Ad Amantea protesta per l’approdo di migranti positivi al Covid-19

Redazione Attualità
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Circa 200 persone hanno bloccato una strada provinciale ad Amantea, comune in provincia di Cosenza, per protestare contro il trasferimento in un centro accoglienza locale di 13 migranti positivi al Coronavirus. I 13 migranti, tutti asintomatici, facevano parte di un gruppo di 70 persone soccorse in mare sabato, al largo di Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria: tra questi si contano 48 adulti e 20 minorenni, che sono stati trasferiti tra Bova e Amantea dove operano due strutture attrezzate al fine di effettuare ulteriori accertamenti e garantire la quarantena. Altri 20 migranti, tutti minori, sono ospitati in una struttura messa a disposizione del comune di Roccella Jonica, presidiata dalle forze dell’ordine. Tra i 20 minori ce ne sono 5 risultati positivi. I migranti sono stati, poi, sottoposti al test per il Coronavirus all’ospedale di Reggio Calabria e 28 sono risultati positivi.

Ad Amantea alcuni cittadini si sono sdraiati a terra, occupando precisamente la Statale SS18, per protesta e chiedendo sicurezza e il trasferimento immediato dei migranti in un centro più idoneo. A tal proposito, i migranti sono stati isolati in una struttura al centro della cittadina senza alcun contatto con l’esterno.

La protesta ha cagionato gravi disagi al traffico veicolare, infatti si è deciso di schierare l’esercito. Dopo un’intera giornata di tensioni, blocchi stradali, proteste e sit-in contro il trasferimento in paese dei 28 migranti bengalesi salvati dal Mediterraneo, di cui 13 risultati positivi al Covid-19, la Prefettura di Cosenza ha deciso di affidare ai militari la sicurezza della struttura in cui sono ospitati. La protesta tuttavia non si placa. I migranti sono ospitati in una palazzina non distante da altre abitazioni ed Amantea, tra l’altro, è stata colpita dal Covid-19 fortemente nei mesi scorsi e il contagio ha determinato due vittime.

Tuttavia, i manifestanti hanno deciso di sospendere la protesta per 24 ore, in attesa di capire cosa accadrà. A breve dovrebbe iniziare un nuovo sit-in di fronte al Comune, retto da commissari prefettizi dopo lo scioglimento per mafia dell’amministrazione. Ma a nulla è servito l’incontro, avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, fra una delegazione di cittadini e le autorità.

Il sindaco di Roccella Jonica, Vittorio Zito è intervenuto in merito all’accoglienza di alcuni minori non accompagnati per placare un po’ le acque, dichiarando che:

Se è un dovere organizzare l’accoglienza dei minori non accompagnati, tutti ragazzi fra i 13 e i 15 anni che hanno negli occhi la tristezza della fuga dalla propria casa, il dolore per quello che hanno visto e la paura per il futuro, lo fai al meglio e basta” ha scritto su Facebook. La tutela della salute dei cittadini di Roccella è una priorità, ma è possibile gestire in sicurezza la situazione senza generare alcun pericolo per i cittadini e i turisti, ma facendo attenzione a non abbandonare nemmeno per un istante la preoccupazione di garantire il pieno rispetto della dignità di questi esseri così fragili. Sappiamo che dobbiamo farlo, perché è nostro dovere di uomini farlo. Anche a Bova Marina, dove è stato trasferito un altro gruppo di naufraghi, è bastata la convocazione di un consiglio comunale straordinario previsto per stasera per tranquillizzare i cittadini.

Non manca l’intervento anche della Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli:

L’unica soluzione in grado di evitare pericoli per la salute della popolazione calabrese non può che essere quella di procedere alla requisizione di unità navali, da dislocare davanti alle coste delle regioni italiane maggiormente interessate dagli sbarchi, a bordo delle quali potranno essere svolti i controlli sanitari sugli immigrati e potrà essere assicurata, in caso di positività, l’effettuazione del periodo di quarantena obbligatoria. Mi aspetto una risposta rapidissima da parte del governo e avverto che, in caso contrario, non esiterò ad agire, esercitando i miei poteri di ordinanza per emergenza sanitaria, vietando gli sbarchi in Calabria. Voglio evitare un braccio di ferro con il governo, ma ho l’obbligo di difendere i calabresi e chi ha scelto di passare in Calabria le proprie vacanze.

 

Piero Cento