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“EVALI”, la malattia polmonare delle sigarette elettroniche: un’epidemia poco conosciuta

Scienza & Salute
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In periodi di pandemia non puo’ che essere pertinente uno dei pensieri più duraturi del filosofo danese Søren Kierkegaard , il quale per tutta la sua vita sostenne che “la vita deve essere vissuta in avanti, ma in realtà può essere compresa solo guardando indietro”. Questo pensiero riveste un ruolo centrale nelle epidemie.

Una di queste, che è stata scarsamente posta in risalto, è l’ “epidemia” data dalla sigaretta elettronica e dal danno polmonare associato all’uso del prodotto, che è stato compreso dall’opinione pubblica per la prima volta solo nell’agosto 2019 negli USA.

 

Il complottismo dell’ultim’ora ha perfino cercato di bollare questo allarme come qualcosa di studiato a tavolino dalle lobby del tabacco che con le e-cigarettes stavano perdendo terreno. Ma adesso, poiché questo focolaio si è ridotto di intensità, è opportuno dare uno sguardo indietro alla cosidetta EVALI o “malattia dello svapo” (illegale). Va precisato infatti che a creare il dannopolmonare non è il semplice utilizzo della sigaretta elettronica , ma un utilizzo scorretto e con sostanze illegali a base di THC.

Un recentissimo articolo del dott. Werner sul New England Journal of Medicine pone l’attenzione proprio su questo aspetto. Il 18 febbraio 2020 sono stati confrontati i primi 60 pazienti deceduti per EVALI con 2558 pazienti che sono stati ricoverati in ospedale per lo stesso motivo, ma sono sopravvissuti.

In sostanza, i pazienti deceduti per EVALI avevano una probabilità nove volte maggiore di avere una malattia polmonare ostruttiva cronica e più del doppio delle probabilità di avere asma. Oltre a ciò, presentavano una probabilità cinque volte maggiore di avere malattie cardiovascolari (principalmente ipertensione arteriosa) rispetto ai non esposti. 

Il numero di casi di “malattia dello svapo” ha avuto il suo picco nel settembre 2019 a cui è seguito un forte declino, in coincidenza della spiacevole scoperta che la maggior parte di questi pazienti aveva inalatovapore da liquidi di sigarette elettroniche contenenti la vitamina E acetato, una sostanza apparsa nei prodotti illeciti per e-cigarettes a base di THC negli Stati Uniti nei mesi precedenti.

Fonte: applied radiology.com Le immagini mostrano una lesione polmonare associata all’uso di sigarette o prodotti elettronici con un quadro di polmonite secondario allo svapo di tetraidrocannabinolo (THC) in un uomo di 18 anni.

Questo composto chimico è risultato quasi costantemente nello studio del lavaggio broncoalveolare in questi pazienti, ed è di conseguenza emerso come il principale candidato alla tossicità responsabile di EVALI.

Sembra comunque improbabile che una singola tossina riesca a dare malattie così diverse tra loro. Infatti, come molti degli “svapatori” sapranno (o forse no?) il vapore di sigaretta elettronica può contenere una miscela diversificata di sostanze chimiche, alcune con potenziale tossico o cancerogeno noto, ma molte altre delle quali non sono noti gli effetti dell’inalazione.

Queste evidenze suggeriscono come stiamo assistendo a più di una sindrome della malattia polmonare indotta dallo svapo: una sindrome acuta e grave che colpisce un gran numero di utenti di sigarette elettroniche e un’altra sindrome più lieve che colpisce una percentuale molto più piccola di utenti o richiede un tempo più lungo per manifestarsi (la maggior parte, fortunatamente).

Conosceremo solo in futuro la reale entità del problema, ma le evidenze scientifiche ci dicono con certezza che dobbiamo affrontare questo problema con molta più attenzione. Infatti, sebbene la fase peggiore del boom di casi di questa nuova malattia, l’ EVALI, possa ora considerarsi superata, sono milioni gli utenti di sigarette elettroniche che disconoscono il problema.

Questi non possiedono ancora praticamente alcuna protezione contro i potenziali danni che potrebbero derivare da migliaia di dispositivi e liquidi per sigarette elettroniche in gran parte non regolamentati sul mercato. In questo, sarà necessario che la Food and Drug Administration e agenzie governative simili impongano regolamenti ferrati e ben precisi sulla composizione, fabbricazione, controllo della qualità e test di questi prodotti, rimuovendo ovviamente, tutti i prodotti non conformi dal mercato.

Se così non fosse, non ci sarà nulla per prevenire una potenziale epidemia di malattie polmonari croniche o altri focolai simili a EVALI che emerge dall’uso diffuso di sigarette elettroniche.

Luigi Asmundo