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Alla Dottoressa Lorena Quaranta

Universome Redazione
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Vita Universitaria

Questa mattina Lorena Quaranta è stata proclamata dottoressa in Medicina e Chirurgia con la votazione di 110/110 e lode accademica. 

La pergamena di laurea è stata consegnata alla famiglia della giovane, durante la cerimonia svoltasi nell’Aula Magna del Rettorato.

La consegna della pergamena di laurea alla madre di Lorena – Fonte: unime.it

Erano presenti, fra gli altri, gli amici e colleghi del Corso di laurea, i Prorettori, i Direttori di Dipartimento, il Procuratore aggiunto della Procura di Messina, dott.ssa Giovannella Scaminaci, la dott.ssa Caterina Minutoli (in rappresentanza del Prefetto di Messina), la dott.ssa Maria Andaloro, ideatrice della campagna “Posto occupato” e la Presidente del Comitato Unico di Garanzia d’Ateneo, prof.ssa Concetta Parrinello.

Tanti anche i partecipanti in streaming grazie alla diretta trasmessa sulla pagina Facebook dell’Università, che ha permesso di celebrare il ricordo di Lorena uniti in un abbraccio simbolico nonostante il periodo di pandemia.

La tesi di Lorena dal titolo Immunodeficienze selettive: la candidiasi mucocutanea cronica”, discussa dall’amica e collega dott.ssa Vittoria Patorno, è stata introdotta dal relatore prof. Carmelo Damiano Salpietro che ha tracciato un ricordo di alcuni momenti del percorso di studi della studentessa:

La cosa che più ricordo di Lorena era il suo entusiasmo per ciò che stava facendo. Quando è stata accolta in reparto ha subito simpatizzato con i colleghi e con i pazienti, soprattutto quelli più piccoli. Ricordo con piacere il ventennale di un convegno durante il quale ha fatto da speaker ed ha presentato i  relatori. A Natale mi fece recapitare un biglietto d’auguri in cui mi svelò il suo più grande sogno, cioè, diventare pediatra. Sono sicuro che lo avrebbe realizzato e sarebbe stata bravissima, preparata e competente, come lo è stata durante le ricerche per la sua tesi.

Lorena non era soltanto una studentessa modello, ma anche una figura di riferimento, come traspare dalle commosse parole delle amiche presenti alla cerimonia:

Lorena era una ragazza solare, sempre con il sorriso sulle labbra. Era molto socievole, infatti conosceva molte persone all’Università e riusciva ad adattarsi ad ogni contesto. Umile, altruista e disponibile, non ha mai negato aiuto a nessuno ed era sempre pronta a disinnescare ogni diverbio. Era molto studiosa: sognava di diventare medico da quando aveva 5 anni. Anche se non è entrata subito nella facoltà di Medicina non si è arresa, dimostrando grande caparbietà; la stessa che ha dimostrato nel suo percorso di studi, che non ha mai messo in dubbio, nonostante le batoste che caratterizzano gli anni di Università di qualsiasi studente. Era un “treno in corsa”: aspettava la sua laurea perché era il suo destino, un percorso sentito da anni e che ha fortemente voluto e costruito. Ha cercato questa strada, senza mai fermarsi o tentennare: se cadeva lo faceva sempre in piedi.

           Slide conclusiva della tesi di laurea di Lorena. In foto il sesto anno di Medicina e Chirurgia a.a 2019/2020

Abbiamo avuto modo di ascoltare le parole del Magnifico Rettore al termine della cerimonia.

Ogni studente universitario sogna e pianifica il giorno della laurea forse ancor prima di cominciare il suo percorso di studi. Oggi il coronamento di questo percorso arriva per Lorena e per la sua famiglia anche se non come avremmo voluto. Quale segnale ha voluto dare con questa giornata dedicata alla famiglia, alla comunità studentesca e cittadina?

