Casa di riposo da incubo sequestrata a Palermo

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Mentre l’Italia è ancora in piena emergenza Coronavirus e le residenze sanitarie assistenziali sono sotto il mirino di controlli e indagini per negligenze in termini di contenimento del contagio degli ospiti, in una casa di riposo di Palermo si compivano violenze e maltrattamenti nei confronti degli anziani presenti nella struttura. Attraverso le telecamere di sorveglianza nascoste, la Guardia di Finanza ha potuto raccogliere i ripetuti episodi di violenza fisica e psicologica contro gli anziani: schiaffi, calci, spintoni, bastonate, insulti, persone legate alla sedia a rotelle, che in alcuni anziani hanno innescato comportamenti di autolesionismo e tentativi di suicidio.

“Se ti muovi ti rompo una gamba, devi morire, puoi crepare, sei una schifosa, devi dire che fai schifo”, sono solo alcune delle violenze verbali perpetrate dalle assistenti della casa di riposo Bell’Aurora di Palermo. Ed è così che dopo 2 mesi di indagini il nucleo della Guardia di Finanza, coordinato dalla Procura della Repubblica, ha arrestato sei donne, mentre il giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo della società che gestisce la residenza per anziani palermitana.

Inoltre, secondo le prime rilevazioni, la società che gestiva la struttura risulta imputabile anche per bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio. Nell’ordinanza, il Gip sottolinea l’urgenza di interrompere un orrore quotidiano, evidenziando come l’indole criminale e spietata degli indagati impone l’adozione della custodia cautelare in carcere ritenuta l’unica proporzionata alla gravità e alla immoralità della condotta e l’unica a contenere la disumanità degli impulsi. Inoltre, gli anziani ospiti della casa di riposo Aurora, saranno adesso sottoposti anche a controlli medici visto che all’interno della struttura non sono mai state adottate le procedure per il contenimento del Coronavirus.

A finire in manette, dunque, sei donne tra le quali l’amministratrice della casa di riposo, nonché referente delle società precedentemente fallite che hanno avuto in mano la gestione della Residenza sanitaria assistenziale dal 1992 in poi e che, inoltre. avrebbe potuto contare su alcuni appoggi esterni, tra cui amministratori esterni (incluso un impiegato comunale) e altri soggetti compiacenti.

In tutta Italia, sin dall’inizio dei controlli dei Nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma) presso le Rsa, sono state chiuse 15 strutture e 61 persone sono state denunciate per mancato rispetto delle procedure da applicare nelle residenze sanitarie assistenziali per il contenimento dei contagi da Covid-19: oltre il 17% di quelle sino ad ora controllate presenta irregolarità.

Tuttavia, in questo periodo molto difficile per il nostro Paese e per tutti gli altri nel mondo, non è la prima volta che si sente parlare di questo assurdo tema. Infatti, da quando l’epidemia iniziò a diffondersi in tutta Italia, vari sono stati i casi di questo tipo, soprattutto nella regione Lombardia.

Ad esempio, gli investigatori della GdF, qualche giorno fa, si sono presentati negli uffici del Pio Albergo Trivulzio di Milano,  con decreti di perquisizione e acquisizione di documenti, tra cui cartelle cliniche, per far luce su almeno 143 morti tra marzo ed oggi.

E in questa maxi inchiesta in più filoni, su una diffusione di contagi da Covid-19 legata a presunte carenze ed omissioni che avrebbero causato centinaia di decessi nelle case di riposo milanesi, anche la squadra specializzata di polizia giudiziaria è andata, nel frattempo, a perquisire altre residenze. Intanto, la strage silenziosa negli istituti per anziani continua a non risparmiare nemmeno le altre province lombarde e indagini e blitz si moltiplicano. Solo nei primi giorni di aprile i carabinieri del Nas di Brescia hanno effettuato una quindicina di ispezioni nelle case di riposo bergamasche, mentre il Nas di Milano è entrato in quelle milanesi, ma anche delle province di Como, Varese e Monza.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

Piero Cento