Uccisione Soleimani: l’Iran emette un mandato d’arresto per Trump e alcuni americani

Redazione Attualità
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È stato annunciato ieri, dal procuratore capo di Teheran, il mandato d’arresto internazionale per “omicidio e terrorismo” nei confronti del presidente americano Trump e di un’altra trentina di persone, tra militari e civili.
La motivazione è l’uccisione dell’influente generale iraniano Qassem Soleimani, lo scorso gennaio.

Il generale era una figura di spicco, capo infatti delle milizie al-Quds dei Guardiani della Rivoluzione, la forza d’élite dell’esercito della Repubblica islamica.

Ma cosa è accaduto lo scorso gennaio?

Il 3 gennaio 2020 un attacco drone statunitense ha ucciso il generale sull’aeroporto internazionale di Baghdad, in Iraq.
Tuttavia, per comprendere questa azione è necessario che si ricordi anche il contesto precedente.

In Iraq, tempo prima, era stato ucciso un contractor americano (che è un soldato professionista con contratto per svolgere attività militari) a causa del lancio di alcuni razzi.

Il presidente Trump, in risposta, aveva richiesto quindi un raid contro la milizia irachena coinvolta nell’attacco, e fortemente legata all’Iran.

Al raid americano gli iracheni, probabilmente spinti dall’Iran, reagiscono assaltando l’ambasciata USA a Baghdad creando diverse proteste violente. È il 31 dicembre 2019.

Assalto ambasciata USA a Baghdad, ilsussidiario.net

La risposta americana alle immagini delle violenze dei manifestanti alle strutture dell’ambasciata è repentina: il 3 gennaio 2020, Trump ordina l’attacco aereo che ucciderà il generale Soleimani.

L’Iran aveva promesso di vendicarsi e adesso è stato emesso il mandato d’arresto.
Teheran, la capitale dell’Iran, ha chiesto l’emissione di una “red notice” all’Interpol.
Questo sistema prevede che venga inviata una richiesta alle forze di polizia mondiali di localizzare e mettere in fermo una persona.
Tuttavia, già ieri, è stato dichiarata la volontà di non prendere in considerazione una richiesta del genere.
L’organizzazione infatti non può compiere atti di natura politica, o che influenzino le relazioni politiche tra le nazioni.

Anche se ufficialmente il mandato d’arresto non verrà formalizzato, l’Iran ha voluto compiere un’azione di grande impatto che risuona in tutti i media internazionali.

Un’altra vendetta l’Iran l’aveva compiuta all’inizio di questo giugno.
Il 9 giugno infatti è stata dichiarata la condanna a morte di Mahmoud Mousavi Majd. L’uomo, un cittadino iraniano, è stato dichiarato colpevole di spionaggio.
L’accusa è quella di aver lavorato per conto della Cia e del Mossad, agenzie di intelligence rispettivamente americana e israeliana.
Tra le informazioni fornite ci sarebbe anche la localizzazione del generale Soleimani. Il portavoce della magistratura iraniana, Gholamhossein Esmaili, ne aveva annunciato l’imminente impiccagione.

Sul mandato d’arresto gli esperti suggeriscono si tratti di una mossa propagandistica, tipica della narrazione iraniana sulla volontà di non voler essere da meno nelle dimostrazioni di forza con gli Stati Uniti.

Anche per questo motivo i media statunitensi e il presidente Trump al momento non stanno riservando particolari attenzioni all’emissione di questo mandato d’arresto.
Tuttavia non sono esclusi nuovi sviluppi, perchè il confornto Iran-USA di certo non finisce qui.

Angela Cucinotta