Coronavirus, Conte: “Restrizioni prorogate fino al 13 aprile”

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L’Italia resterà blindata anche a Pasqua e Pasquetta. Ieri sera è stato firmato il Dpcm che conferma le precedenti limitazioni con un ulteriore stop agli allenamenti agonistici. Il premier Conte ha annunciato che entreremo nella fase 2 solo quando gli esperti saranno in grado di dircelo e solo a partire da alcuni settori. La terza fase solo quando saremo fuori dall’emergenza. Tuttavia, aumentano nel Paese i contagi, ma calano ricoveri e decessi: un totale di 110.574 casi.

Non si possono, dunque, allentare misure e disagi. Il numero dei morti è consistente e ciò rappresenta senz’altro una ferita che mai si potrà sanare: di fatto, ancora non ci troviamo nella condizione di poter allentare le misure restrittive e alleviare i disagi e risparmiare i sacrifici a cui ognuno di noi è sottoposto.

Nonostante le direttive emanate dal Dpcm, c’è ancora un piccola minoranza di persone che non rispetta le regole. Per questo motivo sono state disposte sanzioni molto più severe, per evitare che la mancanza di buon senso di pochi rechi danni alla moltitudine che sta rispettando le normative.

“Lo sforzo che stiamo facendo ci consentirà di valutare una prospettiva. Nel momento in cui il consiglio degli esperti ce lo permetterà cominceremo con l’allentamento delle misure”, ha detto ieri sera il premier Giuseppe Conte.

Stando a queste sue parole, non si può ancora dar per certo se dal 14 aprile l’Italia ripartirà, perché ancora non ci sono le condizioni di farlo. Sicuramente, analizzando quello che succederà, si inizierà a valutare la prospettiva di una fase 2, quella della convivenza con il virus, per poi entrare nella fase 3 che è quella dell’uscita dell’emergenza con il ripristino delle attività lavorative e sociali.

Durante la conferenza di ieri sera, il premier ha dedicato spazio a due punti molti importanti che in questi giorni sono stati oggetto di forti discussioni. Il primo punto riguarda la ripresa degli allenamenti da parte delle squadre professionistiche. Nel nuovo Dpcm si vietano gli allenamenti anche degli atleti professionisti, per evitare che delle alcune società possano pretendere l’esecuzione di una prestazione sportiva anche nella forma di un semplice allenamento. Il secondo punto riguarda, invece, la presunta autorizzazione nel far uscire i bambini per andare a spasso. Quest’aspetto è stato mal interpretato sin dal principio, perché ciò che è stato concesso è la possibilità da parte di un genitore, di poter portare con sé il proprio figlio per fare la spesa, ad esempio. Ciò non deve essere confuso, quindi rimane vietato recarsi ai parchi giochi o fare le classiche passeggiate.

In tutto ciò, al contempo è importante però la conferma nel rallentamento nei nuovi ricoveri, soprattutto in terapia intensiva, passati dai +42 di martedì ai +12 di mercoledì. Dati forniti dal capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, nel briefing quotidiano con la stampa per fare il punto sulla diffusione dell’epidemia in Italia.

E torna a scendere il numero di decessi giornalieri, che sono 727 in più (contro gli 837 di lunedì su martedì). Sul fronte guariti, il Dipartimento della Protezione civile ne segnala 16.847 (+1118 su ieri, 9 in più sul dato di lunedì su martedì).

Il numero di persone attualmente positive torna a salire rispetto a 24 ore fa, +2.937 contro i +2.107 indicati martedì, portando il totale a 80.572. I guariti sono 16.847 (+1.118) i morti sono 13.155, mentre in isolamento domiciliare sono 48.134 (+2.714, contro i +1.668 di martedì). Il numero di tamponi è salito a 541.423 (+34.455).

 

Piero Cento