A 17 anni apre una scuola dove insegna la robotica e il coding con giochi e attività di gruppo

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Ha 17 anni, viene da Alessandria, non si è ancora diplomata ma ha già superato i test di ammissione alla facoltà di ingegneria informatica al Politecnico di Milano, e ha fondato una scuola di robotica.
Questa è la storia di Valeria Cagnina, una liceale che scopre la sua irrefrenabile passione per la robotica all’età di 11 anni.

Tutto ha inizio quando i suoi genitori la portano, per la prima volta, al CoderDojo di Milano, si tratta di club gratuiti il cui obiettivo è l’insegnamento della programmazione informatica ai più piccoli, sparsi in modo indipendente in tutto il mondo, offrono insegnamenti senza scopo di lucro, a bambini e ragazzi dai 4 ai 17 anni. In quell’occasione, Valeria rimane colpita in particolar modo da una pianta elettronica in grado di interagire con il mondo circostante. ” Mi si è aperto un mondo” spiega Valeria, ” Lì ho capito che mi piaceva molto di più la parte hardware di quella software”. Grazie a quel primo contatto con il mondo della robotica, Valeria decide di costruirsi da sola un robot, seguendo dei tutorial, in inglese, su youtube e utilizzando Arduino, ovvero una scheda composta da una parte hardware, con sensori e motori, e una parte software con dei codici. Da lì, capisce che quello che per lei era piuttosto semplice, come programmare, non lo era affatto per gli adulti. Così non ha esitato, anche grazie al sostegno dei suoi genitori, ad intraprendere quella che presto si sarebbe rivelata essere la sua strada.
Questa piccola impresa la porta, all’età di 13 anni, alla nomina di Digital Champion più giovane d’Europa per il comune di Alessandria, dove lei abita. I Digital Champion sono ambasciatori digitali, ogni Stato europeo ne ha uno e serve a rendere i propri cittadini più digitali, fornendo anche supporto all’amministrazione pubblica nei campi del digitale. Il digital Champion italiano è Riccardo Luna, il quale le ha attribuito la nomina, con l’intento di moltiplicare queste figure in Italia, fino a raggiungere il numero di uno per ogni comune.

L’anno dopo approda come relatrice al Tedx Milano Woman e qualche mese dopo diventa senior tested al Mit di Boston (Massachusetts Institute of Technology), per seguire il progetto Duckietown. “Al Mit dovevo realizzare un piccolo robot capace di muoversi in una cittadina, rendendo più semplici i tutorial per studenti universitari”, racconta. “Ma soprattutto, girando per i vari laboratori, ho scoperto che l’educazione può essere divertente, che si può imparare divertendosi e non solo stando dietro i banchi di scuola come si fa di solito in Italia”.
Grazie a questa esperienza, la Cagnina, all’età di 16 anni, apre la sua scuola con sede ad Alessandria. Inizialmente si avventura da sola, ma presto trova un socio, Francesco Baldassarre, e insieme riescono a formare una squadra di 10 selezionatissimi insegnanti. Con corsi che spaziano dalla scuola materna alle superiori, fino al team building per le aziende e ai corsi per insegnanti.

Ma questa, va da se, non è una scuola come tutte le altre, e i tradizionali metodi di insegnamento frontali sono banditi. Nella scuola non si usano ne sedie ne banchi e si cammina scalzi. I partecipanti diventano i protagonisti del processo di apprendimento, posti al centro della scena. L’innovativo sistema di apprendimento è basato su una decina di principi base, uno di questi è il learn by doing, ” ossia cerchiamo di stravolgere il metodo scolastico tradizionale, facendo imparare attraverso il gioco e il divertimento anziché con lezioni frontali nozionistiche”
La scuola non è riservata a geni dell’informatica, né della robotica, ma ha lo scopo di far avvicinare a questo mondo persone di tutte le età e con capacità molto diverse, le classi infatti sono formate per competenze acquisite e non per età.

L’insegnamento si avvale di strumenti comuni, proprio per stimolare fantasia e passione, conciliando attività hi-tech e robotiche con altre non tecnologiche, mescolando così, la parte educativa con la narrazione, il gioco e lo sport.
“Continua a stupirmi che ai bambini di 3 o 4 anni si faccia soprattutto colorare, mentre se stimolati con i giusti canali di comunicazione potrebbero già imparare persino un po’ di robotica”, spiega Cagnina, affermando che il coding invece può essere utilizzato come strumento per rendere tutte le materie più interessanti, anche perché aiuta a stimolare soft skill come la creatività. Nella scuole, dove oltre al lavoro di gruppo si impara anche il lavoro di gruppo e il cosiddetto reverse mentoring, ovvero il processo mediante il quale i giovani tipicamente con meno esperienza, ma con una forte competenza digitale, aiutano i senior, con una lunga esperienza lavorativa, a familiarizzare con la tecnologia, alla ricerca di un reciproco scambio.
La Cagnina spiega che la sua scuola e il suo rivoluzionario metodo di insegnamento non sono sempre stati accettati in modo acritico e fiducioso, in particolar modo quando si trova a dover svolgere corsi per grandi imprese ” Capita che i manager siano perplessi vedendo che una 17enne e un 25enne siano lì come insegnanti”, spiega. “Poi però , vinta la diffidenza iniziale, si mettono per terra, si tolgono le scarpe e iniziano a fare le attività”.
Inoltre Valeria spiega che il rapporto con la scuola pubblica è sicuramente quello più problematico, la quale risulta restia ad abbandonare il suo classico metodo di insegnamento, motivo per il quale ha deciso di conseguire il diploma presso una scuola privata, poiché il liceo che frequentava non aveva mai supportato le sue scelte e le aveva abbassato tutti i voti, nonostante l’eccellente rendimento, a causa delle numerose assenze che era costretta a fare per inseguire il suo sogno e le sue passioni. Ha deciso così di terminare il suo percorso privatamente e poter studiare informatica presso il Politecnico di Milano dove ha già superato i test di ingresso.
Replicare la scuola in altre realtà e città è il prossimo sogno da realizzare per la Cagnina e il suo socio Baldassarre. In un futuro un po’ più remoto, invece il sogno è quello di riuscire ad allargare il panorama d’azione, non solo all’insegnamento, ma anche alla ricerca e allo sviluppo, dedicata alla robotica.

                                                                                                         Giusi Villa