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Epidemia coronavirus. Il ritorno dalla Cina di una messinese

Universome Redazione
UNIVERSOME REDAZIONE
Ipse Dixit
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Confermata ieri sera la notizia del i primi due casi di contagio in Italia di coronavirus. Sono una coppia proveniente dalla regione di Wuhan, atterrata nei giorni scorsi a Milano e poi spostatasi in comitiva a Roma. Da ieri i due sono in regime di quarantena allo Spallanzati.

9.692 casi confermati con un bilancio di 213 morti, ma nessun decesso è stato segnalato al di fuori della Cina. Il colpevole di questa epidemia si chiama 2019-nCoV, un virus ad RNA appartenente alla famiglia dei Coronavirus, la cui trasmissione avviene per via aerea come una banale influenza. Una volta che il patogeno ha infettato l’uomo, la malattia presenta un periodo di incubazione che varia dai 2 ai 10 giorni. L’infezione comporta febbre, tosse e respiro corto; tendenzialmente si risolve in osservazione ospedaliera con una terapia sintomatica, tuttavia, in alcuni casi, porta a complicanze quali polmonite grave, insufficienza renale acuta e leucopenia. Al netto degli allarmismi, stando ai report ufficiali, la mortalità non supera il 3% dei casi.

A raccontarci in esclusiva il viaggio di rientro a Messina dalla Cina è una nostra concittadina, Oriana Misitano.

Dopo essermi diplomata al liceo linguistico Archimede di Messina, ho deciso di continuare il mio percorso accademico a Napoli per frequentare l’Università l’Orientale, le lingue che ho scelto sono state inglese e cinese. Dopo essermi laureata nel 2018 ho trascorso un semestre di studio in Cina. Parto a marzo per Hangzhou, nella provincia dello Zhejiang, e torno a luglio. Ho fatto questo corso e mi sono innamorata ancora di più della Cina, tanto che ho deciso di fare domanda per una borsa di studio, nella stessa università. Oggi studio ad Hangzhou, in un corso magistrale interamente in lingua cinese. Non sono rimasta delusa della mia scelta.

Oriana di ritorno da Hangzhou, Cina

Dopodichè?

Mi trovavo benissimo, fino a poco tempo fa. Dopodichè è uscita la notizia, a Dicembre, dei primi casi di coronavirus a Wuhan. (circa 760km dalla mia città). Pian piano il virus si è diffuso in varie città e al momento ci sono circa 170 morti. Ho delle statistiche cinesi che aggiorno ogni secondo, posso darti in tempo reale il numero dei morti, contagiati, dei curati, delle persone sospette. Scannerizzo il QR code attraverso l’applicazione di WeChat (come noi in italia usiamo Whatsapp, in Cina usiamo WeChat) che aggiorna in tempo reale la situazione. I pallini rossi sono i casi confermati, quelli viola sono quelli sospetti, in alto c’è scritto il numero delle persone curate.

Quali sono le misure precauzionali imposte?

La città di Wuhan, da dove è partito il virus, è in quarantena. Le persone non possono uscire da casa e nemmeno dalla città. Sono rimasti circa 50 italiani bloccati lì. Il governo italiano vuole andare a prenderli ma, a quanto pare, la Cina non è disposta ad accettare questo spostamento di persone. Nel caso in cui fossero disposti ad acconsentire il tutto, le persone verrebbero tenute in quarantena almeno due settimane. Ad Hangzhou, e in generale in Cina, ci dicono di uscire il meno possibile, di non frequentare posti affollati come autobus, aeroporti, stazioni, pub, e uscire con una mascherina (impermeabile al di fuori e dentro traspirante) perché questo è un virus che si contagia con la saliva.

Come vivete il livello di allarmismo che si è generato in Cina?

