promessa di procurare voti mediante le modalità di cui al terzo comma dell’articolo 416 bis in cambio dell’erogazione di denaro o di altra utilità è punito con la reclusione da sei a dodici anni.”

Concorso esterno in associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso.

Due le attività investigative, condotte dai carabinieri di Catanzaro e Crotone, dirette e coordinate dal procuratore Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dai sostituti procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio. Le indagini hanno riguardato l’operatività della cosca della ‘ndrangheta, “Grande Aracri” di Cutro, nell’area di origine e nel catanzarese.

Concorso esterno in associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso sono i reati di cui viene accusato Tallini. Secondo quanto riporta l’ordinanza, durante la sua carica di assessore regionale, interveniva «presso gli uffici pubblici» per «agevolare e accelerare l’iter burocratico per il rilascio di necessarie autorizzazioni nella realizzazione del Consorzio FarmaItalia e della societàFarmaeko Srl“, che prevedeva la distribuzione di medicinali da banco», promuovendo anche «la nomina del responsabile del relativo ambito amministrativo regionale» e inducendo «i soggetti preposti a rilasciare la necessaria documentazione amministrativa e certificazione».

Compare nell’ordinanza di 357 pagine, il nome di un tale Domenico Scozzafava, “grande elettore di Tallini”, il quale si sarebbe speso notevolmente per eliminare ogni ostacolo burocratico-amministrativo per la nascita di una compagine imprenditoriale. Tallini, inoltre, avrebbe imposto l’assunzione e l’ingresso, quale consigliere, del proprio figlio Giuseppe, così da contribuire all’evoluzione dell’attività del Consorzio farmaceutico, fornendo il suo contributo, nonché le sue competenze e le sue conoscenze anche nel procacciamento di farmacie da consorziare. Gli atti dimostrano che Tallini era ben consapevole di prestare un rilevante contributo all’associazione criminale e che il ritorno elettorale da alcuni luoghi in cui la cosca ha potere, era dovuto alla possibilità di intimidazione che la stessa indubbiamente ivi detiene.

Il reato di corruzione elettorale, di cui Tallini è complice, da tempo, macchia le dinamiche elettorali di varie regioni d’Italia. Trattandosi di figure delittuose postula che, laddove gli accordi intercorsi tra il candidato e il sodalizio criminoso travalichino l’ambito strettamente proprio della competizione elettorale, occorrerà operare dei distinguo.

Invece, i reati contestati alle altre 18 persone finite al centro dell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, secondo le indagini condotte dal Gip sono: impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. A eseguire gli arresti tra le provincie di Crotone, Catanzaro e Roma, questa mattina all’alba, sono stati i carabinieri del Comando provinciale di Crotone.

 

(fonte: corriere.it)

La carriera politica fino all’ “impresentabilità”

Nato a Catanzaro, nel gennaio 1952, sposato con figli, perito elettronico ed ex dipendente Enel, era alla sua quarta legislatura, l’ultima, la più importante, come presidente del Consiglio regionale della Calabria. Eletto nel marzo 2020, nella circoscrizionale Calabria centro con la lista di Forza Italia, con oltre 8mila preferenze. In carica fino all’ultima seduta del Consiglio, sciolto poi per la prematura scomparsa della Presidente Jole Santelli, lo scorso 10 novembre. Era soprannominato, proprio per il gran numero di voti ricevuti durante tutta la sua carriera politica, “Mister Preferenze”. Coordinatore di Forza Italia nella provincia di Catanzaro, è un politico di lungo corso. La sua carriera è iniziata tra le fila del Movimento Sociale. A Catanzaro è stato consigliere comunale tra il 1981 e il 2017 e, inoltre, assessore comunale allo Sport e agli Affari Generali. Uno dei fondatori del movimento “Calabria Libera” nel 1990 e del Polo Civico, poi nel 1994 del “Movimento civico per il Sud”. Nel ’99 l’esperienza da assessore alla Provincia e poi come consigliere regionale, per la prima volta, nel 2005 con l’Udeur. Si era candidato alle elezioni regionali del 2000 e del 2014, nella circoscrizione Calabria centro, con Forza Italia, ma nel 2010 con il PDL.  Ha ricoperto la carica di vicepresidente della IV Commissione consiliare “Assetto, Utilizzazione del territorio e Protezione dell’ambiente”. Nelle politiche del 2018, era capolista per Forza Italia nel collegio uninominale di Catanzaro. Non venne eletto e, due anni più tardi, si ripresenta alle regionali del 2020 sostenendo la candidatura a governatore della Santelli. La Commissione Parlamentare Antimafia lo indicò come “impresentabile, ma nonostante ciò vinse le elezioni. Il centrodestra non prese le distanze, anzi l’ha scelto persino come guida di Palazzo Campanella.

 

 

Maria Cotugno

Rita Bonaccurso