Vogue Italia: seconda edizione della Design Week 2019

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Si chiude la seconda edizione della Design Week 2019. Anche quest’anno Vogue Italia ha riaperto le porte della redazione per la settimana del design. Precisamente è durata 4 giorni, dal 9 Aprile al 12.

La DW nasce dal progetto Life in Vogue, esso vede la presenza di otto designer e architetti, invitati dal direttore Emanuele Farneti, per la reinterpretazione di otto stanze della redazione con la massima libertà creativa. Come spiegato dallo stesso Farneti:  “Life in Vogue è un progetto speciale perché ha una duplice valenza. Innanzitutto permette al nostro magazine, in occasione dell’uscita del nuovo Casa Vogue e proprio nei giorni della grande festa cittadina della Design Week, di sviluppare straordinarie collaborazioni con alcune delle più rilevanti voci creative di design, architettura e interior, e con aziende leader del settore. E in secondo luogo l’evento è per noi l’occasione in cui aprire le porte della redazione al grande pubblico: un messaggio di inclusività che ben sottolinea la più recente evoluzione editoriale di Vogue Italia”.

L’Ufficio del Direttore secondo DAVID RAFFOUL e NICOLAS MOUSSALLEM

«Abbiamo progettato questa stanza cercando di concentrarci sullo spirito dello stile aziendale italiano, elegantemente semplice, ma dalla storia sofisticata», spiegano David Raffoul e Nicolas Moussallem. «E dato che l’ufficio è spesso visto come un luogo in cui i compiti da svolgere sono faticosi e stressanti, abbiamo deciso di optare per toni caldi e per i colori della terra, nonché per materiali che riflettano il comfort e la serenità di una casa».

La Redazione Moda immaginata da JONATHAN ANDERSON

«L’accostamento tra passato e contemporaneità è una delle mie cifre stilistiche», racconta Jonathan Anderson. Nella stanza che ha reinventato si mescolano, infatti, «elementi presi dallo stile classico inglese con tocchi di modernità».

La Photo Editor Room reinventata da RAFAEL DE CÁRDENAS

«Nel 2039, a un’élite di individui è stato concesso di vivere vicino a un fossile alieno proveniente dal corpo celeste più lontano mai esplorato, Ultima Thule. Al momento del suo arrivo, vent’anni prima, l’armadio monolitico si era aperto per rivelare un serie di note e di motivi di luce semiotici. Anche se è possibile avvicinarsi a una traduzione completa, il messaggio proiettato viene interpretato come una speculazione fantastica. Quanto più riusciamo a capirlo, tanto meno si mostra la nostra materialità. Questo inebriante paradosso è la sola fonte d’ispirazione rimasta all’eredità umana, mentre svanisce verso l’insignificanza. In questo ufficio, invitiamo alla cautela quando si fanno esperimenti con il futuro»

 L’Ufficio del Direttore Creativo ripensato da ANA KRAŠ

Ana Kraš è cresciuta costruendo modellini di carta nella copisteria dei suoi genitori, a Belgrado. I mobili color grigio caldo presenti nell’ufficio del direttore creativo le hanno ricordato proprio quelli del negozio di famiglia, a cui fa spesso riferimento nei suoi lavori. La copisteria è stata infatti una delle fonti d’ispirazione  che ha influenzato il design di questa stanza della redazione.

La Sala Riunioni secondo MASSIMILIANO LOCATELLI

«Ho voluto fare entrare l’esterno, con la piazza, il Castello e il parco, nella sala riunioni», dice Massimiliano Locatelli. «Mi sono ispirato al famoso Désert de Retz, un giardino vicino Parigi che racconta mondi e culture differenti».

La Vogue Talents Room e il corridoio nell’interpretazione di PIERRE MARIE

Il gusto inconfondibile di Pierre Marie per i colori e le fantasie colpisce i visitatori già all’ingresso. Questi motivi che si ripetono sono per l’artista una specie di tasto “reset” per imparare a guardare in modo nuovo non solo gli spazi ma anche, e soprattutto, il futuro.

La Redazione Attualità vista da STORAGEMILANO

«Tutti abbiamo bisogno di uno spazio piacevole, raffinato e organizzato per essere in grado di creare, di inoltrarci nell’ignoto della causalità per lasciarci ispirare. La natura è ideale per ricaricare la mente, per tornare alle origini e scoprire così nuove idee. L’ambiente naturale sembra dominato dal caos, ma in realtà è il luogo più affascinante e perfetto che esista, dove è davvero possibile trovare il golden love per il mondo che ci circonda».

La Break Room ideata da STUDIO PROBA per San Carlo

«Ho voluto creare uno spazio che fosse una fonte di distrazione e, perché no, anche di un po’ di confusione», dice l’artista. «Per questo motivo l’ho riempito di pattern variopinti ispirati al design e all’architettura milanesi».

Andrea Sangrigoli