Quando l’attore diventa il personaggio

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Ha da pochi giorni compiuto 47 anni il protagonista di una delle interpretazioni più realistiche della storia del cinema.

Adrien Brody dagli inizi degli anni 2000 è considerato uno dei migliori interpreti a livello internazionale. Durante la sua carriera ha lavorato con grandi registi ed ha preso parte a numerosi film di successo come La sottile linea rossa (1998) di Terrence Malick, Il Pianista (2002) di Roman Polanski, The village (2004) di M. Night Shyamalan, King Kong (2005) di Peter Jackson, The Experiment (2010) di Paul Scheuring, Midnight in Paris (2011) di Woody Allen (cameo), Grand Budapest Hotel (2014) di Wes Anderson.

Adrien Brody – Fonte: livingadamis.it

Gli inizi

Adrien Brody nasce il 14 aprile 1973 a New York. Incoraggiato dalla madre si iscrive alla scuola d’Arte drammatica e debutta giovanissimo nella sit-com televisiva Annie McGuire.

Trasferitosi a Los Angeles prende parte ad una serie di film indipendenti grazie ai quali inizia a farsi conoscere.

La svolta per la sua carriera cinematografica arriva nel 1997 quando entra a far parte del ricchissimo cast del film  La sottile linea rossa (1998), seppur gran parte delle sue scene vennero tagliate in fase di montaggio.

Ma la consacrazione di Brody a stella del cinema avviene nel 2002 con l’uscita nelle sale del film Il Pianista di Roman Polanski.

Adrien Brody in una scena del film Il Pianista – Fonte: wyborcza.pl

Il Pianista

La pellicola narra la vera storia del pianista polacco Wladyslaw Szpilman durante gli anni dell’occupazione nazista e del ghetto di Varsavia.

Molte scene prendono spunto dalle esperienze personali del regista Roman Polanski, il quale essendo ebreo e polacco le ha vissute sulla sua pelle da ragazzo.

Non a caso lo stesso Adrien Brody ha dichiarato:” Il film racconta la storia di un sopravvissuto raccontata da un sopravvissuto”.

Per interpretare al meglio il ruolo di un ebreo al quale pian piano viene tolta qualsiasi cosa, l’attore ha deciso di lasciare il suo appartamento, vendere la sua macchina e di smettere di utilizzare i cellulari. Ciò non fu sufficiente per Brody, infatti per entrare maggiormente nel personaggio di Wladyslaw è partito per l’Europa, dove in poco tempo ha perso 15 kg ed ha imparato a suonare il pianoforte.

Grazie a quest’ardua preparazione è riuscito a mettere in scena una delle interpretazioni più realistiche della storia del cinema. Nel momento in cui l’attore ha deciso di spogliarsi dei suoi averi è stato capace di trasmettere questa sensazione di vacuità al suo personaggio, plasmandola in un vuoto ancora più profondo alimentato da tutta la tristezza e la disperazione che un ebreo poteva provare in quel tragico periodo.

Adrien Brody tra le rovine di Varsavia nel film Il Pianista – Fonte: cinelapsus.com

Il film è stato girato in ordine cronologico inverso, dalla fine all’inizio; quindi l’attore ha dovuto ripercorrere il percorso psicologico del proprio personaggio al contrario, partendo dalla fine, cioè dal momento sicuramente più intenso della storia.

Già di per sé risulta abbastanza complicato dover  interpretare un ruolo del genere, se in più lo si deve fare partendo dalla conclusione, ovviamente la difficoltà si alza notevolemente. Nonostante ciò comunque la prova d’attore di Adrien Brody è stata magistrale, infatti l’Academy lo ha premiato con l’Oscar per il miglior attore protagonista nell’edizione del 2003.

 

L’interpretazione di Adrien Brody nel film Il pianista costituisce un tesoro preziosissimo nel mondo del cinema. Anche se ha lavorato in altri grandi film ed ha dato prova del suo talento senza mai tirare il freno, in nessuno di questi ha raggiunto il livello ottenuto nella pellicola di Polanski: ma forse questo è impossibile.

Vincenzo Barbera