Wi-Fi precauzioni per l’uso: rischi e prevenzione

Redazione Attualità
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Il termine wi-fi ( wireless fidelity) è stato coniato nel campo delle telecomunicazioni per indicare una connessione che avviene tra dispositivi senza fili: wireless. E’ utilizzata normalmente per connettere tablet, pc e smartphones ad un router per condividere l’accesso a internet.
L’allarmismo dilagante sul conto di questa tecnologia che utilizza e genera onde elettromagnetiche è stato nutrito dalle numerose notizie che parlano di gravi problemi per la salute. Secondo questo filone informativo, l’inquinamento elettromagnetico, legato soprattutto all’utilizzo dei cellulari e wi-fi, può essere causa di tumori, insonnia, disturbi della personalità, emicranie e corrosione delle cartilagini.

La medicina tuttora non si sbilancia poiché non è ancora giunta a conclusioni definitive e si riserva di approfondire le indagini per capire quanto e come, effettivamente, certi apparecchi elettromagnetici possano influire sulla salute umana, in quanto le statistiche mediche hanno bisogno di tempo per affermare cosa fa male e cosa no.
Pertanto, all’interrogativo se il wi-fi faccia davvero male alla salute dell’uomo, la scienza ufficialel’Organizzazione mondiale della Sanità -al momento risponde che nonostante i tanti studi svolti, non ci sono prove di effetti pericolosi. Per precauzione, dato che non può ancora essere esclusa con certezza la cancerogenicità delle radiazioni elettromagnetiche, consiglia di evitare l’utilizzo ravvicinato di cellulari -impiegando auricolari o vivavoce – poiché il problema risulta essere collegato alla potenza delle radiazioni che aumentano in modo inversamente proporzionale alla distanza dagli apparecchi emittenti. Infatti, ciò che appare chiaro è che le emissioni che ci arrivano da router wi-fi sono molto inferiori rispetto a quelle di un cellulare poichè, quest’ultimo tendenzialmente viene usato tenendolo vicino alla testa e al corpo in generale. E’ stato stimato che 20 minuti di telefonata cellulare equivalgono a un anno di uso continuativo del wi-fi. Quindi, il fattore decisivo è quanto è lontano da noi l’emettitore di radiazioni.


La quantità di radiazioni assorbite dal corpo viene misurata in Sar ( Specific Absorption Rate) espresso in W/Kg ( Watt per chilo). Questa unità di grandezza misura la quantità di radiazioni assorbite e le traduce nel rischio di effetto termico al quale il corpo è esposto.
L’Unione Europea, per garantire la sicurezza degli utenti, ha fissato a 2 W/Kg il limite massimo consentito per le emissioni dei cellulari così da evitare qualsiasi effetto termico.

Questo, tuttavia, non elimina totalmente il rischio che i cellulari possano causare danni biologici e aumentare il rischio di tumori.
In attesa di posizioni definitive risulta, secondo gli esperti, necessario adottare delle semplici norme a scopo precauzionale, ovvero:

  1. Spegnere il wi-fi in casa in orario notturno.
  2. Evitare di dormire lasciando accanto a noi il cellulare.
  3. Usare l’auricolare: è sufficiente allontanare il cellulare dalla testa di qualche centimetro affinché il livello di esposizione scenda drasticamente.
  4. Tutelare i più piccoli limitando l’uso di cellulari e tablet: i bambini sono potenzialmente più vulnerabili ai campi elettromagnetici in quanto il loro sistema nervoso è in fase di sviluppo e perché la circonferenza del loro cranio è più piccola e quindi più facilmente penetrabile rispetto a quella di un adulto.    In caso di utilizzo attivare la modalità aereo in modo da disattivare 3G e wi-fi.
  5. Posizionare il router wi-fi in una stanza poco abitata durante il giorno.

Le norme sopra riportate fanno appello solo allo spirito precauzionale e alla prudenza, con la quale questo argomento dev’essere affrontato per evitare di cedere ad allarmismi pseudoscentifici, ma senza perdere d’occhio la potenzialità dei rischi che rimangono in attesa di riscontri precisi.

Giusi Villa