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Proteggi le persone e non i confini. In esclusiva Pietro Bartolo

Universome Redazione
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Attualità
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Domenica 10 giugno il governo italiano non ha concesso l’autorizzazione alla nave Aquarius, facente parte della flotta dell’organizzazione non governativa internazionale SOS Méditerranée, di fare ingresso in un porto italiano. Da lì in poi è successo di tutto.

Le 629 persone a bordo dell’Aquarius, soccorse in sei diverse operazioni di salvataggio e trasferimento sotto il coordinamento della Guardia Costiera Italiana, sono state prima rifiutate dall’Italia e poi da Malta, rimanendo per diverse ore a metà strada fra i due paesi. Infine la Spagna si è offerta di accogliere la nave e i migranti nel porto di Valencia.

Il tutto è avvenuto in un clima singolare, in cui il ministro dell’ Interno Salvini ha scavalcato il ministro dei Trasporti ed ha mantenuto una centralità mediatica a discapito di Di Maio e Conte. Una rivendicazione della sovranità nazionale italiana oppure una mossa propagandistica in vista di future elezioni ?

Franza o Spagna purchè se magna diceva lo storico Francesco Guicciardini oltre 4 secoli fa descrivendo l’atteggiamento servile della classe politica italiana del tempo, a disposizione dell’una o dell’altra potenza pur di salvare un minimo di potere entro le mura della propria cittadella. Dopo la decisione presa dal governo spagnolo non tarda ad arrivare una risposta della Francia. Macron: “Dall’Italia cinismo e irresponsabilità”, strappo istituzionale ricucito da una telefonata dello stesso presidente poche ore fa. Insomma un clima concitato, in cui in mezzo a così tanti colpi di scena, c’è una sola certezza: la sofferenza umana.

Le persone a bordo della nave Aquarius sono solo “una goccia nel mare” di questa emergenza migratoria che da anni ormai ha investito l’Europa ed in primis l’Italia. Alcune settimane fa siamo riusciti ad intervistare un grande protagonista di questo fenomeno, il medico responsabile delle prime visite a tutti i migranti che sbarcano a Lampedusa: Pietro Bartolo.

Dott. Bartolo, lei è un medico, un ginecologo, insignito di ben due onorificenze della Repubblica Italiana. Che cosa l’ha spinta a fare il medico?

Ho deciso di studiare Medicina perché da piccolo a Lampedusa non avevamo la possibilità di curarci a pieno, talvolta vedevo persone morire perché non c’era la possibilità di arrivare in un ospedale. Non c’erano mezzi di soccorso adeguati, personale medico sufficiente, c’era un solo dottore che cercava di sopperire a tutte le mancanze. L’ho fatto perché volevo aiutare la mia gente.

Come mai proprio il Ginecologo?

Sempre da bambino mi capitava spesso di vedere delle piccole bare bianche, così chiedevo a mia madre cosa fosse successo e lei mi rispondeva che c’erano state complicanze fatali durante il parto, talvolta anche per la madre. Così decisi che dopo la laurea avrei intrapreso la specializzazione in Ginecologia ed Ostetricia. Invece di rimanere a Catania, dove sicuramente avrei avuto un futuro roseo come quello dei miei colleghi, ho deciso di tornare tra la mia gente per aiutarla.

Nel 2016 “Fuocoammare” vince L’Orso d’oro a Berlino con lei protagonista del documentario. Lo scorso settembre esce il suo libro “Lacrime di sale” che ha vinto il Premio Brancati. Si trova a suo agio nelle vesti di testimone e divulgatore del fenomeno migratorio?

Si, mi trovo bene a fare il divulgatore perché prima di tutto lo vedo come un mio dovere. Penso sia giusto farlo al fine di far cadere tutti quei pregiudizi nei confronti di queste persone. Bisogna sensibilizzare per far capire che siamo tutti uguali. Gli immigrati sono esseri umani esattamente come noi. Da due anni  vado in giro per l’Europa e lo faccio a discapito della mia famiglia, utilizzo le mie giornate libere per portare alla cronaca la mia testimonianza. Lo faccio perché ci credo e perché sono fiducioso che questa storia andrà a finire bene. Deve andare a finire bene.

Perché secondo lei è così difficile accogliere i migranti in Italia e nel resto d’Europa nel modo in cui lo fa Lampedusa?

Perché deve cambiare la società. Bisogna essere più umani e riuscire  a capire che l’altro non è un alieno, non è diverso, non è un mostro ma è una persona che ha avuto la sfortuna di nascere nel posto sbagliato del mondo ed oggi cerca di vivere una vita più dignitosa. A Lampedusa abbiamo un grande murales dove abbiamo scritto “Proteggi le persone e non i confini”.

Lei, invitato dal movimento “Liberi e uguali” ha prima accettato e poi rifiutato la candidatura alle politiche del 2018. Quale sarebbero state le sue richieste in caso di una eventuale elezione?

Con la sensibilizzazione possiamo diffondere il messaggio, ma è la politica che fa cambiare veramente le cose. Una scienza sublime quando è al servizio del popolo e non rivolta verso i propri interessi privati (la poltrona).  Sicuramente avrei chiesto l’abolizione del decreto Minniti-Orlando e della legge Bossi-Fini. Noi in quanto popolo emigrato sappiamo cosa significa essere migranti, spero quindi che questo sentimento di solidarietà e di accoglienza cresca nel nostro paese. Comunque va detto che noi siamo più bravi di altre nazioni che non fanno onore a questa Unione Europea che ha basato la fondazione su valori fondamentali quali l’accoglienza, la solidarietà, la libera circolazione ed il rispetto dei diritti umani. Oggi rimane solo un’Europa economica e manca invece l’Europa sociale.

In questi anni ha visto cose orribili che l’hanno colpita nel profondo ed oggi le danno gli incubi la notte. Ha visitato e curato, con un normalissimo stipendio, più di 300000 migranti da quando è iniziato il fenomeno migratorio. Chi glielo fa fare? È un senso di dovere professionale, oppure una volontà personale?

Mai avrei pensato di dover affrontare un fenomeno migratorio di questa portata. L’ho fatto fin dal primo momento, insieme ai miei collaboratori e insieme a tutta Lampedusa. Mi sono occupato a pieno di queste persone perché li considero come i miei lampedusani. Lo faccio perché fa parte del mio carattere, perché mi fa sentire un uomo libero…mi fa sentire un vero uomo. È giusto farlo ed è una mia responsabilità ed un mio dovere, ma dovrebbe essere dovere di tutti gli uomini aiutare chi ha bisogno. Credo fermamente che questi siano i valori fondamentali che danno un senso alla nostra vita.

Avendo intervistato il Dott. Bartolo prima dell’insediamento del nuovo governo, non abbiamo potuto rivolgergli domande sulle politiche dell’accoglienza previste nel contratto di governo. Bartolo ha però rilasciato una dichiarazione tramite Adnkronos sulla vicenda Aquarius.

Il braccio di ferro “lo facciano con l’Unione Europea, non sulle pelle di 600 povere persone, tra cui molti bambini e molte donne […]. Stiamo vedendo cose che non hanno né testa né coda, spero e mi auguro che il nuovo governo faccia qualcosa di positivo. Il premier Conte è bene che faccia il premier senza farsi influenzare da nessuno e che possa intraprendere una strada diversa”.

Alessio Gugliotta