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Cinema rompicapo: 5 film che metteranno a dura prova la vostra mente

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Spesso un buon film è un’ottima occasione per evadere un po’ dai pensieri della nostra routine che ci schiaccia. A questo scopo, quale film migliore se non uno che ci arrovella così tanto il cervello da costringerci a spremere ogni nostro neurone per venire a capo di enigmi e controverse meccaniche presenti nella storia che stiamo guardando?

Eccovi dunque cinque film la cui visione potrebbe tenervi svegli tutta la notte nel tentativo di capire cosa abbiate appena visto.

1) Fight Club (David Fincher, 1999)

Tratto dall’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk, il film si pone come una forte critica alla società contemporanea volta al consumismo più sfrenato.

Il protagonista è un impiegato in una società di assicurazioni interpretato da Edward Norton che, durante un viaggio di lavoro, incontra Tyler Durden (Brad Pitt) il quale conduce uno stile di vita diametralmente opposto al suo e rappresenta tutto ciò che l’impiegato vorrebbe essere. I due fondano un club dove gli uomini danno sfogo ai loro istinti violenti in combattimenti clandestini a mani nude, che ben presto comincia a mutare diventando un’organizzazione dalle proporzioni più grandi volta alla messa in atto di veri e propri attacchi terroristici contro le principali sedi del potere economico della città, sfuggendo al controllo del protagonista.

La nostra mente però può giocarci brutti scherzi e a volte la realtà che vediamo può rivelarsi ingannevole.

Edward Norton e Brad Pitt in una scena del film. Fonte: movieplayer.it

2) Donnie Darko (Richard Kelly, 2001)

Film che non ha bisogno di presentazioni in cui un giovanissimo Jake Gyllenhaal, ancora agli albori della sua carriera attoriale, interpreta Donnie, un liceale che sembra essere affetto da schizofrenia, poiché è l’unico a poter vedere Frank: quest’ultimo è un uomo con un vestito da coniglio che lo invoglia a compiere azioni sempre più drammatiche, senza che Donnie riesca ad opporsi al suo volere.

Tutto ha inizio con un incidente aereo che distrugge la camera del protagonista, il quale miracolosamente si salva per un attacco di sonnambulismo a causa del quale si sveglia nel bel mezzo di un campo da golf. La storia si snoda quindi tra paradossi temporali e wormhole fino ad arrivare a un finale che tuttora divide gli spettatori offrendo varie interpretazioni.

Donnie, la sua fidanzata Gretchen e Frank al cinema. Fonte: thevision.com

3) Mr. Nobody (Jaco Van Dormael, 2009)

All’interno di questa surreale pellicola veniamo catapultati in un futuro in cui l’uomo ha scoperto un trattamento che permette di vivere per sempre. Ma Nemo Nobody, interpretato da Jared Leto, ha 118 anni ed è l’ultimo uomo a non essersi sottoposto al suddetto trattamento e – di conseguenza – sarà l’ultimo uomo sulla Terra a morire.

Giunto quasi alla fine dei suoi giorni viene intervistato da un giornalista che gli chiede di raccontargli la sua vita. Inizia così un viaggio a ritroso nelle memorie dell’anziano che analizza tutte le scelte che l’hanno condotto fino a quel momento, ripercorrendo tre età fondamentali della sua vita. Si scoprirà che non sempre l’inizio e la fine del concetto che chiamiamo “tempo” sono come ce li aspettavamo.

Nemo Nobody (Jared Leto) a visita dal suo medico. Fonte: filmpost.it

4) Inception (Christopher Nolan, 2010)

Vincitore di 4 premi Oscar vanta anche un cast di tutto rispetto tra cui Leonardo Di Caprio e l’inseparabile coppia Tom Hardy/Cillian Murphy.

Cosa accadrebbe se un estraneo prendesse il controllo dei nostri sogni? Questo è possibile in Inception grazie a un macchinario che permette di entrare nei sogni delle persone e impiantare delle idee nella mente dei sognatori. Questa pratica è, tuttavia, molto pericolosa: stare troppo dentro un sogno ed entrare sempre più a fondo nella mente di qualcun altro può far perdere il contatto con la realtà. Una continua alternanza di sequenze tra sogno e realtà che conduce a un finale ricco di incertezze e che spinge ogni spettatore a chiedersi se il protagonista stia ancora sognando o sia sveglio.

Il totem di Dom Cobb (Leonardo Di Caprio). Fonte: auralcrave.com

5) Madre! (Darren Aronofsky, 2017)

Madre! rappresenta probabilmente la più grande sfida che il regista ha lanciato alla critica cinematografica, essendo il film un concentrato di metafore e simbolismi spinti spesso anche all’eccesso.

Il film è avvolto da un alone di mistero, complice anche la mancanza di nomi dei personaggi: ad esempio, i due protagonisti, interpretati da Jennifer Lawrence e Javier Bardem, sono chiamati semplicemente “madre” o “Lui”. All’inizio della storia veniamo introdotti alla tranquilla vita della giovane coppia che vive in una bella casa isolata dal resto del mondo, anche se non lo rimarrà a lungo: assisteremo infatti all’arrivo di uno straniero che si è perso e viene invitato dal padrone di casa a fermarsi per la notte. Da questo momento la coppia verrà travolta da una serie di eventi che porteranno alla distruzione della loro realtà.

Jennifer Lawrence in una scena nella casa. Fonte: movieplayer.it

Viene da chiedersi come questi registi possano partorire delle storie così intricate, ma in fondo sono pur sempre degli artisti e si sa che per esserlo bisogna essere un po’ strani. Anche se, come ci insegna Donnie Darko, “strano” può essere anche un complimento.

Davide Attardo