Drogata e poi abusata. Fermati tre uomini per l’omicidio di Desirée

Redazione Attualità
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Drogata e poi abusata in stato di incoscienza, Desirèe Mariottini 16 anni trovata morta in uno stabile occupato nel quartiere di San Lorenzo a Roma.

Nella notte sono state fermate tre persone, due senegalesi irregolari in Italia e un nigeriano. Sono indagati per violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario con gravi aggravanti, tra cui la crudeltà.  A quanto emerso dalle investigazioni Desirèe sarebbe stata non cosciente per ore a causa di un mix di droghe micidiale, e poi abusata più volte da più persone. A raccontare come sarebbero andate le cose sono stati due testimoni. Uno è un ragazzo senegalese, che ha detto alla polizia che Desirée è stata drogata e stuprata: “Una ragazza urlava. Ho guardato quella che urlava e c’era un’altra ragazza a letto: le avevano messo una coperta fino alla testa, ma si vedeva la testa. Non lo so se respirava ma sembrava già morta, perché l’altra ragazza urlava e diceva che era morta. Nell’edificio c’erano africani e arabi: un po’ di gente, sei o sette persone”. Queste le parole riportate dal testimone a Storie italiane, la trasmissione di Eleonora Daniele, secondo il quale la giovane che urlava avrebbe sostenuto “sono stati tre sicuramente o quattro”.

Da questa orribile vicenda non potevano mancare certamente i pettegolezzi e i commenti sui social. Commenti che sembrano voler dare un colpa anche alla giovane ragazza, “Cosa ci faceva in quel posto da sola?” “Ma la famiglia in tutto ciò dov’era?” parole che sembrano portare al classico e odioso “Se l’è cercata!”

Desiree faceva già uso di sostanze stupefacenti, e con questo sono nate altre polemiche che cercano di distribuire le colpe. Ma il fatto di aver intrapreso una strada sbagliata, di aver fatto degli errori non giustifica in alcun modo e MAI l’essere drogata, violentata ripetutamente e brutalmente da un gruppo di uomini prima di essere lasciata lì a morire.

“La violenza non ha passaporto, vattene Salvini che lucri sopra un morto” così viene accolto il vicepremier sul luogo del delitto da un gruppo di attiviste del movimento femminista ‘Non una di meno’.

Accusato di speculazione della ragazza Salvini è costretto a tornare indietro scortato dalla polizia, ma prima di andare afferma che ‘ci ritornerà con la ruspa’.

Rachele Fedele