Cannabis Light ufficialmente legale in Italia. Ma di cosa si tratta?

Redazione Attualità
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Una questione, quella dell’uso e consumo di marijuana, che da sempre infervora il nostro paese e lo divide in due precise fazioni: i proibizionisti, assolutamente contrari all’uso della sostanza per qualsiasi scopo, e coloro che ne rivendicano la legalizzazione sottolineandone gli effetti positivi, facendo principalmente leva sul beneficio economico che se ne ricaverebbe legalizzando e quindi togliendo questo business dalle mani del mercato nero.

Ma dopo anni di proposte di legge rifiutate, finalmente anche in Italia qualcosa si è mosso.

Il 14 gennaio 2017 entra in vigore la legge sulla possibilità di produzione e consumo di marijuana light. Fin da subito c’è stato grande investimento nel settore, numerosi growshop sono stati aperti e il fenomeno inizia rapidamente a svilupparsi; molti punti specifici della legge rimanevano però poco chiari, mantenendo sempre in allarme coltivatori, rivenditori e consumatori.

In questi giorni però, a distanza ormai di più di un anno, il Ministero dell’Agricoltura, con una circolare ha chiarito tutti i dubbi e certificato ufficialmente che d’ora in poi produrre, vendere e acquistare cannabis light in Italia è legale.

“La coltivazione della canapa è consentita senza necessità di autorizzazione, che viene richiesta invece se la pianta ha un tasso THC di oltre lo 0,2 per cento come previsto da regolamento europeo. Qualora la percentuale risulti superiore ma entro il limite dello 0,6 per cento l’agricoltore non ha alcuna responsabilità; in caso venga accertato un tasso superiore allo 0,6 per cento l’autorità giudiziaria può disporre il sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa”.

Questo è ciò che la circolare emanata afferma.

Ma cos’è realmente la “marijuana light” ? Perché è consentito solamente l’utilizzo di questo tipo di canapa?

La suddetta sostanza è ricavata da infiorescenze femminili di canapa sativa ed è legale perché contiene un livello di THC tendente quasi a zero. Si mantiene quindi entro i limiti previsti dalla legge italiana.

Il THC è il principio psicoattivo della cannabis, in altre parole ciò che provoca il così comunemente detto “sballo“.

Nella versione light è invece presente un alto tasso di CBD, il cannabidiolo, principio non psicoattivo che ha, al contrario del precedente, effetti rilassanti e può essere perciò utilizzato a scopo terapeutico/curativo.

Proprio per quest’ultimo motivo, ovvero per la possibilità di essere utilizzata in ambito medico, la marijuana legale sta riscontrando successo anche tra consumatori meno giovani.

Dove si compra?

Al momento la canapa legale è commercializzata solamente da EasyJoint, un’azienda emiliana che ha deciso di investire in questo nuovo, fruttuoso business, occupandosi della distribuzione in tutta Italia.

L’ EasyJoint viene venduta in pacchetti e il prezzo varia dai €20 ai €40 ed è reperibile in tutti i growshop che trattano i prodotti di questa azienda.

Con il recente sviluppo sarà possibile trovarla anche nelle tabaccherie e nei supermercati.

Di rilievo in quest’ambito è il caso della catena di supermercati Lidl, che ha affermato di volersi occupare del commercio della canapa legale all’interno dei suoi punti vendita assicurando prezzi da discount; l’iniziativa ha già preso piede in Svizzera, chissà se arriverà anche in Italia.

 

Questo nuovo commercio prevede un grande giro d’affari, gli economisti parlano di cifre che si aggirano intorno ai 25 miliardi di euro già entro il 2025. Grandi vantaggi economici quindi per l’Italia.

Resta allora da chiedersi se questo inizio di apertura verso un argomento che tanto “spaventa” si fermerà qui o sarà solo l’inizio di un processo di legalizzazione totale, che porterà finalmente il nostro paese ad evolversi, a togliere dalle mani del mercato nero, delle mafie, uno dei più grandi commerci attuali.

Benedetta Sisinni