È il segnale di una famiglia che si ritrova. Ci prendiamo cura dei nostri studenti fin dal momento in cui si iscrivono come se fossero i nostri figli, li cresciamo e li accompagniamo durante il loro percorso per far sì che quel sogno che rincorrono possa diventare realtà.  Abbiamo fortemente voluto che fossero gli amici e colleghi di Lorena, attraverso la voce della dott.ssa Vittoria Patorno, a completare il suo percorso di studi – e non un collega universitario – proprio per dare il segnale di una famiglia e quindi anche dei suoi figli, dei suoi colleghi, che si sono riuniti insieme nel suo ricordo in un giorno così importante.

L’amica e collega di Lorena, la dott.ssa Vittoria Patorno – Fonte: unime.it

Tra le autorità abbiamo ascoltato anche la prof.ssa Giovanna Spatari, Prorettore al Welfare e alle politiche di genere.

La presenza oggi di numerosi studenti qui al Rettorato, ma anche in diretta streaming, uniti nel ricordo di Lorena, è sicuramente un segnale forte da parte della comunità studentesca. Ma cos’altro possiamo fare nel quotidiano per fronteggiare la violenza di genere, avendo come punto fermo giornate come questa?

Purtroppo se c’è una laurea alla memoria per una giovane donna vittima di femminicidio, tutto quello che noi pensiamo di avere fatto non è sufficiente. Questo è un momento in cui la comunità accademica si riunisce per celebrare Lorena e consegnarle quello che le era dovuto: la ratifica della laurea, dal momento che era una studentessa brillante. Nella nostra città c’è il massimo impegno, i risultati purtroppo non sono quelli che noi speriamo, ma c’è un tavolo tecnico coordinato dalla Prefettura, ci sono associazioni di volontariato, centri donne antiviolenza. Credo che voi ragazzi dobbiate fare un’azione di sensibilizzazione importante, parlando con i vostri coetanei, spiegando che determinati comportamenti di possesso, di violenza, non sono identificativi dell’amore. Il territorio dispone di strumenti e mezzi per cercare di aiutarvi. Sicuramente non è facile denunciare, ma dobbiamo unire le forze e lavorare insieme.

Sul ruolo di “Posto occupato” nei luoghi che rappresentano la cultura abbiamo interrogato la dott.ssa Maria Andaloro, ideatrice della suddetta campagna.

Oggi “occupiamo un posto” che per noi tutti ha un nome e un volto. Le locandine della sua campagna hanno fatto il giro di università, cinema, teatri, tutti luoghi di cultura. Quanto è importante la giornata di oggi per mostrare le potenzialità della cultura stessa come arma contro la violenza di genere?

La giornata di oggi è un momento per riconoscere l’impegno e il lavoro di Lorena nella sua attività di studentessa della facoltà di Medicina e Chirurgia attraverso la consegna della pergamena. È importante il segnale del “Posto occupato” perché fa capire che quel posto che avrebbe dovuto occupare lei c’è, ma purtroppo un atto di violenza non le ha permesso di essere qui con noi. Ed è questo il significato: Lorena era una studentessa, ma sarebbe potuta essere giornalista, avvocato, attrice, consigliera comunale […]; qualsiasi attività stesse svolgendo, le è stato impedito di farlo, da qui nasce la presenza di Posto occupato in luoghi diversi e di cultura, in Italia e anche all’estero. Questa cerimonia deve anche farci comprendere la portata del problema.

La dott.ssa Andaloro ha poi aggiunto:

Vorrei ringraziare l’Università che ha voluto organizzare questo momento importante per riconoscere a Lorena la sua identità, il suo ruolo nella società che le è stato tolto da una persona che diceva di amarla. Purtroppo è questo il modus operandi della violenza, che ci fa rendere conto di come possa accadere a chiunque. Bisogna chiedere aiuto, denunciare, fidarsi e affidarsi alle istituzioni: è meglio intervenire subito, perché dopo è troppo tardi.

Quel giorno di marzo avremmo solo voluto portare il tempo indietro: oggi il tempo è andato avanti e Lorena è dottoressa in Medicina e Chirurgia.

Redazione UniVersoMe