Chi era Gigi Proietti: un ultimo saluto al primo One man show italiano

Redazione Attualità
REDAZIONE ATTUALITÀ
Attualità
#addiogigi #gigiproietti #mandrake cinema Roma

Oggi, lunedì 2 novembre, ci lascia all’età di ottant’anni, nel giorno del suo compleanno, Luigi Proietti, per gli “amici” Gigi: teatrante, mattatore, attore di cinema e tv, doppiatore, conduttore e direttore artistico.

L’attore romano si trovava nella clinica in gravi condizioni già da una quindicina di giorni, ma la famiglia aveva voluto mantenere il massimo riserbo; aveva avuto un attacco cardiaco, soffriva già di problemi al cuore. Nella clinica anche le due figlie, entrambi attrici, Susanna e Carlotta, e la moglie Sagitta Alter.

Biografia e carriera teatrale

Gigi Proietti nasce a Roma il 2 novembre del 1940. Appassionato di musica sin da bambino, suona la chitarra, il pianoforte, la fisarmonica e il contrabbasso, e nel tempo libero inizia a esibirsi come cantante nelle feste studentesche, nei bar all’aperto, e nei night-club più celebri della capitale.

Iscrittosi quasi per caso al Centro Teatro Ateneo, è stato allievo di personaggi di spicco come Arnoldo Foà, Giulietta Masina e Giancarlo Sbragia. Dopo la maturità classica, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università ‘La Sapienza’ ma interrompe gli studi a sei esami dalla laurea.

Intervista Gigi Proietti Unomattina – Fonte: RaiPlay

“La mattina frequentavo le lezioni, il pomeriggio provavo all’Ateneo, la sera cantavo nei locali notturni.”

Inizia allora a frequentare il corso di mimica del Centro Universitario Teatrale tenuto da Giancarlo Cobelli, il quale, notando subito le sue qualità di musicista, lo scrittura per uno spettacolo d’avanguardia da lui diretto, “Can Can degli italiani”, per poi interpretare senza sosta numerosi spettacoli teatrali sino a “A me gli occhi, please”, del 1976. Gigi segnò uno spartiacque nel modo di intendere il teatro, totalmente privo di guida registica, ebbe modo di scatenare la sua dote attoriale poliedrica come monologhista, cantante, imitatore, ballerino, in estenuanti tour de force, tali da attribuirgli il soprannome di One Man Show.

Sempre molto riservato sulla sua vita privata, nel 1967 Gigi Proietti sposa un’ex guida turistica svedese, Sagitta Alter, dalla quale ha due figlie: Susanna e Carlotta.

La carriera di Gigi negli anni ’70 passa anche attraverso la radio, con la conduzione di due stagioni del Gran Varietà.

Nel 1978 nasce il suo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche per giovani attori, dopo essere diventato direttore artistico del Teatro Brancaccio di Roma. Una grande scuola che ha sfornato celebri nomi del mondo dello spettacolo, tra cui Flavio Insinna, Rodolfo Laganà, Chiara Noschese, Enrico Brignano, Giorgio Tirabassi, Francesca Reggiani e Gabriele Cirilli.

Il cinema: da attore a regista

Gigi esordì sul grande schermo a soli 14 anni, con un cameo nel film di Vittorio Duse del ’55 Il nostro campione. Successivamente interpretò una piccola parte in Se permettete parliamo di donne, film del 1964 diretto da Ettore Scola. Nel 1966 il suo vero e proprio debutto sul piccolo e sul grande schermo nel ruolo di un maresciallo dei carabinieri, personaggio che reinterpreterà, ben 30 anni dopo, in una delle serie Rai più amate di tutti i tempi: “Il maresciallo Rocca“.

La prima esperienza al cinema da protagonista arrivò nel ’68 nel film L’urlo di Tinto Brass. Il boom per la sua carriera si ebbe nel 1970 quando fu chiamato a sostituire Domenico Modugno, che aveva avuto un incidente, nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Alleluja brava gente, nel ruolo di Ademar.

