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Gaetano Martino: un messinese che sembriamo aver dimenticato

Cultura Locale
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“L’Italia appartiene a due differenti sistemi storico-politici. Essa è insieme continentale e mediterranea. […] Tra i vantaggi c’è quello di poter collegare le parti diverse e distinte dell’Europa. […] In particolare, noi possiamo congiungere, mediare, collegare i problemi del Mediterraneo.”

Con queste parole lo statista Gaetano Martino descriveva l’immagine geopolitica del suo Paese, che servì per buona parte della sua vita, ora come studioso, ora come Ministro, ora come visionario. Siciliano, nato a Santo Stefano di Briga (ME) il 25 novembre 1900, visse gli anni di grande cambiamento dell’Italia e del mondo, essendone vero e proprio attore. Medico – laureatosi alla Sapienza di Roma – dimostrò fin da subito due grandi amori: uno per la scienza e l’accademia universitaria (fu Rettore prima a Messina e poi alla Sapienza di Roma), l’altro per la politica, in particolare la politica estera.

Salvatore Nucera © – Statua di Gaetano Martino, situata nei pressi di Piazza Unione Europea

Ma cosa rese grande questa persona?  E – soprattutto – in che modo il suo ricordo può essere da esempio nei burrascosi tempi odierni?

Ripercorriamo insieme la sua storia, durante la quale riuscì non solo a portare Messina nel mondo, ma anche il mondo a Messina.

1° Giugno 1955, I ministri degli esteri riuniti a Messina; nell’ordine (da sinistra verso destra): Johan Beijen (Paesi Bassi), Gaetano Martino (Italia), Joseph Bech (Lussemburgo), Antoine Pinay (Francia), Walter Hallstein (Danimarca), Paul-Henry Spaak (Belgio).

È proprio con questo spirito che egli è ricordato come fautore della “Conferenza di Messina”, evento – tenutosi tra l’1 ed il 3 Giugno 1955 – rievocato come occasione di “rilancioper l’Europa. In quegli anni il progetto europeo stava capitolando rovinosamente, vista la mancata creazione della Comunità europea di Difesa per il voto contrario della Francia. Da qui, gli Stati del Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi avvertirono la necessità di convocare d’urgenza una conferenza per gettare le basi di una più fattibile integrazione economica. L’evento si tenne a Messina poiché Martino – allora Ministro degli Esteri – si trovava in Sicilia per partecipare all’appuntamento delle elezioni regionali (tenutesi il 5 giugno 1955).

Joseph Bech filma sotto lo sguardo divertito dei colleghi Paul-Henry Spaak e Johan Beijen durante il loro soggiorno a Messina

Senza dilungarci troppo sui tecnicismi della conferenza, basti qui ricordare due cose: la prima è che è grazie a quell’evento si si approdò ai Trattati di Roma del 1957 (con cui si fondarono la CEE e l’EURATOM); la seconda – che forse non tutti sanno – è che gran parte delle trattative non si svolsero a Palazzo Zanca, bensì sui gradini del Teatro greco di Taormina!

Questo è quanto emerge da fonti ufficiali: il Ministro del Lussemburgo J. Bech ammise che non era stato ancora raggiunto alcun accordo e che serviva una nuova riunione (la quale si svolse proprio a Taormina, dove i ministri si erano recati per villeggiare). Dopo ore di negoziato – tra le due e le cinque del mattino del 3 giugno – i sei riuscirono a trovare un accordo definitivo.

Salvatore Nucera © – Lapide commemorativa della Conferenza di Messina posta sulla facciata destra di Palazzo Zanca

In quell’occasione Gaetano Martino dimostrò le sue abilità politiche. Con parole di stima lo ricordava il Ministro del Belgio P. H. Spaak:

“Martino era effettivamente un uomo del Mezzogiorno, con i suoi entusiasmi, le sue passioni, i suoi eccessi e le sue suscettibilità. […] Le sue convinzioni atlantiche ed europee gli hanno sempre permesso nelle grandi discussioni e nei momenti delle decisioni importanti, di essere dalla parte buona”

Meridionale, europeo e ben conscio dello scacchiere internazionale, Martino diede prova del suo valore in numerose occasioni. Nel 1956 fece da mediatore nella crisi del Suez tra Francia, Regno Unito, Spagna ed Egitto. Tali Stati intendevano estendere il proprio controllo sul quel territorio, che assicurava la via più veloce per collegare l’Europa all’India. Contrariamente al controllo esclusivo del canale, Martino lottò per il riconoscimento di un “principio di libera di navigazione comune” tanto alle forze d’Occidente quanto a quelle del Levante, in coerenza con una prospettiva internazionale in cui l’Italia ha sempre assunto un ruolo cruciale, sia in termini geografici che culturali.

