La dieta dei gruppi sanguigni: qual è la verità?

Scienza & Salute
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La Treccani definisce “bufala” una notizia falsa che viene ripresa e amplificata dai media. La prima volta che ho sentito parlare di diete specifiche per i gruppi sanguigni ho pensato fosse la solita bufala del momento, per poi scoprire che, in realtà, dietro questa teoria, ci sono bestsellers internazionali, convegni, trasmissioni e tanta, tanta convinzione.

Il primo autore ad associare una dieta specifica a ogni gruppo sanguigno della classificazione ABO (ma non le altre) è stato Peter D’Adamo, un naturopata. Nel 1996 ha pubblicato Eat Right for Your Type, cioè “mangia nel modo corretto a seconda del tuo gruppo sanguigno”. Il libro è stato tradotto in più di 60 lingue e ha venduto più di 7 milioni di copie. In Italia questo regime alimentare, un po’ adattato al nostro essere clienti esigenti (sul cibo), è diventato famoso grazie a un libro pubblicato nel 2012 dal dottor Piero Mozzi e alle sue innumerevoli apparizioni televisive. Sul suo blog ama definirsi “Medico chirurgo secondo natura”.

Secondo D’Adamo il gruppo sanguigno contiene una sorta di “ricordo codificato” del comportamento e della dieta che seguivano gli uomini nel momento in cui quel gruppo sanguigno è apparso.

In questa logica il gruppo O è quello più antico, quindi quello dell’antenato cacciatore-raccoglitore. Chi possiede il gruppo O – “il cacciatore” – dovrebbe mangiare il più possibile quello che mangiavano quegli esseri umani: carne. L’agricoltura non era ancora stata inventata.

Il gruppo A, sempre secondo la storia di D’Adamo, si sarebbe evoluto più o meno in concomitanza dell’invenzione dell’agricoltura e quindi la persona di gruppo A – ”l’agricoltore” – dovrebbe prevalentemente mangiare vegetali e poca carne.

Il gruppo B, evolutosi nelle tribù nomadi che consumavano latte e latticini – “il nomade allevatore” – dovrebbe consumare latte e latticini e trarne beneficio.

Il gruppo AB è un mix tra A e B.

Andiamo con calma analizzando punto per punto. I geni che regolano il gruppo sanguigno ABO esistono anche in molte altre specie di animali vertebrati. Gli studi più recenti mostrano che nei pesci i geni per gli antigeni A e B non sono presenti, lo sono invece nelle rane. Questo significa che l’apparizione dei gruppi sanguigni è avvenuta probabilmente dopo la separazione tra pesci e anfibi.

Troviamo i gruppi A e B in molte specie: cani, cavalli, ratti, panda, rane, conigli, pipistrelli e altri. Il gruppo O è apparso successivamente, come mutazione degli alleli di tipo A e B. Il primo gruppo pare essere il gruppo A, poi il B e infine lo O.In ogni caso quando è apparso il genere Homo c’erano già tutti i gruppi: O, A, B e AB.

Abbiamo appena confutato la teoria in questione, ma magari la dieta è azzeccata per qualche motivo sconosciuto. E’ completamente da escludere che il gruppo sanguigno possa avere a che fare in qualche modo con la salute e quindi di riflesso con l’alimentazione? Nonostante possa sembrare una barzelletta, è giusto adottare un metodo scientifico, senza chiudere gli occhi a priori. Vediamolo assieme.

Navigando in cerca di relazioni organismo-gruppo sanguigno si può trovare questa review che mostra come avere un gruppo sanguigno invece che un altro può influenzare la probabilità di sviluppare alcuni tipi di cancro.

Il gruppo A è associato a un rischio aumentato di cancro del 12% (rispetto a chi non è gruppo A), mentre il gruppo O è associato a un rischio ridotto di cancro del 16% (rispetto a chi non è gruppo O).

Qui non si parla di alimentazione ma possiamo comunque dire che non è una domanda completamente insensata chiedersi se il gruppo sanguigno possa influenzare in qualche modo la nostra salute e forse interagire con l’alimentazione.

Questa review invece riporta alcuni articoli che indagavano alcuni possibili legami tra gruppi sanguigni e, per esempio, i livelli di colesterolo, ma niente altro. Le conclusioni sono che “Non c’è al momento alcuna prova che aderire a una specifica dieta basata sul gruppo sanguigno possa dare benefici alla salute. Fino a quando gli effetti sulla salute di questa dieta non saranno stati indagati, i consumatori dovrebbero essere avvertiti che questi presunti benefici non sono supportati dall’evidenza scientifica”.

