La scuola al tempo del Covid-19: le opzioni del decreto scuola

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Emanato il decreto per salvare l’anno. La maturità sarà a distanza.

L’obiettivo del Miur è quello di spingere gli studenti ad impegnarsi fino alla fine dell’anno, nonostante l’emergenza. Il passaggio all’anno successivo e i voti finali, infatti,  saranno valutati alla luce dell’impegno tenuto nel corso di tutto l’anno scolastico, compresi questi mesi ultimi mesi di didattica a distanza. E’ questa la ratio con cui è stato emanato il decreto scuola, approvato ieri dal consiglio dei ministri. «Un provvedimento per traghettare gli studenti e la scuola al prossimo anno scolastico», afferma il ministro dell’istruzone.

Per quanto riguarda la maturità, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha più volte ripetuto che gli studenti saranno tutti ammessi all’esame, ma il voto finale sarà basato sui crediti formativi e l’impegno espresso durante l’anno.

E’ escluso quindi il 6 politico ed il decreto scuola di ieri sera recepisce questa visione.

Il Miur ha predisposto dunque due opzioni:

  • se i ragazzi potranno rientrare a scuola entro il 18 maggio, ci sarà un esame con commissione interna dove la prima prova, quella d’italiano, sarà preparata dal Ministero mentre la seconda – diversa per ciascun indirizzo – sarà predisposta dalle commissioni interne. Poi ci sarà l’orale.
  • Se non si rientrerà a scuola, invece, si andrà a svolgere solo l’esame orale “da remoto”, con collegamenti telematici come già avviene nelle università, ma dipenderà comunque dall’evoluzione della situazione coronavirus.

La misura più drastica riguarda l’esame di terza media destinato, tra l’altro, ad essere l’ultimo per la scuola italiana. Anche in questo caso, se non si dovesse tornare tra i banchi di scuola prima del 18 maggio il consiglio di classe dovrà eseguire una valutazione finale degli studenti, probabilmente con uno scrutinio a distanza e l’unico compito assegnato agli studenti sarà quello di comporre una tesina con argomenti indicati direttamente dal ministero.  

Prima della chiusura del suo intervento la ministra inoltre si è scusata per le problematiche sorte al ministero riguardanti le graduatorie per  l’assegnazione dei posti e assunzioni liberatisi nell’estate 2019 in seguito a quota 100.

“Non riusciamo ad aggiornare le graduatorie di istituto e questo è dovuto a procedure vetuste: non riusciamo a portare avanti le domande cartacee. Chiedo scusa io a tutti i precari, li aggiorneremo l’anno prossimo con procedura digitalizzata”. 

Antonio Gullì