Odio l’estate: grande ritorno del trio comico più magico d’Italia

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Profondità e leggerezza, la comicità che non stanca mai. Voto UVM: 4/5

Un magnifico ritorno sul grande schermo quello di Aldo, Giovanni e Giacomo nel film Odio l’estate, uscito nelle sale il 30 gennaio.

Perché parlare di ritorno? La penultima fatica cinematografica del trio (Fuga da Reuma Park– 2016) è relativamente recente, ma da un paio d’anni a questa parte in realtà, Baglio e compagni non erano più gli stessi. La comicità semplice ma talora portata all’assurdo, che non cade mai nella volgarità o negli schiamazzi, l’ironia fatta di mimica, gag memorabili, lunghi botta e risposta e battute tutt’altro che scontate non brillavano certo a partire da Il cosmo sul comò (2008), oscurate com’erano da una regia incerta. Tra le altre pecche abbiamo visto trame abbozzate in cui i dialoghi scorrevano a fatica e la risata stentava a decollare.

Con il ritorno alla cinepresa di Massimo Venier, regista dei loro primi lavori fino a Tu la conosci Claudia (2004), è tutt’altra musica!

Fonte: rbcasting.com

Ma parlando appunto di trama,  cosa ha di tanto originale Odio l’estate?

Aldo Baglio, Giacomo Poretti e Giovanni Storti sono tre padri che vogliono trascorrere una serena vacanza con le proprie famiglie in un’isoletta della Puglia. Il caso – o l’errore – vuole che si trovino a prenotare tutti e tre la stessa casa vacanze. Dopo essersi rivolti alle autorità del luogo- un magnifico Michele Placido nei panni di un disincantato maresciallo di provincia, stremato dal caldo estivo- per non ricorrere in lungaggini giuridiche, optano per il compromesso: condividere gli spazi fino alla fine dell’estate. Dapprima scontenti, si ritroveranno come da copione a stringere amicizia.

Cast del film – Fonte:techniprincess,it

A prima vista, insomma, un intreccio scontato di quelli che non mancano certo alla commedia italiana dell’ultimo decennio, ma in realtà un racconto che si rivela originale nei dettagli.
A partire dai personaggi: all’apparenza stereotipati, evolvono nel corso della pellicola rivelandoci lati inaspettati. Abbiamo Aldo tipico meridionale ipocondriaco trapiantato al nord con tanto di famiglia rumorosa a carico, Giacomo, noioso dentista attaccato al guadagno, Giovanni, pignolo proprietario di un negozio di scarpe messo alle strette dalla crisi. E poi le mogli, donne che stavolta sono più che semplice spalla del trio, ruoli ben caratterizzati e affidati a virtuose attrici. Notevole una Lucia Mascino nei panni della nevrotica madre borghese che ha qualche problemino a lasciarsi andare.

Maria di Biase, Lucia Mascino e Carlotta Natoli – Fonte:optimagazine.com

Le differenze di “classe” sono evidenti, ma come in altri film del trio le tematiche sociali sono solo accennate: non si insiste fino allo sfinimento sulle solite dialettiche nord-sud, ricchi-poveri e via dicendo, ma si preferisce puntare piuttosto su ciò che accomuna i personaggi. Giovanni fa cerchi con le mani quando gli mancano le parole, il nostro Giacomino lascia banconote al figlio al posto di un ti voglio bene e Aldo, all’apparenza il più estroverso ed espansivo e voce narrante come in Chiedimi se sono felice, porta con sé un segreto che non può rivelare.

La profondità tipica dei loro primi film viene a galla senza stancare, alleggerita dalle risate e da dialoghi che fluiscono leggeri, affidata anche alle parole dei personaggi minori, per raccontare senza sdolcinatezze di sorta la magia della vita che è come i fuochi d’artificio: “se ci pensi è una minchiata, ma se non ci pensi non è poi così male.

Ma a parlare di magia ci pensano soprattutto le scene che portano la chiara firma di Venier.
Quasi commuovono il cameo di Massimo Ranieri che canta con un Aldo fan incallito “Erba di casa mia”, le sequenze da road movie tipiche del trio e la partita di calcio in spiaggia sulle note di Capossela, chiaro richiamo a Tre uomini e una gamba. Ci viene quasi da dire: “Non ce la faccio, troppi ricordi!

Fonte: lospettacoliere.it

Sottofondo gradevole e azzeccato poi le canzoni di un grande della musica italiana odierna: Brunori Sas!

Lontano dalla grandezza dei vecchi tempi, ma omaggio non meno maturo, Odio l’estate è in definitiva un film che rende giustizia alla bistrattata comicità italiana!

Angelica Rocca