Nel 2014, spronati dall’assenza di studi, alcuni ricercatori canadesi iniziano a indagare questo bizzarro modo di alimentarsi.

In questo studio sono stati esaminati 1455 soggetti sani. Per un mese hanno dovuto compilare un questionario per descrivere cosa avevano mangiato durante il giorno. A nessuno è stata prescritta una dieta specifica: hanno continuato a mangiare il cibo di sempre. Usando i questionari i ricercatori hanno assegnato un punteggio per stabilire quanto fossero vicine, le diete dei vari soggetti, a quelle prescritte per i vari gruppi sanguigni. Ogni gruppo infatti ha un elenco di alimenti favoriti, uno di alimenti neutri e uno di quelli da evitare. C’era quindi qualcuno che, già per i fatti suoi, seguiva senza saperlo una dieta di tipo O, chi seguiva una dieta di tipo A, chi una intermedia tra O e B, chi niente e così via.

Ai soggetti è stato misurato il peso, il girovita, la pressione, e con esami del sangue oltre a stabilire il gruppo sanguigno hanno misurato il colesterolo, i trigliceridi, l’insulina e così via.

Secondo la teoria, una persona di gruppo O che già spontaneamente segue una dieta da gruppo O, dovrebbe avere dei parametri migliori di un gruppo O che però mangia come un gruppo B, per esempio. E lo stesso per tutti gli altri gruppi.

I risultati dello studio mostrano come chi seguiva una dieta di tipo A, quindi meno carne e più vegetali, aveva una pressione più bassa, un girovita inferiore, colesterolo più basso e altri parametri migliori rispetto a chi seguiva una dieta di altro tipo. Ma la verità è che questo era assolutamente indipendente dal gruppo sanguigno. Cioè, chi seguiva una dieta di tipo A aveva parametri migliori di chi seguiva una dieta di tipo O, indipendentemente dal fatto che fosse davvero di gruppo A. E chi seguiva una dieta AB stava meglio in media di chi seguiva una dieta solo B.

Concludono i ricercatori: “I risultati non supportano le ipotesi della dieta del gruppo sanguigno. Lo studio mostra come l’aderenza a certe diete è associata a una riduzione dei rischi delle malattie cardiometaboliche. Questo può spiegare l’evidenza aneddotica che supporta queste diete, che sono di solito diete prudenti che riflettono stili di vita salutari. Tuttavia non c’è alcun legame con il proprio gruppo sanguigno”

Questo studio ha mostrato solo delle correlazioni e non si è intervenuti per variare la diete delle persone. In più lo studio era su soggetti sani e non su persone che magari avrebbero potuto trarre beneficio da queste diete. Quindi nel 2018, finalmente, si è data la risposta definitiva.

Questo è uno studio di “intervento”, cioè è stata reclutata una coorte di un migliaio di persone in sovrappeso, quindi a rischio cardiovascolare. Non è stata data alcuna dieta specifica, bensì sono state loro consigliate le diete AB0 specifiche.

Per sei mesi è stato registrato cosa mangiavano. Alla fine dei sei i ricercatori hanno effettuato nuovamente le analisi del sangue. Hanno poi calcolato in che misura le varie persone hanno seguito le prescrizioni suggerite per i vari gruppi sanguigni e incrociato i dati.

I risultati hanno mostrato che chi ha seguito più strettamente una dieta di tipo A aveva una pressione più bassa e una più elevata riduzione dell’indice di massa corporea. In pratica sono dimagriti più di altri. Chi seguiva più una dieta di tipo B aveva anche un giro vita più ridotto, ma anche chi si è avvicinato a una dieta di tipo O aveva comunque migliorato i propri parametri.

Tuttavia i miglioramenti erano del tutto indipendenti dal proprio gruppo sanguigno, ma dovuti al fatto che i partecipanti hanno ridotto il consumo di cibi processati e bevande zuccherate e hanno aumentato la varietà di cibi freschi, specialmente frutta e verdura, cosa prevista da queste diete magiche, quindi non stupisce affatto che alcune persone seguendo queste diete si sentano effettivamente meglio.

Alla luce di ciò che è stato detto, provo a rispondere alla domanda iniziale: cosa c’è di reale dietro questi guru della medicina? Cosa c’è di vero nelle loro teorie? I soldi ed i creduloni. Tanti soldi e tanti creduloni. E’ giusto che il Dottor Mozzi “medico della natura” ed il naturopata Peter D’Adamo, definito da Tommy Hilfiger “il guaritore più incredibile che conosca” dotato di una “conoscenza di come funziona il corpo incredibile”, siano milionari grazie a loro? Si.

Antonio Nuccio