Susan Sarandon alla 62° Edizione del Taormina Film Fest

Universome Redazione
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Si apre una porta laterale e una tempesta di flash non permettono di vedere la figura che calca il palco fino a quando non arriva al centro e saluta tutti con le mani in aria e un sorriso splendente : Susan Sarandon è qui davanti a noi, vestita di nero e con un’aria affabile e distesa.

Subito una battuta : afferma di aver scelto di interpretare questo ruolo perché è difficile per donne della sua età trovare una sceneggiatura in cui il personaggio propostole non muore o capita qualche altra disgrazia.
Il film in questione è “The Meddler” che la vede protagonista insieme a Rose Byrne di cui interpreta una mamma vedova che si trasferisce da New York a Los Angeles per seguire la figlia , una mamma che in molti potrebbero definire impicciona (come dice il titolo) ma in realtà è una donna da una gentilezza incondizionata, che ritiene di avere avuto abbastanza nella sua vita quindi non può far altro che pensare agli altri.
Il soggetto è realmente ispirato alla madre della regista Lorene Scafaria che la Sarandon ha conosciuto e ci riferisce essere una donna adorabile e afferma essere un peccato per noi non poter sentire l’accento del New Jersey nel film di questa donna che è un pesce completamente fuori dall’acqua nella glamour LA.
Nel cast troviamo anche J.K. Simmons del quale la Sarandon loda la bravura e molti stand up comedians.
Un film girato con un budget basso (per gli standard americani) e in tempi stretti : 23 giorni.
I problemi di budget non sono nuovi nel cinema americano , secondo la Sarandon perché i finanziatori ragionano come banchieri e non per l’utilità dell’arte.

E da qui passa alla mancanza di diversità nel cinema americano, l’inutilità delle etichette “cinema al femminile” è l’empatia fra le persone che conta , è l’arma più potente e il cinema ne è il tramite proprio qui sprigiona il suo animo da donna interessata alla polis affermando che “Se continuiamo a mostrare che tutto si risolve con le armi, creiamo un clima sbagliato. Nemmeno Internet aiuta, perché ha lasciato spazio a persone cariche di aggressività. Esiste certamente la libertà di parola e non va violata, ma anche la violenza verbale è gravissima”.
Loda il nostro cinema quello degli anni 50’ nel quale l’uomo metteva al centro la donna ed è qui che Monica Guerritore presidente della giuria del festival le suggerisce la visone de “La pazza gioia” di Virzì.

Sull’onda politica uno spettatore le fa una prevedibile domanda su Hillary e lei con una schiettezza quasi impressionante taglia corto dicendo che non si sente rappresentata dalla signora Clinton.

Arriva il momento dell’ultima domanda dal pubblico e fortunatamente non è stata sprecata , tenetevi forte tutti voi appassionati di serie tv e del suo re Ryan Murphy : come era stato preannunciato a maggio nel 2017 vedremo Jessica Lange e Susan Sarandon vestire i panni rispettivamente di Joan Crawford e Bette Davis in “Feud”.
La Sarandon ci racconta che il progetto era nato come film anni addietro e l’aveva rifiutato perché non ne trovava un senso, il genio di Murphy allora ha deciso di renderlo una serie tv incentrata sì sulla faida fra le due iconiche attrici ma il focus sarà anche sui meccanismi degli Studios su come e se Hollywood è veramente cambiata.
Saranno 8 episodi , la metà delle registe saranno donne e vediamo le stesse Lange e Sarandon fra le produttrici.
Inoltre, dice la Sarandon, l’idea di Murphy è quella di creare un ciclo incentrato su queste faide storiche per far luce su queste dinamiche.
Insomma si prospetta un prodotto nuovo, con due grandi interpreti e in tipico stile Murphy pronto a scardinare i meccanismi ed abbattere i muri che ancora affliggono uno dei mezzi di comunicazione di massa più influenti : la tv.

 

Arianna De Arcangelis

 

2016-06-12 12.17.44