Dalla macchina da scrivere alla macchina da presa

Arte & Cultura Pop
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Fonte: Society6 – Girl power we persist

Premettendo che il Women’s day dovrebbe essere everyday, quella dell’8 Marzo rimane una ricorrenza tanto celebrata quanto purtroppo a volte strumentalizzata. Ma le donne vanno oltre e noi vogliamo mostrarvelo, tracciando un percorso.

Abbiamo cercato storie di emancipazione, di sottomissione ma sopratutto di rivalsa, per poter ricostruire a trecentosessanta gradi l’essere donna.

Dalla letteratura, nazionale e internazionale, al cinema, fino a Netflix. Il colosso dello streaming ha confezionato Scelti da Lei – Because SheWatched”, nell’ambito di un progetto dell’ Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donneUN Women – in occasione della festa della donna.

La proposta nasconde, dietro alla grande potenza mediatica, la necessità di celebrale la donna in ogni suo pregio e in ogni sua battaglia.

 

“Penelope alla guerra”Oriana Fallaci

Fonte: Picclick- Oriana Fallaci, Penelope alla guerra

Un romanzo quasi autobiografico che mette in risalto la tenacia e la grinta della giovane protagonista nel ribellarsi alle convenzioni che impongono ad una donna, che pur ha un adeguato livello d’istruzione, di “vivere a metà” negli anni ’50 .

Una Penelope che metaforicamente vorrebbe partecipare alla guerra, ma, in analogia con la moglie di Ulisse, la società sembra voler relegare a un ruolo soltanto dietro le quinte. Gió è un’autrice di sceneggiature che riesce a sfidare i dogmi del suo tempo e forse anche del nostro: dogmi che impongono la figura di un uomo nella vita di qualsiasi donna sia come marito, amante o “capo” in ambito lavorativo.

 

“Il libraio di Kabul” Asne Seierstad

Fonte: Arabpress- la giornalista Asne Seierstad e la copertina del libro

Un reportage della giornalista norvegese che vivrà per un periodo all’interno di una famiglia di Kabul a seguito della caduta del regime talebano raccontandone il loro stile di vita. Il libro mette in risalto la figura femminile nel Medio Oriente. Uno sguardo amaro nel quotidiano di donne che sembrano non avere scelta, di mogli ripudiate, di sorelle, zie, madri e nonne sottomesse al maschio anche acculturato: il capofamiglia è infatti un libraio.

 

“Mona Lisa Smile”Mike Newell

Fonte: Prezi- Mona Lisa Smile

“Mona Lisa Smile” , pellicola del 2003 con Julia Roberts, propone al grande pubblico la storia della professoressa Katherine Watson.

In un collegio femminile degli Usa negli anni ’50, la protagonista trova allieve intente ad apprendere solamente il “bon ton” per diventare ottime mogli e madri. L’anticonformismo di Katherine non è ben visto da studentesse e colleghe all’interno del collegio, nel quale dilaga un’aria conservatrice e tradizionalista.

 

The CrownNetflix

Fonte: Vogue- The Crown, stagione 1

“Scelti da lei” ha fatto sì che donne e istituzioni del mondo dello spettacolo, si impegnassero nel ricercare se stesse in una pellicola o in una serie tv, con donne come protagoniste, registe o produttrici, così da renderci partecipi delle loro idee e magari renderci una parte del tutto.

Questa serie ne è un esempio. The Crown narra di una delle più celebri donne della storia, che amata o odiata è comunque ancora oggi una potenza indiscussa. Sophia Loren ha dichiarato di averla scelta perché : “ci vogliono resilienza e coraggio per essere se stessi”.

Elisabetta II e tutto quello che la circonda sembrano ordine e regole, ma cosa si nasconde dietro?

Una madre, una moglie, una sorella, una figlia costretta a crescere troppo in fretta. Per ritornare alle parole di Sophia, “la resilienza è la capacità di resistere e di affrontare ciò che la società si aspetta da te” e “il coraggio è necessario a non perdere ciò che sei”.

Anche volendo, non troveremmo descrizione migliore della Regina di The Crown di quella appena citata della celebre attrice italiana. Né tanto meno, vorremmo una descrizione diversa per ognuna di noi.

 

Orange Is the New BlackNetflix

Fonte: Cinematographe.it- Orange Is The New Black

Orange Is the New Black è letteralmente un arcobaleno. Creata e diretta da Jenji Kohan, già dalla sigla celebra la donna. La celebra e la condanna, riuscendo a farci innamorare di ognuno dei personaggi. Ogni dettaglio viene criticato, sia per le carcerate che per le autorità, volendo dare dignità ad ognuna di loro, sia dentro Litchfield che fuori.

Che dire, Orange ha completamente stravolto il modo di fare tv e il modo di vedere le cose, al pari con l’attualità ma mettendo la donna al centro: non solo la donna rosa e perfetta, facile da amare e da imitare come Piper o Alex; ma anche la donna che come Suzanne rincorre un pollo in cortile.

Diciamo quindi che con ogni forma d’intrattenimento si è voluto rappresentare l’universo femminile, e ci auguriamo che tale considerazione sia presente anche nella quotidianità, facendo attenzione all’uguaglianza nella diversità tra i due sessi.

Abbiamo capito, alla fine di questo percorso, che la donna è riuscita a rappresentarsi con emancipazione e delicatezza e questo deve essere l’obiettivo di ognuna di noi.

La forza delle donne è diventata una forma d’arte e non c’è niente di meglio che rendere ogni giorno uguale all’8 Marzo, anche senza mimose o cioccolatini.

Barbara Granata e Ilenia Rocca