In Cina la situazione non ce la mostrano come la mostrano fuori. Io mi sentivo costantemente con i miei genitori che erano allarmati viste le notizie che danno in tv in Italia. In Cina sono tutti abbastanza tranquilli. Prima di decidere se partire o meno ho sentito alcuni miei amici cinesi, che mi tranquillizzavano molto. Dicevano di stare tranquilla e che l’importante era rimanere in camera e non uscire. Ma vivere in camera per non so quanti mesi, perchè la situazione sta degenerando, non mi sembrava il caso. Negli ultimi giorni trascorsi in Cina sono uscita, le strade erano deserte. Loro rimangono in casa, bevendo acqua calda che per loro è il rimedio per tutti i mali, aspettando che si risolva tutto come fu nel 2003 per la SARS. Ora in Cina è vacanza, le università sono chiuse e dovrebbero riaprire al 20 Febbraio, ma posticiperanno l’apertura del semestre a data da destinarsi. Io ho comprato un biglietto per l’Italia solo andata, aspettando notizie positive per prenotare il ritorno.

Cosa succede quando qualcuno contrae il virus?

I sintomi sono quelli di una normale influenza: tosse, raffreddore, febbre. Ci hanno detto di andare in ospedale al minimo sintomo per fare degli accertamenti. Poi, ovviamente, lavarsi sempre le mani e usare disinfettanti.

Pensi che il governo cinese sia sincero in merito al fenomeno?

Sì, penso che il governo cinese sia abbastanza sincero nei confronti della situazione, avendo messo in allerta il mondo. Noi stranieri eravamo molto preoccupati perché il governo cinese tende a nascondere tutto ai cittadini. Tende a mostrare solo le notizie positive. Quando sono arrivate le notizie dei primi contagi nei paesi come Giappone, Corea, Thailandia, hanno dovuto trasmettere la notizia. Il fatto che la Cina abbia trasmesso la notizia vuol dire che la situazione è abbastanza seria. Hanno chiuso parecchi locali, autobus, aeroporti, hanno cancellato tanti voli. Io per esempio dovevo andare in Thailandia a Febbraio ma hanno cancellato il volo. Noi eravamo molto spaventati, ma i cinesi vivono in modo tranquillo. Inoltre, le persone morte erano tutte persone anziane che soffrivano di altre patologie respiratorie che aggiunte al virus ne hanno causato la morte.

Hai avuto difficoltà per tornare in Italia?

Non ho avuto difficoltà a tornare in Italia, ho deciso di partire il prima possibile per paura che chiudessero gli aeroporti. Quindi ci sono riuscita in tempo. Parlando con altri miei amici stranieri siamo ”contenti” che sia successo in Cina, perché secondo noi è un Paese che ha tutti i mezzi per risolvere la situazione. Ovviamente è una cosa che prenderà tempo. Questo è un periodo di vacanza, i cinesi viaggiano e tutti in questo periodo si spostano dalla città dove lavorano per tornare a casa. Aspettano queste vacanze tutto l’anno, lavorano sodo per mettere dei soldi da parte per viaggiare in questo periodo. Ci sarà un ritorno di tutte queste persone, anche se negli aeroporti c’è molto controllo. Io ad esempio prima di tornare a Messina ho fatto i dovuti controlli. In Cina ho fatto un sacco di passaggi in più prima di salire sull’aereo, tutto monitorato da schermi e luci a infrarossi. A Roma non ci hanno fatto scendere subito dall’aereo ma sono saliti dei medici vestiti con le tute bianche, che con il termometro hanno misurato la temperatura a tutti. Nel mio volo non c’era nessuno con la temperatura superiore al dovuto, ma, nel caso in cui ci fosse stata, avrebbero fatto ulteriori controlli. So che le persone sono molto preoccupate, infatti non muoiono dalla voglia di vedermi. La gente si allontana dalle persone dai tratti orientali per paura. Magari quelle persone non tornano in Cina da tempo, o hanno il passaporto italiano, questa è una cosa che mi rattrista un po’. 

                                                                                                                                                                                        Cristina Geraci

NB: Tutte le foto presenti nell’articolo sono state scattate da Oriana