Umberto Veronesi: cosa l’umanità ha ereditato da lui

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© Roberto Monaldo/LaPresse 22-02-2008 Pd: tra i candidati Umberto Veronesi Nella foto: Umberto Veronesi ¤foto di repertorio¤
© Roberto Monaldo/LaPresse
22-02-2008
Pd: tra i candidati Umberto Veronesi
Nella foto: Umberto Veronesi
¤foto di repertorio¤

L’importante non è sapere, ma cercare.

Sconfiggere l’ignoranza sia il vostro impegno primario, perché l’ignoranza non ci dà alcun diritto.

Continuate a cercare fino alla fine, con la consapevolezza che non potete fare a meno del bene e della vita.

 

 

 

 

L’8 novembre 2016 è venuto a mancare un grande medico e scienziato: Umberto Veronesi. Quel giorno, quindi, non verrà ricordato solo per l’ascesa politica di Donald Trump che è stato eletto 45° presidente degli Stati Uniti d’America, ma anche per la perdita di una delle menti più acute della storia italiana.

Umberto Veronesi non era solo un medico e un ricercatore: era un vero e proprio pioniere. Le sue idee, dalle più piccole alle più grandi, hanno contribuito a cambiare il mondo scientifico e non solo.

Per quanto alcuni dei suoi pensieri possano non essere condivisi da alcuni di noi, non vi è alcun dubbio sul fatto che ha lasciato a tutta l’umanità una grande eredità.

Cosa ha cambiato Veronesi?

Umberto Veronesi nasce come oncologo. Lo studioso si è occupato per decenni della ricerca sul cancro, soprattutto per quanto riguarda il carcinoma mammario. Il carcinoma mammario è tra le prime cause di morte (spesso prematura) della donna. Esso può svilupparsi a partire dalle cellule di due strutture della mammella: o dalle cellule dei dotti galattofori o dalle cellule dei lobuli mammari. Parleremo, quindi, di carcinoma duttale o carcinoma lobulare.

Questo tumore, a prescindere dalle sue caratteristiche anatomo-patologhe, veniva eradicato attraverso una tecnica chirurgica detta mastectomia radicale, ovvero l’asportazione dell’intera mammella (o di ambedue). Tale intervento fu ‘’collaudato’’ nel 1894 dal chirurgo William Halsted e viene tutt’ora praticato. All’epoca era l’unica tecnica conosciuta: tutte le donne, quindi, anche quelle con tumori poco invasive, ‘’subivano’’ questa manovra del tutto radicale che lascia senza la mammella malata e che, chiaramente, ha un grave peso psicologico.

Nel 1969, però, il maestro Veronesi espose, a Ginevra, il rivoluzionario intervento che, in alcuni casi di tumore non invasivo può essere utilizzato: la quadrantectomia. Tale tecnica ha lo scopo di asportare solo il quadrante malato della mammella, risparmiando la restante parte dell’organo e preservando la femminilità della paziente.

Ma non solo: grazie a lui ora conosciamo la regola del linfonodo sentinella. Se esso è stato metastatizzato allora anche gli altri lo saranno e si procederà con la linfoadenectomia, se invece non è metastatizzato non c’è bisogno di procedere.

Ancora, Veronesi, rivoluzionò ed evolse il suo stesso intervento: infatti perfezionò la quadrantectomia con l’introduzione del ‘’nipple- sparing’’. La ‘’nipple-sparing’’ è un ulteriore modifica del professore che consente di salvaguardare il capezzolo.

In ultimo, ma non per importanza, la radioterapia intraoperatoria: durante i suoi interventi vide come attuare in itinere la radioterapia sul tessuto malato non solo era più efficace ma, in alcuni casi, risparmia anche un lungo e arduo percorso alla paziente.

Grazie a tutto questo è stato definito il paladino delle donne, nonché ‘’Donna ad Honorem’’ da parte di varie associazioni femministe. Ma non se n’è mai sentito offeso, definendo lui stesso il genere femminile come ‘’superiore in qualsiasi campo al genere maschile’’.

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A parte la sua lotta contro il cancro, lo abbiamo visto esporsi nei riguardi di due argomenti dal grande peso sociale: l’aborto e l’eutanasia.

Seppur dichiarandosi contro l’aborto, ha sempre spronato le ragazze e le donne a non praticare aborti nascosti per vergogna: se è una decisione di cui non si può fare a meno che venga praticata da specialisti competenti. Si è sempre, infatti, manifestato contro le ‘’mammane’’ e i metodi fai da te.

Sostenitore dell’eutanasia, inoltre, si espose in un suo libro cominciando a rompere il tabù italiano nei riguardi di tale argomento.

Certo, la sua carriera ed etica, possiamo dire girassero solo intorno a una cosa: il benessere del paziente.

Elena Anna Andronico