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TEDxCapoPeloro 2019: idee, emozioni, casa.

Universome Redazione
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Se dovessi racchiudere in una parola cosa è stato per me il TEDxCapoPeloro 2019 mi troverei in difficoltà. Credo anche che sia impossibile, proprio perché i TED talks sono per natura un insieme di “ideas worth spreading”, idee che vale la pena diffondere, esperienze diverse che accendono lampadine diverse e che fanno luce su un concetto in comune. Il TEDxCapoPeloro è riuscito ad accendere molte di queste lampadine attorno al concetto di “casa”. Ne ha illuminato l’esterno, il giardinetto, ma anche le stanze, le porte, la tavola. E così ognuno dei fortunati presenti ha potuto farsi un’idea nuova di “casa”, magari ha cambiato l’idea precedente, o forse ancora ha rafforzato l’idea di sempre.

Il TEDxCapoPeloro dal titolo “Casa: equilibrio tra radici e desideri” si è svolto con grande successo sabato 23 novembre presso il Cinema Iris. Sono stati infatti numerosi i partecipanti, chi alla prima esperienza (come chi sta scrivendo) e chi invece aveva già partecipato al TEDx dello scorso anno, che sono stati invitati a ragionare sul concetto di casa: la casa come luogo di affetti, del quotidiano, del lavoro, casa come elemento naturale da preservare, casa negata e casa da inventare. I ragazzi di Startup Messina sono stati efficaci nel proporre speaker che hanno saputo offrire, tramite la loro esperienza di vita, un’idea propria di casa che fosse al contempo estremamente versatile e condivisibile.

©Cristina Geraci , TedEx CapoPeloro – Speaker ed organizzatori – Messina, 2019

In ordine, il primo talk dal titolo “Chiedimi se sono felice” di Francesco Biacca, CEO di Evermind, una storia di ritorno nella propria terra, la Calabria, da un’esperienza lavorativa “grigia e monotona”. La Calabria come punto di arrivo e di partenza per la valorizzazione del tempo tramite lo smart working. Racconta di come migliori esponenzialmente la produttività lavorativa se il lavoro si integra alla vita in modo sinergico, e di come, in questo concetto innovativo di lavoro, siano importanti i legami affettivi, i colori della propria terra, i sapori di casa.

©Cristina Geraci , TedEx CapoPeloro – Francesco Biacca – Messina, 2019

Poi Lucy Fenech con “La rigenerazione è reale solo quando è condivisa”. Ci racconta della Farm Cultural Park di Favara, un piccolo comune di provincia di Agrigento che ha saputo rinascere dall’abbandono e dall’incuria grazie alla capacità delle persone che lo abitano di trasmettere quel “sogno comune” di vita nuova. Così Lucy ha acquistato la prima casa, poi la seconda, poi la terza, con l’obbiettivo di ristrutturarne le mura e rigenerarne la funzione. Ha così creato la prima shared house della Sicilia, Casa Lupita. Ci tiene a sottolineare che tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la gentilezza e la disponibilità dei suoi vicini adottivi, che si prendono cura della casa e dei suoi inquilini quando lei non c’è: sono l’esempio operante di quell’idea di casa come condivisione.

©Cristina Geraci , TedEx CapoPeloro – Lucy Fenech – Messina, 2019

Dario Distefano, con “Abitare il cambiamento”, cattura subito la mia attenzione perché chiede: “Dematerializziamo il tempo ed i luoghi grazie alla rete e alla tecnologia sempre meno fissa, allora perché abitare un luogo preciso?”, ed in effetti non ci avevo mai pensato! Dario è fondatore e amministratore della startup Area srl e Archicart che progetta e costruisce pareti e tetti di cartone con cui realizza case montabili e smontabili, modificabili nella funzione, nel gusto e nel luogo in cui, di volta in volta, possono essere disposte. Ci invita a riflettere su quanto possa essere dannoso continuare a cementificare, a costruire palazzi e strutture che presto saranno inutilizzati, saranno sempre meno adatti alle varie attività dell’uomo che stanno cambiando troppo velocemente, anche per la Silicon Valley. Le sue strutture in cartone ondulato ridisegnano il concetto di casa dandogli un obbiettivo lungimirante di ecosostenibilità e versatilità.