Il Mandrake – Fonte: Tom’s Hardware

Nonostante il sodalizio con il cinema non abbia spesso dato i frutti sperati, raggiunse la consacrazione cinematografica nel 1976 con il celebre Febbre da cavallo, film di Steno, nel ruolo dell’incallito scommettitore Bruno Fiorelli, detto Mandrake, che con il passare degli anni è divenuto un vero e proprio film di culto, tanto da meritare un sequel nel 2002, con la regia dei fratelli Vanzina (con i quali iniziò un vero e proprio sodalizio).

Dalle “mandrakate” alla scena del “whisky maschio” è forse questo il ruolo interpretato da Gigi Proietti più amato di sempre.

Intraprese simultaneamente anche la carriera di doppiatore, da Gatto Silvestro nel 1964, alla voce prestata ai grandi divi hollywoodiani, da Robert De Niro a Dustin Hoffman, senza dimenticare la sua interpretazione nei panni del Genio in Aladdin.

Nel 1983 debuttò come conduttore televisivo, guidando la quarta sfortunata edizione del varietà Fantastico 4, diretto da Enzo Trapani. Riscuoterà maggiore fortuna come protagonista degli one-man show targati Rai “Io a modo mio” e “Di che vizio sei?”. Come regista televisivo debuttò nel 1990 con una delle prime sitcom italiane, “Villa Arzilla”, basato sulle vicende di un gruppo di anziani pensionanti in una casa di riposo; otto anni più tardi si auto dirigerà nel film Un nero per casa dove interpretò la parte principale di un architetto.

Gli Anni 2000

L’attore prende parte nell’ultimo decennio a diversi ruoli tra televisione, “Preferisco il Paradiso”, “Il signore della truffa“, “Una pallottola nel cuore”, “L’ultimo papa re“, e cinema, “Tutti al mare“, “Box Office 3D – Il film dei film”, “Ma tu di che segno 6?”.

Lavora anche come giudice al talent “La pista“, condotto dal suo allievo Flavio Insinna, e a “Tale e quale show” condotto da Carlo Conti.

Nel 2016 debutta come attore al teatro Globe Theatre, da lui fondato nel 2003, portando in scena lo spettacolo “Omaggio a Shakespeare“. Nel 2017 conduce in prima serata su Raiuno il varietà “Cavalli di battaglia“.

Nel 2019 conduce in diretta su Raiuno l’evento inaugurale di “Matera capitale europea della cultura 2019”, compare nella prima puntata di “Meraviglie – La penisola dei tesori”, programma condotto da Alberto Angela, e a dicembre fu protagonista al cinema, nel ruolo di Mangiafuoco, in “Pinocchio”.

Negli ultimi mesi ironizzò molto sulla “nuova normalità” a cui siamo costretti, causa corona virus:

Fonte: Il Fatto Quotidiano

 “Quando sento dire ‘non bisogna allarmarsi’, è il momento in cui mi preoccupo” 

Aveva prestato la sua voce anche a uno spot Rai dedicato agli anziani, nonni come lui: “Restiamo a casa. Prima finisce tutto, prima andremo ‘ndo ce pare”; il giorno del Natale di Roma, il ventuno aprile, in pieno lockdown, era apparso in video, intervistato da Rainews 24, dedicando uno speciale sonetto alla Città eterna; infine a luglio aveva presentato la stagione del Globe Theatre, il suo teatro shakespeariano-elisabettiano nel cuore di Villa Borghese.

Si spegne oggi, rendendo ancor più triste un anno già duro. Nato e morto a Roma, casa sua, lascia una eredità insormontabile. In moltissimi stanno visitando gli esterni della clinica e lasciando mazzi di fiori, tra questi anche allievi della scuola di recitazione, perché tutti sono e saranno sempre “amici” di Gigi.

Manuel de Vita