Il paradosso della felicità

Redazione Attualità
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Materialismo, possesso e conseguente felicità da sempre costituiscono per l’uomo l’apparente soluzione ai problemi esistenziali che il quotidiano pone.

Lo studio ventennale del Dr. Thomas Gilovich, professore di psicologia alla Cornell University, ha raggiunto una conclusione certa: non spendere soldi in beni materiali poichè l’appagamento che forniscono sfuma rapidamente.

Ci abituiamo prestissimo ai nuovi oggetti che possediamo; per questo ciò che prima pareva essere eccitante e rapprensentare una novità nella nostra vita finisce per diventare parte della monotonia antagonista della felicità.

I nuovi acquisti generano nuove aspettative che ci pongono in continua ricerca di qualcosa.

“Uno dei nemici della felicità è l’adattamento”, ha detto Gilovich. “Compriamo cose per renderci felici e ci riusciamo. Ma solo per un po’. All’inizio le cose nuove sono eccitanti, ma poi ci adattiamo a loro”.

Il possesso, per natura, favorisce i confronti con ciò che l’altro ha.

La condivisone, l’empatia ed il dono , ormai fuori moda, rimangono le chiavi per il raggiungimento di una felicità piena.

Gilovich e altri ricercatori hanno evidenziato nel loro studio che le esperienze, per quanto possano essere fugaci, offrono felicità più duratura del possesso materiale.

Le esperienze plasmano la nostra identità; non siamo quello che possediamo, siamo tutto ciò che abbiamo visto, tutto ciò che emozionandoci ci ha comunicato qualcosa, tutto ciò che ci arricchisce: un film, un tramonto, una lettura, un sorriso, uno sguardo, un’amicizia, un amore.

Gilovich, continuando, ha effermato: “Le nostre esperienze sono una parte più grande di noi stessi rispetto ai nostri beni materiali”.

“Puoi davvero apprezzare le tue cose materiali, puoi persino pensare che parte della tua identità sia connessa a quelle cose, ma rimangono comunque separate da te, al contrario, le tue esperienze sono davvero parte di te.

Siamo la somma totale delle nostre esperienze”.

Gilovich ha anche analizzato l’attesa e ha scoperto che un’esperienza suscita eccitazione e divertimento, mentre l’attesa di ottenere un possesso di un bene provoca impazienza.

Le esperienze sono piacevoli dai primi momenti della pianificazione fino ai ricordi che amerai per sempre.

La felicità materiale effimera e fugace evapora velocemente lasciandoci vuoti.

Per essere felici riempiamo la nostra vita di momenti ed esperienze che rapiscano il nostro cuore, che ci facciano stupire della vita e producano ricordi emotivi facendoci brillare gli occhi.

Smettiamola di esistere, viviamo!

Antonio Mulone