©Cristina Geraci , TedEx CapoPeloro – Dario Distefano – Messina, 2019

Carmelo Isgrò, biologo e fondatore del Museo del Mare di Milazzo, ci racconta la storia del capodoglio Siso. Una storia che ha inizio nell’estate 2017, con un capodoglio intrappolato in una rete da pesca illegale al largo delle Eolie, che ne causa la morte. Lo spiaggiamento avviene a Capo Milazzo, dove Carmelo lo vede per la prima volta e capisce che in quella carcassa c’era ancora una vita che doveva essere salvata: il messaggio che quel capodoglio portava con sé. Così per due settimane si occupa del recupero delle sue ossa, processo che testimonia anche quanta plastica il cetaceo avesse ingerito durante la sua vita. A fine 2018 Siso è finalmente pronto per essere esposto nella sua nuova casa: il Bastione di Santa Maria nel Castello di Milazzo. In Siso vive anche il ricordo di Francesco (soprannominato Siso, appunto), amico di Carmelo che lo aveva aiutato nella sua impresa, e che era stato vittima di un pirata della strada pochi giorni dopo lo spiaggiamento. Oggi lo scheletro racconta tante storie, quella del capodoglio, dell’inquinamento, quella di Francesco, quella di Carmelo, ed è testimonianza di vita, di riscatto e di casa.

©Cristina Geraci , TedEx CapoPeloro – Carmelo Isgrò – Messina, 2019

Marina Arena, professore associato di Tecnica e pianificazione urbanistica presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Messina e Membro del Consiglio Regionale Urbanistica, nel suo talk “Abitare per esistere” racconta il problema delle periferie e delle baraccopoli messinesi. In questi luoghi, in cui la vita si svolge in condizioni inimmaginabili rispetto a quella che si svolge a qualche metro di distanza, nel centro città, la mortalità neonatale è quattro volte superiore, mentre l’aspettativa media di vita è di sette anni in meno. Con il suo progetto di rivalutazione delle periferie messinesi ha già distribuito le prime case, scelte dagli inquilini stessi. Il video-intervista in cui più famiglie ritrovano un luogo da poter chiamare “casa” è commovente.

©Cristina Geraci , TedEx CapoPeloro – Marina Arena – Messina, 2019

Infine Maria Cristina Laurà, Responsabile del Servizio Affari Istituzionali e Promozione dell’Autorità Portuale di Messina racconta del suo progetto che ha trasformato il porto da punto di sbarco e smistamento per tanti migranti, a punto di partenza per una nuova vita per gli stessi. Racconta di come fosse paradossale vedere spesso incrociarsi le navi da crociera, piene di turisti pronti a visitare una città dopo l’altra, con le navi della Marina Militare, delle Ong, dei pescherecci carichi di migranti. Da qui l’idea di includerli nella comunità e nella città nel modo più significativo possibile. Passa la parola ad Emmanuel Wakman Amoah, un migrante tra i primi ad essere coinvolti in questo sogno. E’ stato salvato, istruito ed oggi lo potete trovare, con tanti altri migranti, negli info point agli sbarchi delle crociere, a dare tutte le informazioni sulla nostra (e loro) città, sui trasporti, sulle attrazioni ed i monumenti. I turisti esteri vedono semplicemente dei ragazzi messinesi con un francese ed un inglese fluido, i turisti italiani -dice con sottile amarezza- li guardano con un po’ più di scetticismo. Un finale col botto.

©Cristina Geraci , TedEx CapoPeloro aderisce a Posto Occupato – Messina, 2019

Ogni talk del TEDxCapoPeloro 2019 è riuscito ad accendere tante di quelle lampadine di cui dicevo all’inizio, ed ognuno ha fatto luce nel proprio concetto di casa. Ha saputo divertire, ha saputo far riflettere ed emozionare. Ed il mio concetto di casa? Prima di questo TEDx non avevo nemmeno sentito la necessità di definirlo, lo davo per scontato ma non avrei saputo dirlo a parole, figuriamoci scriverlo. Ora credo invece che sia cruciale conoscere e delineare cosa significhi “casa”, per me e per chiunque. Oggi casa è ovunque esistano relazioni vere, profonde, fondate su fiducia, rispetto, e tanta voglia di volersi bene. Il tetto e le mura, con queste prerogative, si ergeranno da soli. E per te, cos’è casa?

©Cristina Geraci , TedEx CapoPeloro – La squadra UniversoMe – Messina, 2019

Antonio Nuccio