Self-Made: il coraggio di credere in sè stessi

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La vita di successo di alcune personalità è stata spunto d’ispirazione per libri, film e serie prodotti negli anni.
Le capacità emotiva di superare gli ostacoli, non abbattersi, sapersi rialzare dai cazzotti che la vita tira hanno sempre connotato con fascino narrazioni, che probabilmente non l’avrebbero avuto.

Self made: la vita di Madam C.J Walker, che è chiara fin dal titolo (fatta da sé), ci porta a ripercorrere le tappe fondamentali della carriera e della vita di Sarah Breedlove (interpretata da Octavia Spencer).

La storia di un’imprenditrice, filantropa e attivista statunitense considerata la prima donna americana (di colore) diventata milionaria.

Fonte: www.greenme.com

La forza di credere in sé stessi, il coraggio di investire nelle proprie idee, partire da zero e costruire un  impero solido: questa è la storia di Sarah Breedlove, e della sua evoluzione, umana ancor prima che imprenditoriale in Madam C.J Walker.

Lo show originale targato Netflix, che trae riferimenti letterari dalla biografia On Her Own Ground di A’Leila Bundles, racconta la trasformazione di un sogno in realtà e una vita, vissuta con tenacia, spirito e passione, che offre allo spettatore uno spettro ampissimo di spunti di riflessione e di coinvolgimento emotivo.

Sarah, incarnata con mirabile efficacia da Octavia Spencer, è un’afroamericana che lavora come lavandaia per sopravvivere ad una vita che la relega ad una prigione di sofferenze immense, dalle quali pare non possa esserci via d’uscita.

Fonte: www.movietime.com

Emotivamente toccante è la perdita dei capelli di Sarah, momento che più di ogni altro nella serie trasporta il drammatico dolore di vivere della protagonista nel cuore di chi la guarda.

La svolta, quasi inaspettata, arriva dall’incontro rivelatore con Addie Munroe ( Carmen Ejogo), che le offre i suoi prodotti per capelli in cambio dei suoi servizi come lavandaia.

Madam C.J, con commovente temerarietà d’animo, comprende che quella vita la sta soffocando, come una scintilla privata dell’ossigeno per poter bruciare.

Dopo essersi sposata con Charles James Walker (Blair Underwood), che le darà parte del nome, espande la propria attività manifatturiera, costituisce la Madam C.J. Walker Manufacturing Co.

Le sofferenze, le sconfitte, ed il coraggio di mettersi in gioco saranno benzina emotiva per quella fiamma alla quale era stata, da sempre, preclusa la possibilità d’accendersi.

Presto Madam Walker diviene una figura rilevante nella comunità afroamericana, un esempio concreto di emancipazione tutta al femminile, in un periodo nel quale essere di colore era un ostacolo in più.

Fonte: www.hallseries.com

Sarebbe stato affascinante avere una prospettiva di indagine sulla persona, oltre che sulla donna d’affari.

La miniserie (contenuto al quale Netflix riserva sempre più investimenti) dedica alla parte più dura e probabilmente più rilevante della vita di Sarah soltanto una parte del primo capitolo.

Uno spettro di visione forse limitato che, invece di analizzare le profondità della anima di Madam C.J, si accontenta di mostrarci la scalata inarrestabile al successo. Un’emozione, forse un po’ strozzata, che non ha tempo di venir fuori nella successione di eventi che lasciano poco spazio alla scoperta intima dei personaggi.

La regia e la fotografia si attestano su un  buon livello tecnico, con alcune scelte inedite per un prodotto seriale (lunghe sequenza di ripresa).

Altrettanto originale la presenza di alcuni brani hip hop che scuotono ritmicamente lo svolgimento della narrazione.

Il vero plus della serie esprime la propria potenzialità mediante il trasporto emotivo suggestionato dalle interpretazioni delle attrici protagoniste.

Se siete in cerca di un contenuto alternativo e di qualità, Self-Made fa assolutamente per voi.

Antonio Mulone