
Già dopo il primo giorno l’Indiegeno Fest ci ricorda la caratura che lo contraddistingue; un evento che si staglia in quelle che sono le attrazioni principali dell’estate siciliana.

A scaldare i motori le esibizioni di Redh, Mox ed Avincola che a suon di jazz e non solo hanno dato un caldo benvenuto ai fan accorsi per ascoltare i loro beneamini. La serata trova una battuta di arresto, tutti aspettano la diva di Porta Venezia che, come tutte le dive, si è fatta aspettare. La folla sembrava spenta, ma a rianimarla ci ha pensato la contessa, arciduchessa, sacerdotessa Myss Keta.

Entra in CAPSLOCK e la situa si sconvolge. Porta sul palco tutto il suo bagaglio artistico, regalandoci una performance a tutto tondo fatta di trasgressione, produzioni elettro-pop e mascherine di palliette per la bocca. Dice di dover vincere una scommessa con qualcuno nel backstage (Carl Brave?), nominando personaggi famosi a caso tra un brano e l’altro, bevendo un bicchiere ignoto dopo ogni brano e sopratutto cantando subito dopo aver mangiato SETTE ARANCINI (e li ha chiamati al maschile quindi proprio top). Dopo quattro brani la raggiunge sul palco Miuccia Panda, una delle ragazze di Porta Venezia, ed eseguono le varie coreografie. Insieme portano sul palco tutto l’universo della cultura queer milanese, uno spettacolo che manda in visibilio le quasi 3000 persone sotto il palco, specialmente quando la sacerdotessa li inonda di amore vero apostrofandoli ripetutamente “sicilianini”.

Per l’ultimo brano il deejay lascia la postazione, abbraccia Panda mentre Myss Keta saltellando saluta tutte le sue paxxe fan e lascia spazio al romano più simpatico della coppia scoppiata del capolavoro Polaroid. Entra Carl Brave. Tutti stavano aspettando il gladiatore e lui simpatico ed educato ha chiesto a tutti posso, ha risposto merci, ha fatto salire una professoré sul palco ed ha mandando tutti pellaria.

Immancabili l’autotune, la camicia larga a fantasie ricercate ed un corteo di musicisti che accompagnavano Carlo Coraggio, che ha trovato spazio anche per qualche inedito ed un mash-up dei brani di successo composti con “quell’altro” del giorno prima. Anche l’allestimento e l’organizzazione sono state all’altezza della platea così folta, viene solo da chiedersi quanti andando via, avranno pensato che avere Myss Keta in chiusura avrebbe reso la serata veramente PAZZE$KA.
Alessio Gugliotta
