Una collana nera

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martedì racconti racconto

-Che ne dici se usciamo fuori?-

Sono a una festa, anche se è quasi giunta al termine, indosso un vestitino grigio e una collana nera. Ricordo benissimo quando ho comprato questa collana, ero a Venezia per la seconda occasione. L’ultima volta che la indossai risale a…tre anni fa esattamente. Oggi non so bene perché l’ho voluta mettere, in fondo non sono quel genere di persona da gioielli.

Lui, invece, ha una giacca amaranto e, si, litri di vino bianco in corpo, anche se non lo dà tanto a vedere, o forse sono io a non capirlo.
Siamo fuori dal locale, abbracciati, a guardare la città, a tratti mi sembra di vedere il mare anche se il mare è più a sinistra.
Vorrei raccontargli che stanotte l’ho sognato ma non ho le parole, o forse sono io che non voglio raccontarmelo di nuovo…l’ho sognato a una partita allo stadio con…quella che aveva tutta l’aria di essere la sua fidanzata. Ricordo che aveva la frangetta e i capelli morbidi e non troppo ricci, che lo guardava in un modo che quasi le invidiavo. Come se fosse l’arcobaleno dopo la tempesta o una farfalla in primavera.
Eppure lui non la guardava mai, o quando lo faceva, non la guardava in quel modo.
Io ero lì, vicina a loro, ma cercavo di essere il meno presente possibile, nonostante avessi tanto voluto parlare con lui, ridere e abbracciarlo come ho sempre fatto.
Ricordo che, finita la partita, vagavo sola per la città, avevo bisogno di pensare o semplicemente di camminare un po’ da sola, finché il telefono squilla ed è lui che mi dice di aspettarlo che sta tornando, che mi ha visto un po’ strana e voleva sapere come stavo, che aveva lasciato la ragazza a casa e stava arrivando.
Vorrei raccontargli che, stamattina al mio risveglio, non ho fatto altro che pensarci e ripensarci, a chiedermi come saremo tra dieci anni o semplicemente l’anno prossimo, ci guarderemo intraprendere relazioni senza fare alcun tipo di rumore e poi, una volta soli, potremo di nuovo tenerci per mano e abbracciarci?
Che poi due amici non si tengono per mano come facciamo noi, e soprattutto, non desiderano così tanto baciarsi. Perché qui, adesso, mentre sono tra le sue braccia con la testa sulla sua spalla, respirando il suo sottile profumo, non desidero altro che le sue labbra.
E succede.
Come può una persona piacermi così tanto? Un amico, poi.
Forse non dovremmo baciarci- gli dico
Ci stiamo già baciando– e continua – se a tutte e due piace perché non dovremmo?

Serena Votano