La NATO information service ricorda Gaetano Martino a due mesi dalla scomparsa nell’editoriale del settembre 1967

Quest’opera di mediazione gli valse il titolo di “saggio” dell’Alleanza Atlantica. Quando il confronto-scontro USA-URSS era particolarmente avvertito, egli, insieme ai ministri degli esteri norvegese e canadese, fu autore di un dettagliato reportage sulle politiche di cooperazione internazionale non-militare, fondando le basi per il Comitato Occidentale per il Disarmo.

La sua esperienza fu provvidenziale anche nel suo incarico di delegato ONU per la risoluzione del conflitto tra l’Alto Adige e l’Austria, riuscendo a placare le pretese di estensione nazionali provenienti da Vienna.

Il comitato dei “tre saggi” della NATO; nell’ordine (da sinistra verso destra): Halvard Large (Norvegia), Gaetano Martino, L. B. Perarson (Canada)

Esponente di spicco del Partito Liberale Italiano, nelle istituzioni europee ci si riferisce ancora a lui come “lo spirito di Messina”, ricordando quella conferenza che cambiò le sorti delle generazioni successive. Tuttavia, anch’egli conobbe le brutture che la vita spesso riserva agli uomini di Stato. Nel 1963 – eletto da un anno Presidente del Parlamento Europeo – la Storia gli fece incontrare un altro gigante dei suoi tempi: il Presidente USA John F. Kennedy.

 

L’incontro avvenne un mese prima dell’assassinio del Presidente americano, il quale era divenuto celebre anche per l’essere riuscito a ridurre le tensioni tra USA e Russia, trovando un accordo con il Presidente Nikita Chruščёv sul controllo militare di Cuba.

Martino ricordò la morte di Kennedy con queste parole:

“Io non so se l’atteggiamento assunto da Kennedy al tempo di Cuba sia all’origine della tragica conclusione della sua vita. Certamente è stato proprio quell’atteggiamento a dare l’avvio ad una nuova fase della politica internazionale, la quale, mentre ha visto accrescersi la forza morale dell’Occidente, ha anche permesso all’unanimità […] di intravedere una nuova luce che conforta la comune speranza in un avvenire meno incerto e meno oscuro”.

Scomparso all’età di soli 67 anni, Gaetano Martino pare aver ancora molto da insegnare. Il suo essere visionario lo aveva addirittura portato a concepire un’Università Europea, che vedesse “la cultura come fine e non come mezzo”, affinché l’unità dell’Europa fosse serva della cultura invece che servirsi di essa (il progetto ha avuto un esito positivo, fondando l’European University Institute sito a Fiesole).

Stando alle recenti cronache, il mondo sembra aver dimenticato i principi valoriali da lui professati: solidarietà, multiculturalismo, democrazia. Esempio ne siano i tragici eventi verificatisi in America, le recenti notizie di politica espansionistica turca, le titubanze di alcuni Stati europei nel dare una risposta chiara e netta alla crisi economica.

A noi il dovere di portare alto il ricordo della sua memoria.

Salvatore Nucera

 

Bibliografia

Danielli L., Gaetano Martirio e le trattative del disarmo, Rivista di Studi Politici Internazionali, Vol. 34, No. 4 (Ottobre-Dicembre 1967), pp.528-563.
Danis F., Hofmann H, Robins P., Delorenzi F., Hurring M., Roquet M., Il rilancio europeo: dalla conferenza di Messina ai trattati di Roma, 1955-1956, in Catalogo dell’esposizione elaborato dagli archivi generali della Commissione della Comunità europea.
Martino G., L’università europea, in Rivista di Studi Politici Internazionali, Vol. 29, No. 1 (Gennaio-Marzo 1962), pp. 9-27.
Melchionni M.G., Rivista di Studi Politici Internazionali, Vol. 22, No. 3 (Luglio-Settembre 1955), pp. 496-500.
Melchionni M. G., Gaetano Martino e l’Europa: le testimonianze di Roberto Ducci e Giuseppe Vedovato, Rivista di Studi Politici Internazionali, Vol. 61, No. 3 (243) (Luglio-Settembre 1994), pp. 386-392.
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Vedovato G., Ricordo di uno statista liberale: il disegno politico di Gaetano Martino, in Rivista di Studi Politici Internazionali, Vol. 44, No. 3 (175), (Luglio-Settembre 1977), pp. 517-519.
Vedovato G., Gaetano Martino: l’Italia e l’Europa, Rivista di Studi Politici Internazionali, Vol. 45, No. 1 (177) (Gennaio-Marzo 1978), pp. 97-1012.
Archivio Storico del Senato, Gaetano Martino